Rutelli: Mastella è fuori dalla Margherita

Rutelli: Mastella è fuori dalla Margherita LE TURBOLENZE NEL CENTROSINISTRA DOPO LA DISFATTA NELLE ELEZIONI SICILIANE Rutelli: Mastella è fuori dalla Margherita I capo deirudeur non ci sta: «Sono metodi stalinisti» la polemica Maria Teresa Meli ROMA LA finanziaria incombe, la spinosa questione dell'arti¬ colo 18 sui licenziamenti è al¬ l'ordine del giorno, ma l'Uhvo, preso com'è dalle sue beghe inteme, non ha ancora deciso quale tipo d'opposizione métte¬ re in campo. Il che, a ben guardare, è abbastanza sconta¬ to. Il leader del centrosinistra, Francesco Rutelli, ha per le mani la "grana Mastella", il segretario Ds Piero Fassino ha i guai della Quercia da affronta¬ re. Il primo capitolo del lungo libro deUe vicissitudini dell'Uli¬ vo riguarda il capo dell'Udeur. Ieri mattina, in gran segreto (si fa per dire, visto che sono stati scoperti dalle agenzie di stam¬ pa) i maggiorenti della Marghe¬ rita si sono riuniti con Rutelli per decidere il da farsi. Alla fine di quell'incontro si è stabilito che l'unica soluzione era quella di prendere atto dell'autoesclu¬ sione eh Mastella, visto che cacciarlo era impossibile, giac¬ ché regole in questo senso, den¬ tro la Margherita, non esistono. E' stato lo stesso Rutelli, in serata, a dare l'annuncio. Da Bruxehes, il leader dell'Ulivo ha dichiarato: «Mi pare che Mastel¬ la sia ormai da tempo, e per sua scelta, fuori dalla Margherita. Non partecipa più alle riunioni, parìa solo contro di noi. Sono vecchi metodi e riti della politi¬ ca che allontanano i consensi, poiché gh italiani si aspettano contributi costruttivi e non ris¬ se continue». Quindi Rutelli ha aggiunto: «Per mesi ho osserva¬ to riserbo e cortesia, ora con rammarico non mi resta che prendere atto di una situazione che rimane comunque aperta a ogni ragionevole dialogo con gh amici dell'Udeur. Noi andiamo avanti risolutamente con la co¬ struzione della Margherita». Tradotto in soldoni: fuori Ma- stella, porta aperte a quei suoi colleghi di partito che lo voglio¬ no abbandonare. Ma Mastella non si è mica tirato indietro. Lui non ha inten¬ zione alcuna di auto-escluder- si: «Con quale criterio - ha osservato il leader dell'Udeur - un gruppetto di oligarchi deci¬ de esclusioni che potrebbero essere devastanti per tutto l'Uh¬ vo? Non c'è più libertà, ma solo metodi stalinisti. Io ero abitua¬ to alla De, dove si litigava, si discuteva, ci si divideva, ma vigeva la toheranza. Sono io a dire basta agh abusi. Comun¬ que non accadrà nulla: la Mar¬ gherita ancora non esiste, è una federazione di partiti, non un partito unico. Nessuno può esse¬ re cacciato. Lo so che per met¬ termi in mezzo stanno tentan¬ do di accaparrarsi alcuni miei parlamentari. Ma l'Udeur non è fatto solo di parlamentari, alcu¬ ni dei quah, peraltro, non han¬ no nemmeno uno voto loro: non dimentichiamoci che Carra l'ho fatto eleggere io». Mastella non ci sta. Anzi, ieri ha rincarato la dose: «L'esternazione di Rutelli - ha detto - conferma le mie obiezioni: non può fare il capo della Margherita e dell'Ulivo, non può avere un doppio incari¬ co, perché altrimenti tra me e lui, adesso, chi media?». E a dare manforte a Mastella è intervenuto anche Antonio Di Pietro. Secondo l'ex magistrato ha ragione il capo dell'Udeuer: «Meglio una federazione di par¬ titi vivi e vegeti dentro il centro¬ sinistra (e tra questi, in manie¬ ra del tutto indipendente e autonoma, potrebbe starci an¬ che l'Italia dei valori) piuttosto la loro sfarinatura dentro la Margherita». Insomma, nonostante la de¬ terminazione di Rutelli e soci, la verità è che il "caso Mastella" è ancora lungi dall'essere risol¬ to, anche se da ieri è p^ 'ita una battuta di caccia in g de stile nei confronti dei pa mentari dell'Udeur, i quah sono stati contattati uno a uno, dai diri¬ genti della Margherita, per son¬ dare le loro intenzioni e per convincerli a mettere il loro leader in minoranza. Sono altri, invece, i problemi che ieri ha dovuto " affrontare Fassino. Il leader della Quercia, che il quat¬ tro dicembre riunirà la propria direzione, deve definire ìa segre¬ teria. Il che non è facile. Marte¬ dì scorso girava voce che Livia Turco non andrebbe più all'or¬ ganizzazione (e coordinerebbe invece la segreteria), e che Fassi¬ no avrebbe in mente di far sedere su quella poltrona il suo fedele braccio destro Fabrizio Moni. Se un cosa del genere avvenisse non sarebbe un even¬ to di poco conto nella vita di quel partito: un fassiniano doc al posto di una super dalemiana in un posto chiave. Poi c'è la grana dehe minoranze. Ieri mat¬ tina il segretario ha incontrato per due ore e mezzo una delega¬ zione del correntone. Colloquio civile, ma ognuno è rimasto sulle sue posizioni. E Fassino ha gradito ben poco l'idea della mozione Berlinguer di costituir¬ si in associazione, aperta anche ai non iscritti. «Ma così fate un partito nel partito», è stato il suo piccato commento. Ultimo problemino: il "caso Spini". I laburisti hanno dato ima mano a Fassino nella sua corsa alla segreteria, ma il loro leader verrà fatto fuori dalla presiden¬ za della direzione, che dovrebbe essere affidata a un esponente dell'ala morandiana del partito. Francesco Rutelli con Clemente Mastella

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