«Al Qaeda sopravvivrà a Bin Laden» di Maurizio Molinari

«Al Qaeda sopravvivrà a Bin Laden» wj^ST^nSìsS^ròT^mpo delle opSa^Toni antiterrorismo della qa «Al Qaeda sopravvivrà a Bin Laden» «Il suo network di cellule terroristiche è ancora intatto» intervista Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK IL network terroristico di Al Qaeda sopravvivrà alla scon¬ fitta e continuerà a colpire». Vincent Cannistraro, ex capo deUe operazioni antiterrori¬ smo della Cia, prevede il proli¬ ferare in numerosi Paesi di cellule di kamikaze determina¬ te a vendicarsi. Per fare fronte a questa minaccia Cannistra¬ ro ritiene necessari raid mira¬ ti contro i campi di addestra¬ mento nel Terzo Mondo e stretto coordinamento fra i servizi di intelligence europei ed americani. Una ruolo cru¬ ciale nella prevenzione spetta però alle comunità musulma¬ ne: «Devono isolare i fanati¬ ci». Il mullah Omar è assedia¬ to a Kandahar, Osama bin Laden è braccato dai mari¬ nes. Quali scelte rimango¬ no ad Al Qaeda? «La leadership di Al Qaeda all'interno dell'Afghanistan è nello scompiglio. Alcuni lea¬ der sono stati uccisi, i coman¬ danti militari sono in prigione o sono fuggiti sulle montagne. Al Qaeda è in crisi. Ma non è finita né tantomeno si può dire sia sconfitta». Quali carte restano anco¬ ra da giocare ad Al Qaeda? «Il network di cellule terrori¬ stiche di Al Qaeda in una sessantina di Paesi del mondo è praticamente intatto. Alcu¬ ne cellule sono state scoperte in Italia, Germania, e Spagna ma è solo la punta dell'ice¬ berg, poca cosa rispetto alle dimensioni reali di vm network vasto, imponente so¬ prattutto nei Paesi dell'Euro¬ pa Occidentale e negh Stati Uniti». Se Bin Laden dovesse esse¬ re ucciso o semplicemen¬ te sparire nel nulla che cosa ne sarà di questo network del terrore? «Solo pochi capi militari riusci¬ ranno a mettersi in salvo dal¬ l'Afghanistan. Decapitato del¬ la propria leadership il network sopravviverà con le proprie forze, certo non spari¬ rà né si dissolverà. Le singole cellule riceveranno nei singoli Paesi i militanti riusciti a fuggire dall'Afghanistan e ten¬ teranno di vendicarsi per la sconfitta. Potremmo trovarci di fronte al proliferare di atten¬ tati suicidi messi in atto da singoli gruppi eredi di Al Qae¬ da ma non più coordinati». Che tipo di attentati dob¬ biamo aspettarci? «Le cellule non potranno con¬ tare sulle ingenti risorse finan¬ ziarie ed umane che hanno permesso ad Al Qaeda di met¬ tere a segno l'attacco all'Ame¬ rica dell' 11 settembre quando 19 persone si suicidarono in un'ora. Il network del terrore sopravvissuto alla sconfitta affiderà la propria vendetta ad azioni singole di cellule e individui, che sono comunque in grado di causare seri danni. L'attacco alla nave americana "Uss Cole" in Yemen con una piccola imbarcazione carica di esplosivo o il fallito attentato all'ambasciata americana a Pa¬ rigi da parte di un singolo kamikaze sono il tipo di azioni che dobbiamo aspettarci». Se questo è lo scenario delle prossime azioni ter¬ roristiche quali precau¬ zioni debbono essere pre¬ se? «La guerra continuerà. Saran¬ no possibili raid militari limi¬ tati contro campi di addestra¬ mento di cellule terroristiche in singoli Paesi come Filippi¬ ne, Indonesia, Somalia, Ye¬ men o Sudan. In questi Paesi i raid potranno avvenire assie¬ me a forze di pohzia locali. Altra cosa è la lotta ad Al Qaeda in Occidente. Qui gh strumenti dovranno essere so¬ prattutto di intelhgence, lega¬ li e giudiziari. Servirà uno stretto raccordo fra le risorse di Europa e Nordamerica per fare terra bruciata attorno a qualsiasi terrorista». Che cosa rischia l'Italia? «L'Italia è una democrazia e in quanto tale è un obiettivo dei terroristi che odiano la civiltà occidentale. Per loro Stati Uni¬ ti, Italia o Francia non fa differenza. Ovunque vi siano obiettivi-simbolo della nostra civiltà questi sono a rischio. Come ad esempio San Pietro, il Vaticano. Non dimentichia¬ moci che Al Qaeda ha già tentato nel" 1995 di uccidere il Papa nelle Filippine. Come ha dimostrato il precedente del¬ l'attentato alle Torri Gemelle del 1993 Al Qaeda quando manca un obiettivo non de¬ morde, ritenta. Nelle Filippine Abu Sayyaf è un gruppo dedito agh attacchi contro la Chiesa, considera i cristiani dei nemi¬ ci dell'Islam ^ il Papa il simbo¬ lo dei nuovi crociati. Quando Al Qaeda promette guerra eter¬ na a "crociati ed ebrei" il messaggio di minaccia per il Papa è molto, molto chiaro». Le comunità islàmiche in Europa e negli Stati Uniti temono che le nuove leggi antiterrorismo possano ledere i diritti degli immi¬ grati musulmani. Esiste questo rischio? «Bisogna distinguere fra le comunità musulmane ed i fa¬ natici. Il problema è che esisto¬ no degh imam, dei membri del clero musulmano, che incita¬ no alla violenza. E' successo a Londra con Abu Bakr ed è successo in alcuni casi in Ita¬ lia, come ad esempio a Torino. Nei confronti di questi estre¬ misti c'è. stata finora troppa toheranza da parte delle comu¬ nità musulmane. I musulmani devono levare la voce, isolare e denunciare questi sceicchi radicali. Li devono mettere alla porta delle loro comunità. Quando c'è qualcuno che usa l'Islam per diffondere violen¬ za ed incitare alla Jihad deve essere isolato ' perché il suo messaggio distorto rischia eh contagiare gruppi di immigra¬ ti con imo scarso livello di educazione giunti 4al Vicino Oriente, dal Nordafrica e dal¬ l'Asia del Sud-Est». «Potremmo trovarci di fronte ai proliferare di attentati suicidi messi in atto da singoli gruppi non più coordinati» «Sono prevedibili raid militari limitati contro campi di addestramento in singoli Paesi come Filippine, Indonesia, Somalia, Yemen, Sudan» Osama bin Laden, il leader dei terroristi di Al Qaeda

Persone citate: Abu Bakr, Abu Sayyaf, Bin Laden, Filippi, Osama Bin Laden, Vincent Cannistraro