TANTE DONNE, POCHE CELLE

TANTE DONNE, POCHE CELLE IN GRAN BRETAGNA LE CARCERI NON BASTANO PIÙ' TANTE DONNE, POCHE CELLE Paolo Passarinl IL responsabile degli istituti penitenziari britannici ha invitato ieri i giudici a pensarci due volte nell'infliggere pene detentive a donne. La ragione è semplice: l'altra metà del cielo sta allagando le carceri. Solo nell'ultimo anno la popolazione carceraria femminile è cresciuta del 2096 contro il 696 di quella maschile. Ma questo dato si è riproposto anche in parecchi degli anni precedenti, cosicché, dal 1993 a oggi, la «detenzione rosa» è aumentata del 14596 e adesso le carceri dell'Inghilterra e del Galles ospitano 4045 donne, una cifra record. Come conseguenza di questo fenomeno, è stata decisa nei giorni scorsi la riconversione a carcere femminile del terzo penitenziario maschile nell'arco di un anno. Di qui il drammatico appello ai giudici del direttore generale del servizio carcerario Martin Narey. La vicenda si presta a essere discussa sotto diversi profili (la singolarità del gesto di Narey, la sua legalità, l'opportunità di rispondere con l'automatica creazione di nuovi posti-carcere a un fenomeno ancora da capire). Ma non c'è dubbio che l'aspetto più interessante da discutere riguarda proprio la radice del fenomeno: cosa determina questa crescita esponenziale della criminalità femminile, o meglio, della criminalità femminile punita con il carcere? La risposta, anche questa automatica, che alcuni commentatori hanno dato è stata classica: la droga. 11 problema è che la droga, detenzione o spaccio, è responsabile solo per il 1496 dell'aumento di condanne a donne. E forse, allora, che la natura violenta delle donne, liberata da una maggiore eguaglianza, sfugge al controllo? La verità è che anche i reati propriamente violenti hanno inciso ancora meno della droga sull'aumento della detenzione rosa, 1296.1 crimini che l'hanno maggioramente determinata, invece, sono i classici reati comuni: furto, frode e ricettazione. E vero che questi sono reati tradizionalmente maschili, dei quali le donne sembrano appropriarsi come per un effetto perverso della loro emancipazione. Ma c'è n'è un altro di questi effetti: mentre, sul piano dei comportamenti criminali, la donna si avvicina all'uomo, i giudici si adeguano in forma incrementale. Vale a dire' che sono diventati più severi con le donne: nel 1989 andava in carcere il 5,896 delle donne giudicate; dieci anni dopo la percentuale è salita al 13,596, anche se la rispettiva percentuale maschile resta ben più alta, 25,196. Cosa se ne conclude? Che, mentre l'emancipazione la «contamina», la donna sta anche perdendo antiche protezioni. In un certo senso, quindi, questa è un'obliqua conferma che la rivoluzione femminile procede, creando le inevitabili resistenze. Come avrebbe detto il presidente Mao: «C'è grande disordine sotto il cielo, la situazione è eccellente».

Persone citate: Mao, Martin Narey, Paolo Passarinl

Luoghi citati: Galles, Gran Bretagna, Inghilterra