Mastella all 'attacco della Margherita

Mastella all 'attacco della Margherita LA STRATEGIA DEL LEADER DELL'UDEUR DOPO IL KO ELETTORALE Mastella all 'attacco della Margherita «A certi ragazzetti che stanno con Rutelli, preferisco D'Alema e Fassino L'ex sindaco non può fare il leader di uh partito e anche della coalizione» retroscena Maria Teresa Meli ROMA HA ragione D'Alema. Io preferi¬ sco lui e Fassino a quei ragaz- zotti come Bordon, Piscitello e Realacci che contornano Rutelli. Ho molto più a che spartire con il presidente dei ds che con quelli là. Il suo progetto di Ulivo è migliore. Il centro faccia il centro e prenda i voti degli ex de». Clemente Mastella è inarrestabi¬ le: convoca una conferenza stam¬ pa per accusare la Margherita della sconfitta elettorale sicilia¬ na, dice a Rutelli che non può pretendere dì dirigere un partito e l'Ulivo intero, dopodiché, nel Transatlantico di Montecitorio, continua a sfogarsi. E con queUe parole su D'Alema dà corpo ai sospetti che i vertici della Mar¬ gherita nutrono sul suo conto. E non si tratta di quelli espliciti, che affidano a dichiarazioni pub- bliche, quelli, per intendersi, che vorrebbero il leader dell'Udeur già pronto per salpare verso i lidi degli ex de accasatisi con Berlu¬ sconi. No, i dubbi riguardano altre vicende. I dirigenti della Marghe¬ rita 'parlano, in «camera carita- tis», di incontri e colloqui tra Mastella e D'Alema, temono che il capo del Campanile stia facen¬ do un altro gioco. Ossia, quello che un autorevole esponente del ppi sintetizza con queste parole: ((A chi conviene, oltre che agli ex de del centrodestra, una Marghe¬ rita debole, con Clemente che la mina in continuazione? A chi conviene intaccare la leadership di Rutelli? A D'Alema e ài suo progetto di ritomo dell'egemo¬ nia ds sull'Ulivo». Ecco perché quando Mastella, in conferenza stampa, spiega che lui, piuttosto che entrare nella Margherita, preferirebbe di gran lunga «fare il partito unico dell'Ulivo con D'Alema e Fassino», di cui stima r«mteUigenza poUtica», o quan¬ do in Transatlantico, con voce altisonante, proclama che «ha ragione D'Alema», i «capi» di ppi e Democratici si accigliano e si interrogano: a quale gioco sta giocando Clemente? Nel frattem¬ po, però, preparano anche la controffensiva. Questa volta, non si farà spallucce, non si farà finta dì niente: il chiarimento, tra Mastella, Rutelli e compagni avverrà presto, perché andare avanti con questo logorio conti¬ nuo non è possibile. Decida subi¬ to, il leader dell'Udeur, da che parte sta. E se preferisce autoe- scludersi, affari suoi. «Tanto - spiega il rutelhano Paolo Gentilo- ni a un collega della Margherita - Mastella è stato abbandonato da molti dei suoi. Non lo seguono Enzo Carra, Agazio Loiero, Salva¬ tore Cardinale». In pubblico però, i dirigenti della Margherita non fanno que¬ sti discorsi. Piuttosto, Rutelli, Ca- stagnetti, Franceschini, decidono di affidare la rephea a Mastella a Franco Marini. E c'è del veleno, in questa decisione, macché l'ex segretario ppi è uno cu quelli che sta lavorando ai fianchi del lea¬ der dell'Udeur, per sottraigli uo¬ mini e consensi. Marini va giù pesante: gli attacchi del leader del Campanile, dice, sono «carez¬ ze e sorrisi verso il centro destra». E ancora: «Non si può sbraitare per il risultato elettorale dopo il disimpegno. Del resto, non mi pare che siano stati eletti in nes¬ sun comune della Sicilia uomini dell'Udeur, che pure erano in lista con noi». E per isolare Ma¬ stella, gli uomini della Margheri¬ ta mettono in giro anche una lettera che il capo del Campanile ha spedito a tutti i loro deputati per protestare contro l'articolo di un settimanale: «Poiché - scrive Mastella in questa missiva - c'è chi ritiene che sul piano morale, qualora facessi scelte diverse che al momento non ho alcuna inten¬ zione di fare, dovrei dimettermi da vice presidente, vorrei ricorda¬ re che già mi dimisi una volta da quella carica». Ed è, naturalmen¬ te, su quell'espressione, «al mo¬ mento», che non esclude futuri ribaltoni, che i dirigenti deUa Margherita mettono l'accento. Ma Mastella - attaccato anche dal suo vice Carra, il quale gh ricorda che in poUtica «è esclusa la categoria del free-lance» e che la soluzione è la Margherita - nega giochi e giochinì. E anzi sostiene che sono gh altri, i suoi aUeati, a esercitarsi in questo sport. Punta l'indice contro chi gh sottrae uomini e dirigenti. Parla senza peli suUa lingua del falh- mento deUa Margherita: «Dopo la SiciUa - dice - siamo al ground zero. Non prendiamo voti perché veniamo percepiti come una for¬ mazione rosso-verde più a sini¬ stra dei ds, mentre il problema è la questione democristiana. Non possiamo lasciarla al Ccd-Cdu». Si scaglia contro quel «giacobino ci¬ vettuolo» di Bordon. Insiste nel dire che lui non accetta «aut aut» ( «Io non devo fare - spiega - U partito unico deUa Margherita per decreto»). E però ne lancia uno lui a Rutelli: «Il leader deU'UUvo - avverte infatti MasteUa - non può essere anche il leader di un parti¬ to». Risponde la Margherita, que¬ sta volta per bocca del Democrati¬ co Rino Piscitello: «Non resta che prendere atto deUa sepaijizione consensuale con il leader del¬ l'Udeur». Il quale, a questo punto, avrebbe buon gioco a entrare nel¬ la Casa delle Libertà, se questo fosse veramente U suo intento. Ma aUa Maigherita temono che MasteUa non se ne vada, che intenda continuare a logorare, di¬ videre e usurare il centro deU'UU¬ vo. «Tanto - è U ritomeUo - mette¬ re mine nel nostro campo convie¬ ne sia agU ex de che stanno con Berlusconi, sia a D'Alema». Il Ppi replica: «Ormai guarda al centrodestra E poi non ci pare sia riuscito a eleggere qualcuno dei suoi...»

Luoghi citati: Roma, Sicilia