Caso Taormina, bagarre in aula di Antonella Rampino

Caso Taormina, bagarre in aula LA QUESTIONE SARA' AFFRONTATA IL 4 DICEMBRE AC SENATO. IMBARAZZO ANCHE IN ALLEANZA NAZIONALE E ALTRI SETTORI DEL CENTRODESTRA Caso Taormina, bagarre in aula Discussione rinviata, il centrosinistra: un colpo di mano lo scontro Antonella Rampino ROMA PROVE generali dì dibattito par¬ lamentare sul caso Taormina. Che ieri è approdato al Senato in versione mini perché al mattino, nello studio del presidente Pera, s'è deciso contro il parere dell'opposi¬ zione dì discutere della richiesta di dimissioni non già domani, ma solo martedì 4 dicembre. E quindi quel¬ l'ordine delgiomo deve essere vota¬ to dall'Aula, dove il govemo ha una bellamaggioranza. Dunque il Sena¬ to vota all'unanimità le sanzioni ai talebani, poi si spacca sulle accise petrolìfere sparpaghate in migliaia dì emendamenti, e sono le 19,12 quando il diessino Gavino Angius riesce a impugnare il microfono. Urla: «In qualsiasi altro Paese un sottpsegretario che difende dei ma¬ fiosi contro i quali lo Stato è parte civile sarebbe stato cacciato a calci nel sedere». Sui banchi dirimpettai, nei qua¬ li siedono presentì in massa i sena¬ tori di Gianfranco Fini, cala il gelò e il silenzio. Dai ranghi un po' più sfilacciati dì Forza Italia parte una salva dì «buuuhh!», una salva che diventa un bombardamento, quan¬ do subito dopo Angius attacca «...e le dichiarazioni del sottosegretario Taoimìna sono lesive della magi¬ stratura...». Poi ecco Willer Bordon dei Democratici, (di govemo scap¬ pa pur di non risolvere la questio¬ ne, noi lo staneremo», Gianfranco Pagliarulo dei Comunisti italiani, (da maggioranza è divisa, è stato un deputato di Forza Italia, Michele Saponara a dire che Taormina è pericoloso, di cosa avete paura?». Quest'argomento della ((paura» e dell' «imbarazzo» lo usano tutti, quelli del centrosinistra. E eoa. scoppia la bagarre. An¬ nunciata, sin dal mattino, sin da quando abmtto muso, nello studio del presidente del Senato, Angius ha detto a Pera ((tu ledi la dignità di Palazzo Madama». In prima fila, una bella signora bionda, che ha fatto già molte altre volte risuona¬ re il (metaforico) campanello di Pera: «Senatrice Pagano, sì mode¬ ri». Che cosa diceva, scuotendo con foga partenopea chioma e spilla di Strass, la diessìna Pagano Maria Grazia? «Vei^ognatevi, venite qui solo a premere i pulsanti», «veigo- r itevi, siete solo delle marionette Berlusconi, adesso votate per difendere Taormina, domani se Berlusconi ve l'ordina farete il con¬ trario». Solo la senatrice Pagano è riuscita a scongelare i senatori di Alleanza Nazionale, vei^ognati tu piuttosto, ma come ti permetti, io gli insulti da te non me li prendo. Perché poi Angius, Bordon e tutti gli altri del centrosinistra hanno avuto gioco facile in Aula soprattut¬ to quando il presidente dei senatori forzistì Renato Schifani ha annun¬ ciato che avrebbe parlato lui per tutta la maggioranza, luì anche per An, Ccd, Cdu, e per la Lega. «Noi stiamo cambiando il Pae¬ se», dice Schifani, «non temete, di Taormina si parlerà. Non domani, ma il 4 dicembre. Prima, però, noi dobbiamo varare la legge Lunardi, una dì quelle leggi grazie alle quali stiamo cambiando 0 Paese». Micro¬ fono a Stefano Poco, dei Verdi: «Sì sì, lo state proprio cambiando. Ef¬ fettivamente anche il sottosegreta¬ rio Taormina è un cambiamento del Paese, come lo è il fatto che lei, onorevole Schifani, parli a nome di tutta la maggioranza in quest'Au¬ la». Francesco D'Onofrio si acca¬ scia sul suo banco, tristissimo. Era tutto il pomeriggio che raccontava, nel Transatlantico di Palazzo Ma¬ dama, come sarebbe stato il suo intervento, e l'aveva pure anticipa¬ to ad alta voce nell'Emiciclo cer¬ cando di sedare la bagarre, «buoni, buoni, tra un poco parlo io», diceva ai suoi. Avrebbe voluto due che non capiva «come mai l'opposizio¬ ne ci tenesse tanto a parlare di Taormina, ridente cittadina in cui si terranno prossimamente le ele¬ zioni, in quella Sicilia nella quale ieri noi abbiamo vinto e stravinto, con maggioranze che si potrebbero chiamare bulgare». Prova generale di bagarre su un caso che però mette tutti in imba¬ razzo. Ieri Taormina s'è affacciato al Senato, ha cercato di portare dalla sua Domenico Fisichella, ha intrattenuto Vizzini, è stato placa¬ to da Jannuzzi con un ((bella la tua difesa che ho scritto su Panorama eh?. Vedrai quella del prossimo numero.. .Ma mi raccomando, nien¬ te chiacchiere coi giornalisti». E Domenico Contestabile pensoso, «come si risolve la questione? Cer¬ to, darla vinta all'opposizione non si può. Se fossi Berlusconi, lo invite¬ rei a dimettersi, magari tra un po' di tempo». Contestabile, che presie¬ de la Commissione difesa, vedrà il premier domani pomeriggio. Chis¬ sà. «Certo, ah'Antimafia per me non ci va Taormina, ci va Centaro: ha rinunciato a fare il vice del Guardasigilli per questo», aggiun¬ ge. «Giustissimo» fa eco D'Onofrio. C'è un'ipotesi Taormina all'Anti¬ mafia?, finge di non sapere Angius. «Magari fosse, noi dell'opposizione in quel caso faremmo scintille!». Il sottosegretario aglilnterni Carlo Taormina