Il vertice tra Italia e Francia supera il «pasticcio» di Gand

Il vertice tra Italia e Francia supera il «pasticcio» di Gand IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: «CONCORDI SU TUTTE LE QUESTIONI. ALCUNE LE PERFEZIONEREMO TRA POCO». RESTA IL NO DI MARTINO ALL'AEREO EUROPEO Il vertice tra Italia e Francia supera il «pasticcio» di Gand Riuscita la missione diplomatica del premier: amicizia affettuosa Chirac cerimonioso con Berlusconi, intesa possibile suirA400M Ugo Magri inviato a PERIGUEUX Sull'aereo che ha riportato Berlu¬ sconi in patria, a conclusione del ventunesimo vertice italo-francese, regnava ieri sera l'euforia tipica di uno scampato pericolo. Alla vigilia se ne parlava come di una trasferta irta di insidie (i rapporti del premier con Chirac e Jospin non avevano brillato in precedenza per mutua comprensione). Invece.stavolta tut¬ to è filato lìscio. Niente tensioni tipo Goteborg o Gand, neanche l'ombra di un incidente (vedi Berlino). A cercare il pelo nell'uovo, durante la conferenza stampa finale i giornali¬ sti francesi si sono molto divertiti, allorché Berlusconi s'è rivolto ai suoi ospiti chiamandoli entrambi ((presi¬ dente» (i due sono avversari nella prossima corsa all'Eliseo). Ma nell'in¬ sieme è innegabile il successo diplo¬ matico del Cavaliere. Il presidente della Repubblica francese s'è presentato ad attenderlo con un buon quarto d'ora d'anticipo, in piedi e al freddo, al cancello della Prefettura di Périgueux. Chiaro l'in¬ tendimento di mostrarsi riguardoso. Dopo le fanfare e gli onori militari. l'ha trascinato in un piccolo bagno di folla tra i suoi fan, appositamente cammellati con tre pullman, dove gli «Chirac president» si sono mescolati ai «viva Silvio». Nei colloqui, dì cui uno per dieci minuti senza testimo¬ ni, s'è dato con Berlusconi familiar¬ mente del tu. Il premier italiano ha ricambiato tanta cordialità intonan¬ do con gli studenti della scuola alber¬ ghiera un indimenticabile successo dello chansonnier Charles Trenet, Douce France. Alla fine, ha potuto mettere una pietra sopra la leggenda dei passati dissapori col padrone di casa. «La nostra è un'amicizia», ha sottolineato il premier, «che se voi giornalisti non foste maliziosi defini¬ rei senz'altro affettuosa». Perfino con il dirimpettaio socialista ed ex trotzkista, Lionel Jospin, si sono conosciuti meglio e trovati, a quanto pare, reciprocamente simpatici. Calore a parte, Berlusconi ha portato a casa un risultato molto fattuale: la riapertura per le auto, prima di Natale, del Traforo sotto il Monte Bianco. Il via libera era neh' aria, ma niente affatto scontato. Inoltre Pietro Lunardi, ministro del¬ le Infrastrutture, ha strappato una maggiore flessibilità francese per i camion (l'ipotesi è un traffico alter¬ no ogni tre-quattro ore, anziché un giomo sì e un giorno no). Ma la vera sorpresa riguarda la poltrona conti¬ nentale più ambita, quella della Con¬ venzione destinata a gettare le basi della futura Costituzione europea. Fino a ieri pareva che la candidatura italiana di Giuliano Amato fosse chiusa da quella francese dell'ex presidente Valéry Giscaid d'Estaing. Invece Berlusconi è ripartito per Roma con la sensazione che la parti¬ ta sia ancora tutta da giocare. Chirac non ha mollato di un millimetro, però Jospin ha voluto precisare che per Amato porta «molta amicizia e rispetto», e che il governo di Parigi sosterrà Giscard «in quanto france¬ se» (come difesa è parsa assai fiac¬ ca). La partita si deciderà a metà dicembre nel Consigho europeo di Laeken, con la Germania nel ruolo di king-maker. Naturale che Berlu¬ sconi non abbia abboccato ièri al diversivo ventilato da Chirac, ((pren¬ detevi piuttosto il Patto di stabilità per i Balcani», oggi guidato da un tedesco. L'ipotesi che per quell'inca¬ rico scomodo (è circolato il nome di Gianni De Michelis) l'Italia rinunci alla candidatura Amato viene definì- ta dai consigheri del premier come «alquanto improbabile». Sull'altro piatto della bilancia, Berlusconi ha annacquato il suo orientamento negativo sull'Air- bus-400M, l'aereo da trasporto mih¬ tare sponsorizzato dalla Francia, di cui l'Italia dovrebbe acquistare 16 esemplari. «Dobbiamo ancora deci¬ dere e non ci sono state pressioni», ha tagliato corto il premier. Ma il suo portavoce, Paolo Bonaiuti, con¬ ferma che di Airbus s'è ragionato senz'altro nel colloquio a quattr'oc¬ chi con Chirac. Lo stesso Berlusco¬ ni, in conferenza stampa, ha pro¬ nunciato una frase che può essere letta come l'anticipazione di un si entro il 15 dicembre: «Tutte le questioni di cui abbiamo discusso ci hanno trovato concordi. Alcune», ha promesso, «si perfezioneranno tra qualche tempo. C'è grande com¬ prensione per le ragioni reciproche, con la volontà di trovare soluzioni che vadano bene a entrambi». L'ostacolo più grosso, a questo pun¬ to, è rappresentato dall'ostilità degli stati maggiori e del ministro Marti¬ no, che ieri ha ribadito il suo niet. «1 francesi insistono per l'Airbus? An¬ ch'io ho la testa dura», ha fatto notare. Il nodo verrà sciolto in consigho dei ministri. Gli incontri bilaterali sono sempre l'occasione per mettere a fuoco i rap¬ porti bilaterali. Così ieri Chirac e Jospin hanno intrattenuto Berlusco¬ ni a lungo sulle esigenze degli alleva¬ tori francesi, che voghono far cresce¬ re in Italia i loro manzi con passapor¬ to d'oltralpe. Berlusconi, che di nego¬ ziazioni ha una certa esperienza, ha chiesto a sua volta una mano per superare le barriere erette a Bruxelles contro gli aiuti alle compagnie aeree in crisi. Alitalia, ha fatto osservare, è partner commerciale di Air France. II premier Silvio Berlusconi e Jacques Chirac leggono la prima pagina della «Stampa» di ieri, che riportava l'intervista al Presidente della Repubblica francese