Lavoro, è rottura sui licenziamenti di Roberto Giovannini

Lavoro, è rottura sui licenziamenti Lavoro, è rottura sui licenziamenti il governo non ritira la delega, ma continua a trattare Roberto Giovannini ROMA Il governo decide di non ritirare la de ega sul lavoro, e sui licenziamen¬ ti è rottura totale con i sindacati. L'incontro decisivo a Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi e i leader di Cgil-Cisl-Uil si è concluso con un netto dissenso, che a questo punto inevitabilmente si concretizzerà in ima mobilitazione delle confedera¬ zioni contro il governo. Oggi pome¬ riggio si riuniranno i vertici sindaca¬ li per decidere quali iniziative di protesta prendere. Se la Cgil propen¬ de per lo sciopero generale, la Cisl vedrebbe meglio una protesta più articolata e «cu lunga durata»; sicu¬ ramente ci sarà uno sciopero gene¬ rale di categoria del pubblico impie¬ go, vista l'indisponibilità del gover¬ no a rimpolpare gli stanziamenti peri contratti. E cos'i, forse ina¬ spettatamente, il govemo di cèntro- destra si troverà a fronteggiare come nel 1994 la «piaz¬ za» sindacale. Fini¬ sce così la «pace sociale» che dalla vittoria elettorale in poi aveva accom¬ pagnato il cammi¬ no del Berlusconi Due, e che il Cava¬ liere aveva sperato di preservare anco¬ ra per molti mesi. Stavoltai'invece àie Il leader della Cgiino sirK^acat«InaccettDomani ilsulla prevpansiom,-si ttaSteng,!:.! rà di lìcenzìameh-' i ti/argomentOjQejto^ J non molto'pdpóla-" re, come conferma¬ no i sondaggi. E se nel 1994 si dovette fare i conti con la fronda della Lega di Umberto Bossi, ora a contestare le regole sui licenzia¬ menti più facili c'è una parte di Alleanza Nazionale, guidata dal mi¬ nistro delle Politiche agricole Gian¬ ni Alemanno, e parte dei centristi delGcd-Cdu. Dì esito a sorpresa si può parla¬ re, perché nel corso della giornata si erano moltiplicate le indicazioni delle intenzioni «pacifiche» del Ca¬ valiere. Ma al tavolo del confronto, invece della prevista «apertura», il presidente del Consigho ha spiegato che sulla norma che modifica la disciplina dei licenziamenti non era assolutamente possibile fare mar¬ cia indietro. «C'è un problema di immagine del govemo - avrebbe detto Berlusconi - e c'è anche una preoccupazione dì carattere istitu¬ zionale: il testo della delega è già stato presentato al Senato, e la norma si può emendare, modificare o cancellare solo nel corso del dibat¬ tito parlamentare». A quel punto, r«apertura» del govemo è diventa¬ ta ben poco appetibDe per i sindaca¬ ti: Berlusconi e Maroni si sono detti disponibili a recepire entro il 15 dicembre - data limite per l'appro¬ vazione da parte del Parlamento della delega legislativa - eventuali accordi tra le parti sociali sui temi dell'arbitrato e della modifica del¬ Sergio Cofferati uniti bile» round denza l'articolo 18 dello Statuto dei Lavo¬ ratori. Accordi - va da sé - che avrebbero previsto un intervento sulle regole sui licenziamenti, ipote¬ si giudicata inaccettabile dai sinda¬ cati. Infine, nessuna novità positi¬ va anche sulle altre richieste: il testo della delega sulle pensioni verrà consegnato mercoledì, nessu¬ na indicazione sui contenuti della delega sul fisco, e spazi pressoché nulli per stanziamenti per i rinnovi dei contratti pubblici, che a dire dei sindacati per ora non garantirebbe¬ ro il recupero dell'inflazione. Facce tese, quelle dei sindacali¬ sti al termine dell'incontro. Si va allo sciopero generale? «Decidere¬ mo domani (oggi, ndr.) - replica Seigio Cofferati - penso che sia importante che in questo caso il sindacato prenda delle decisioni in modo unitario. E si tratta di decisio¬ ni impegnative. Il permanere delle norma sull'articolo 18 consentirà alle aziende di licenzia¬ re le persone senza giustificato moti¬ vo, e il govemo non ha risorse per rin¬ novare i contratti dei dipendenti pub¬ blici». «La risposta del govemo sull'ar¬ ticolo 18 - confer¬ ma il numero uno Cisl Savino Pezzet¬ ta - è stata negati¬ va. Il Presidente ■del Consiglio ci ha -,Chiesto-refr tee "un: ' confronto conleno- ..stre controparti; per trovare un'inte¬ sa entro il 15 dicem¬ bre. Ma noi pensia¬ mo che questo non è possibile né per i tempi né per i mo¬ di». Insomma, dice Pezzetta, si è crea¬ ta una «frattura ab¬ bastanza profonda. Avremmo volu¬ to continuare il confronto e il dialo¬ go, ma c'è questo impedimento del¬ la delega. Pensavamo predominas¬ se la saggezza, non la rigidità». Sciopero? «Io non ne ho mai parlato -èia conclusione del leader Cisl - ho parlato di mobilitazione. Vedremo. Sicuramente con il govemo c'è sta¬ ta una rottura. Sul pubblico impie¬ go, comunque, si andrà sicuramen¬ te allo sciopero». «H govemo ha respinto le proposte del sindacato. È rottura politica», spiega il segreta¬ rio generale della Uil, Luigi Angelet- ti. Roberto Maroni, ministro del Welfare, ribadisce che «il govemo non può ritirare una proposta ap¬ provata da tutto il Consiglio dei ministri, compresi i ministri di Am); ma «il testo non è blindato, e siamo pronti a recepire eventuali accordi raggiunti con le parti sociali. Penso che per raggiungere un accordo tra sindacati e imprese ci sia tutto il tempo». Uno sciopero generale? «Sull'articolo 18 - commenta Maro¬ ni - mi sembrerebbe ima cosa spro¬ positata. Sono ottimista, perché bi¬ sogna ancora parlare di pensioni e di riforma fiscale, e dunque si può ancora trovare un'intesa su tutto». sirK^acati uniti «Inaccettabile» Domani il round sulla previdenza i J Il leader della Cgil Sergio Cofferati I ministro del Welfare Roberto Maroni con Giulio Tremontl, responsabile del Tesoro

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