L'assedio del RUMORE

L'assedio del RUMORE L'assedio del RUMORE RENI, metropolitane, camion della nettezza- urbana, autoclavi, traf¬ fico generico, aerei, centrali termiche, motori a ciclo continuo, condizionatori d'aria, autoradio, discoteche, amplifi¬ catori, televisori tenuti ad alto volume: un assedio; diurno.e notturno; una impressionante potenza di fuoco mirata tutta contro le nostre orecchie. L'ulti¬ ma relazione sullo "Stato Sanita¬ rio del Paese" - pubblicata nel 20001 fotografa una situazione allarmante: il 34per cento delle famighe italiane si dichiara "molto disturbata" dalla presen¬ za attorno a sé di un rumore indesiderato. Ogni anno il centralino del pronto intervento dei Vigili; Ur¬ bani di Milano riceve diciottomi- la telefonate di protesta e di richiesta di intervento. Le conse¬ guenze sociali di unaprolunga- ta esposizione al rumore sono profonde: aumentato consvuno. di medicinali per calmare ansia e insonnia, svalutazione fino al 20 per cento degli'appartamenti più assediati, stato di diffuso nervosismo che talvolta degene¬ ra in tìragedie familiari e condo¬ miniali. Le peggiori previsioni formu¬ late, trent'anni fa, dal composi¬ tore e saggista canadese Ray¬ mond Murray Schafer, autore di «Il paesaggio sonoro» (pubbli¬ cato in Italia da Ricprdi-Unico- pli) si sono verificate: la civiltà umana non ha inai conosciuto un'invasione acustica di tale intensità, il rumore è ormai un allarme ecologico. «Ma difender¬ si si può: si può vincere e far cessare il rumore che ci rovina la vita», diòe l'ingegnere Giorgio Campolongo. Nel 1996 ha fonda¬ to "Missione Rumore", un'asso¬ ciazione che definisce "il smda- catOid^dtó^^^1»11*01^'' ra T2?mm' Milano;^tei, 02^2941.9090). La sède naziona¬ le è a Milano; quattro, per ora, le sedi regionali: Toscana, ÀbruiiOtMarche, Sicilia. Campolongo ha creato slogan efficaci come "deregulation acu¬ stica" e "condonò acustico di fatto" per definire la scarsa attenzione al fenomeno e il mancato rispetto delle leggi che pure esistono, in particolare la 447 del 1995, ima legge quadro che prevede anche una serie di decreti attuativi; è consulente di parte e del. Tribunale di Milano nella cause sempre più frequenti intentate dai cittadini contro le.jiumerose fonti di rum^B-che peggiorano la no¬ stra esistenza. Di quali strumenti dispone il cittadino che decide di combat¬ tere l'inquinamento acustico di cui è vittima? '- y~':.- «Quando il responsabile del rumore è stato identificato, ci sono due possibilità: contattare TARPA (Associazione Regionale Protezione Ambiente), la ASL di zona, l'assessorato all'Ambien¬ te, oppure affidarsi a un esperto di acustica e a un avvocato per rivolgersi al tribunale». Quale la strada più efficace? «La prima possibilità è poco costosa, ma richiede molto tem¬ po e, purtroppo, nella quasi totalità dei casi si rivela incon¬ cludente. Andare in tribunale costa di più, circa dieci milioni, ma se la lamentela è fondata, cioè se il consulente tecnico nominato dal giudice accerta il rumore, ci sono buone probabili¬ tà di farlo cessare e di ottenere la restituzione delle spese legali sostenute». Perché la repressione di orga¬ ni come Arpa, Asl, assessorati, si rivela cosi inefficiente? «Perché il cittadino è solo, poco informato dei propri dirit¬ ti, scoraggiato dalla burocrazia. Poi, ci voghono mesi per avere un soprafluogo, soprattutto se viene richiesto durante le ore notturne, quando il rumore di¬ venta più fastidioso. Ma in que¬ gli orari il lavoro dei tecnici va pagato in straordinario ed è veramente difficile ottenerlo. Infine, spesso la metodologia fonometrica, cioè la modalità tecnica della misurazione, non è adatta a valutare l'effettivo disturbo». Quali tipi di danno da rumore prevede la nostra normativa? «Biologiavseil danno è reca¬ to alla salute; esistenziale, quan¬ do riguarda il normale equili¬ brio psico-fisico; morale, per le eventuali conseguenze di carat- tere penale; patrimoniale, per la svalutazione dell'immobile». Ma ottenere l'effettiva sop¬ pressione del rumore sembra quasi impossibile. «Gli organi regionali e comu¬ nali trasmettono il loro parere al Sindaco, che emette, prima o poi, l'ordinanza di cessazione dell'attività che produce rumo¬ re; ma se il rumore persiste, come avviene spesso nel caso delle discoteche, al cittadino non resta che ricominciare da capo la trafila, con rabbia e frustrazione». Rivolgersi al tribunale dà maggiore garanzie? «Quando arriva il CTU - il rumore non c'è più! E' imo slogan che abbiamo coniato per dire che quando finalmente il Consulente Tecnico d'Ufficio si presenta per le misurazioni acu¬ stiche, le cause del rumore, magicamente, spariscono: la controparte è avvisata per tem¬ po del sopralluogo e, per il molestato, al danno rischia di aggiungersi la beffa. Ma anche quando si vince la causa, biso¬ gna ottenere l'effettiva scom¬ parsa del rumore, contrastando un diffuso garantismo dei giudi¬ ci che tendono a concedere lun¬ ghe dilazioni per effettuare i lavori di insonorizzazione». Quando un rumore supera il limite di tollerabilità e diventa perseguibile? «Quando oltrepassa di 3 deci¬ bel il rumore di fondo, cioè quel rumore che è sempre esistente in ogni luogo, casa, ufficio, fab¬ brica. Un limite piuttosto re¬ strittivo: se questa soglia viene superata, possono scattare le misure di repressione», [s. cap.l f cTa to autoveicc su autostr andata conversaziom toormale *«i turbo reattore TENSITA' SONORE ESPRESSE •. INDECISE Cage# lo stridìo diventa musica .Sandro Cappelletto NA volta, la distinzione appariva chiara; «musica» erano i suoni determinati, scelti e organizzati nella loro successione; misu¬ rabili nelle altezze, intensità, durata, tim¬ bro, nella regolata espansione degli «armonici» che si sviluppano partendo dalla nota fondamentale. Suoni che diventano racconto, arte, esperienza estetica, fedeli a regole fìsiche ed espressive. «Rumore» - invece - veniva definito il suono indeterminato, caotico, sgradevole tanto quanto la Pm)'fremito iP^veeroto e'1'ul'gustò"per la sperimentazione, anche là più radicale. Nel 1931 il compositore francese Edgar Varese introduce, tra gli strumenti di "lonisation", scritto per sole percus¬ sioni, la sirena di ima fabbrica, violento, aspro richiamo alla dimensione, altrettanto rumorosa, del lavoro industriale, di massa; vent'anni più tardi, il giovane Karlheinz Stockhausen potrà due: "Io non compongo con i suoni; compongo i suoni". Erano nate le prime macchine capaci non solo di registrare, ma di produrre suoni fino ad allora inauditi. La musica non disdegna più il rumore, anzi lo considera un amico prezioso nel cammino che porterà a ridefmire l'idea stessa di «bello musicale». «Il "suono" predominante in tutto il mondo è indubbiamente quello del traffico», amava ripetere John Cage (1912-1992), il teorico e musicista statunitense che con maggiore convinzione ha rifiutato la separazione tra caos sonoro e suono organizzato. Nella serie dei suoi "Imaginary Land- scapes" (Paesaggi immaginari) trovano posto le più confuse pulsazioni sonore della contemporaneità e in particolare l'uso divertito, sibilante, frantumato, delle radio e delle tante frequenze che si possono captare girando, più o meno velocemente, le mano¬ pole del volume e della sintonizzazione. «C'è stata una tendenza che ha attraversato tutto il ventesimo secolo, dai futuristi in poi: usare i rumori, qualsiasi cosa producesse suono, come strumento musicale. Io mi sono limitato semplice¬ mente ad aprire le orecchie su ciò che era nell'aria»: questa sua riflessione del 1984 ha già un valore retrospettivo. E si accompagna alla sperimentazio¬ ne, altrettanto fehcemente provocatoria, dell'oppo¬ sto: il silenzio. Un brano «musicale» può diventare, per Cage, semplicemente la sua «immaginazione», prolungata nel tempo. Un pianista entra in palcosce¬ nico, apre un pianoforte, si siede alla tastiera, non suona, lo richiude: per quattro minuti e trentatré secondi, una durata prestabilita dall'autore e che diventa il titolo stesso dell'opera. Opera? Rito, piuttosto; rifiuto del consumo passivo, indesiderato, subito, del magma sonoro quotidiano, riscoperta dell'ascolto come atto di volontà, e la scelta del pianoforte non è casuale: viene reso muto lo strumento romantico, sonoro, «parlante» per eccellenza. 1 \ Lungo la traiettoria che separa rumore e sUenzio si insinua una infinità di usi possibili del suono. Luciano Berlo invita a liberare la voce umana dall'obbligo di imitare il «bel suono» degli strumen¬ ti ereditati dalla tradizione: «La voce è sempre la tua, sia quando canti da soprano, sia quando gridi per chiamare un taxi». Dal "rumore bianco", il territorio del computer dove convivono tutte le frequenze che si possono percepire ad una determiL'assedio del RUMORE

Persone citate: Arpa, Associazione Regionale Protezione Ambiente, Cage, Giorgio Campolongo, John Cage, Karlheinz Stockhausen, Land, Murray Schafer, Sandro Cappelletto

Luoghi citati: Italia, Milano, Ricprdi-unico, Sicilia, Toscana, Varese