Le lucertole di Carrara: un branco immorale, arrogante e crudele di Giovanni Tesio

Le lucertole di Carrara: un branco immorale, arrogante e crudele Le lucertole di Carrara: un branco immorale, arrogante e crudele RECENSIONE Giovanni Tesio QUARANTADUE anni so¬ no un'età in cui chi sa scrivere sa anche come farlo. Quattro romanzi in . dieci anni sono una quan¬ tità sostenuta ma non invadente, cui i quattro racconti dell'ultimo libro, «La lucertola», appena pubbh- cato da Rizzoli, aggiungono buon peso. Andrea Carraro continua a scavare dentro un mondo di violen¬ za urbana e suburbana ma invece di fermarsi ad un descrittivismo di stampo realista o ad un comporta¬ mentismo di superfìcie affonda il suo scandagho nelle zone più cupe dell'animo umano da cui gesti e figure affiorano come da pozzi mai del tutto sondati. Si va dalla storia di una famigha offesa neir«onore» a quella di due giovani sposi apparentemente nor¬ mali, dalla storia di un barista vinto da prepotenza altrui a quella di un grappo di balordi in preda ai fumi di una notte passata alla brava. Nella prima storia c'è un fratello arrogan¬ te e crudo che s'incarica di punire la cognata infedele sostituendosi all' inerzia del fratello. Nella seconda due sposi alla prova di fatti che ne rivelano l'enorme fragihtà. Nella terza la frustrazione di un giovane che sogna inutilmente di riscattare un sopruso continuato. Nella quar¬ ta quattro ragazzi in branco alle prese con una sfida estrema. In tutte c'è l'assenza più o meno eviden¬ te di un principio direttivo di vita e di disciplina mentale. In tutte pre¬ valgono via via il codice del clan, l'indifferenza morale, l'arroganza del più forte, il comportamento sbandato e anche i momenti appa¬ rentemente più usuali nascondono ottusità invincibili, latenti mostruo¬ sità sordamente covate, che all'im¬ provviso esplodono in comporta¬ menti istintivi e in gesti rivelatori. Non è secondario il fatto che il secondo libro di Carraro, «Il bran¬ co», sia diventato uno dei film con cui Marco Risi, dopo «Mery per sempre» e «Ragazzi fuori», ha segna¬ to il suo passaggio da un giovanili¬ smo di cassetta e di maniera ad un «neo-neorealismo» di aspra riflessio¬ ne sociale. Il segno del tragitto compiuto da Cairaro è impresso sia nel taglio narrativo, sempre netta¬ mente scandito in scene quasi dida- scahche, sia nella scrittura secca e ossuta che si affida a mezzi sempli¬ cissimi, ad un linguaggio tutto in levare, appena marcato da qualche tratto di romanesco assimilato ad un itahano privo di scarti e d'estri espressivi. NeUe quattro storie esemplari che prendono D titolo dal secondo racconto, quello articolato quasi come un'idea di romanzo, i perso¬ naggi hanno tratti elementari, vivo¬ no entro un mondo di riferimenti privi di complessità e di profondità. E anche quando - come appunto nel racconto «La lucertola» - si muovo¬ no entro un'idea di benessere leviga¬ to, lontana dai mondi subumani del degrado metropohtano in cui gh altri sono per lo più immersi (una megalopoli da Roma ad Ostia, di allusa e ininterrotta mai^inahtà), possono patire gh insulti deUe cose ma (quasi) mai quelli della propria coscienza, affidandosi ad un sentire irriflesso, che è già per se stesso una denuncia senza predicazioni. Tanta economia di mezzi può lasciare sconcertati, ma risponde ad una precisa scelta narrativa. Può esporsi ai dubbi di una nuova ma¬ niera, ma di certo non manca di lucidità e basterebbe limitarsi a considerare l'ultimo dei quattro rac¬ conti. L'altalena, che è poi la storia di una gara estemporanea partorita dai fumi di una notte stonata. Quat¬ tro giovani che sembrano imbranca¬ ti in una delle tante storie «pulp» che ci è accaduto di leggere negli ultimi anni, mentre invece tutto vira improvvisamente all'assurdo, alla gratuità invadente e possessiva di una violenza che divora se stessa. Una rischiosa roulette in cui non conta tanto l'intenzione blasfema quanto il vuoto di vita senza vita, degno finale per un libro che ha il merito di spingere il lettore nei suoi risvolti simbohei, sempre un po' oltre, sempre un po' più in là. Andrea Carraro La lucertola Rizzoli, pp.136, L. 22.000 R A C C O N T

Persone citate: Andrea Carraro, Carraro, Marco Risi

Luoghi citati: Carrara, Ostia, Roma