Casini: solo un cretino può voler rifare la De

Casini: solo un cretino può voler rifare la De INCONTRO E DIBATTITO SU POLITICA INTERNAZIONALE E DINTORNI Casini: solo un cretino può voler rifare la De «Quella eredità nobile e irripetibile appartiene alla storia del Paese» Poi cita Malfatti rivendicando orgogliosamente la propria coerenza: «Fu uomo del dialogo, ma non si piegò mai a nessun trasformismo» retroscena Fabio Martini Inviato a PERUGIA Aottantantadue anni e con quel che ha vissuto, Giulio Andreotti è uno che arriva ancora in anticipo agli appunta¬ menti: eccolo, un po' curvo ma a passo spedito, avviarsi verso l'aula magna semivuota dell' Università di Perugia e rallenta¬ re soltanto davanti ad un'incre¬ spatura del pavimento: «Devo stare attento, sennò vado lun¬ go...». Ma tre quarti d'ora più tardi, si scoprirà che soltanto Giulio Andreotti, assieme ad Emilio Colombo, ha mantenuto la promessa di partecipare al ricordo di Franco Maria Malfat¬ ti, mentre invece si sono sottrat¬ ti al gran revival democristiano Arnaldo Forlani e Francesco Cossiga. E così, i "grandi vec¬ chi", già divisi quando erano potenti, per il momento non hanno voluto passare plateal¬ mente il testimóne a Pier Ferdi¬ nando Casini, l'ex rampollo di famiglia chiamato a concludere il convegno e che ambirebbe ad ereditare «il meglio della tradi¬ zione democristiana». Ma da questo punto di vista è eloquen¬ te una battuta sibilata da An¬ dreotti durante il buffet: «L'ere¬ dità presuppone che imo sia morto...». Come dire: giovani diventati grandi, piano ad ap¬ propriarsi delle eredità, perché i vecchi capi sono ancora atti¬ vi... E Casini? Sospettato come è da Berlusconi di tramare alle sue spalle, il presidente della Camera in questi giorni cerca di cancellare l'immagine ch3 lo vuole a capo di un riaggregazio¬ ne di reduci, impegnati a riani¬ mare una mini-Dc. E così a chi gli chiede se il suo obiettivo sia l'eredità della De, Casini rispon¬ de con insolita asprezza: «Solo un cretino vuole l'eredità della De perché quella eredità nobile e irripetibile è nella storia del Paese». E l'altro fantasma che agita Casini, quello del biparti- san per calcolo? «L'esempio di Malfatti - ha detto Casini - risalta davanti a tanti esempi di trasformismo e di piccola politica». Una rivendicazione orgoghosa perché corrisponde alla scelta politica più difficile e coraggiosa della sua vita: quella del 1993, quando - assie¬ me a Mastella e D'Onofrio e contro il parere di Forlani - Casini fondò il Ccd, resistendo qualche anno dopo alle lusin¬ ghe dell'Ulivo, mentre l'altro dioscuro Clemente si lasciava sedurre dal profumo del potere. E il nuovo contenitore post- democristiano? Ieri Casini ha esibito disinteresse, ma è pur vero che due sere fa a piazza del Gesù si sono visti Marco Follini, Rocco Buttiglione e Ser¬ gio D'Antoni e hanno sostanzial¬ mente chiuso un accordo in questi termini: il nuovo partito nascerà a fine gennaio e avrà come simbolo lo scudo crociato con la scritta "Libertas" (la vela del Ccd sarà cancellata) e quan¬ to al nome, il più quotato è Partito dei democratici cristia¬ ni. Ma proprio perché il timore di Casini e dei Ccd è fugare "l'effetto-rieccoli" (la battuta è di D'Onofrio), il presidente del¬ la Camera da alcune settimane è impegnato in un'operazione di rivisitazione dei democristia¬ ni che hanno avuto «più senso delle istituzioni». Dopo Mario Sceiba, ieri è toccato a Malfatti, singolare figura di ministro in¬ tellettuale, ironico e possessore di una vastissima biblioteca che proprio ieri la famiglia ha donato alla Università di Peru¬ gia. E durante il convegno, al quale hanno partecipato anche Giorgio Napolitano e Arrigo Levi, il ministro degli Esteri Renato.Ruggiero ha raccontato episodi eloquenti che hanno consentito di stabilire meglio la statura del personaggio Malfat¬ ti: «Nel 1971, quando era Presi¬ dente della Commissione Euro¬ pea ed io ero il suo capo di gabinetto, una delle prime que¬ stioni che dovette affrontare fu la crisi della politica agricola comune. Un pomeriggio, a Bru¬ xelles, Franco chiamò me e Nino Andreatta e ci disse: "Biso¬ gna trovare un'idea forte per uscirne: convochiamo i capi di govemo". Fu così che nacquero così i Consigli europei». E qual¬ che mese più tardi durante il negoziato per fare entrare la Gran Bretagna nella Comunità, «gli americani strillavano e una mattina Franco propose una soluzione all'ambasciatore ame¬ ricano, che gli rispose: "Benissi¬ mo, ma lei deve parlarne con il Presidente Nixon". I francesi si opposero, ma Malfatti andò. E quando fummo alla Casa Bian¬ ca, Malfatti per invogliare il Presidente, disse: "Possiamo chiamare questo negoziato il Nixon Round". Nixon rispose: "Semmai il Malfatti Round!". E Malfatti, con la solita generosi¬ tà: "Beh, chiamiamolo Nixon- Malfatti Round...". Passò del tempo e si chiamo Tokyo Round». Ruggiero ricorda l'ex ministro democristiano «Non valorizzava i suoi meriti. Si oppose quando Nixon propose di battezzare un negoziato il Malfatti-Round Passò del tempo e si chiamò Tokyo-Round» A piazza del Gesù si sono visti Pollini, Buttiglione e D'Antoni: il nuovo partito nascerà a gennaio e avrà come simbolo lo scudo crociato con la scritta «Libertas». Nome? Il più quotato è Partito dei democratici cristiani Un'immagine democristiana di qualche anno fa: un giovanissimo Pierferdinando Casini accanto ad Arnaldo Forlani

Luoghi citati: Gran Bretagna, Perugia, Tokyo