L'ingresso fra i i popolari europei divide An

L'ingresso fra i i popolari europei divide An L'ingresso fra i i popolari europei divide An Alemanno chiede una «verifica» del programma di governo a gennaio ROMA Tutti con Fini, appassionatamente, ora che ha riportato il partito al govemo dopo la «traversata nel deserto» durata sei anni e mezzo. La svolta fu a Fiuggi nel gennaio '95, quando nacque Alleanza Nazio¬ nale (subito dopo la caduta del primo governo Berlusconi). Da allo¬ ra non c'è più stato un congresso, soltanto assemblee e conferenze programmatiche, come quella di Napoli prima del voto politico. Così ora An ricomincia da tre, da tre correnti nuove di zecca. Aspira a governare il partito ma soprattut¬ to a svecchiarlo fino a farlo entrare nel Ppe la componente di maggio¬ ranza «Destra protagonista», cioè i vecchi «tatarelliani», area anti-sta¬ talista che ieri ad Arezzo si è ritrova¬ ta per una sorta di pre-congresso attorno al duo Ignazio La Russa (capogruppo alla Camera) e Mauri¬ zio Gasparri (ministro delle Comu¬ nicazioni). Punta ad una differen¬ ziazione anti-liberista la «Destra sociale» dell'altro duo Francesco Storace (il «governatore» del Lazio) e Gianni Alemanno (ministro delle Pohtiche Agricole), che ieri ha orga¬ nizzato in tutta fretta un dibattito a Roma, all'Hotel Ergife, giocato sul¬ lo slogan «Più destra nel govemo, più Italia nel partito». La terza componente nascerà ufficialmente a metà dicembre dopo lo sciogh- mento di «Destra e libertà» e «De¬ stra plurale», potrebbe allearsi con la prima, alla fine; si chiama «Nuo¬ va Alleanza» ed è guidata da un terzetto: il ministro all'Ambiente Altero Matteoli, il viceministro Adolfo Urso e il capogruppo dei senatori Domenico Nania. Nel ping-pong tra Arezzo e la capitale, ieri An ha dunque vissuto una sorta di congresso virtuale, nel quale hanno tenuto banco tutti i temi del confronto intemo. A diffe¬ renza dei Ds, che dovevano sceglie¬ re una diversa leadership dopo la sconfitta, il segretario non è messo in discussione da nessuno, tanto che ieri Gasparri dalla kermesse con 1200 delegati in Toscana - dove sono comparse hostess, bandierine (anche americane), gadget e persi¬ no ospiti estemi, come il mitico Mogol, parohere di Lucio Battisti - ha riassunto con una battuta; «Se questo congresso dovesse decidere il leader, durerebbe mezzo minu¬ to». E La Russa gli ha fatto eco: «La spinta propulsiva di Fiuggi si è esaurita», perciò serve uno scosso¬ ne, per non balbettare più». Con una chiosa di Gasparri: «Ci chiama¬ vano i "berluscones", invece siamo gli "inteUigentones"». Se non su Fini, allora, su che si divide An? Intanto sul peso delle varie componenti nella gestione del partito, poi sulla linea politica (più o meno liberismo, maggiore ricono¬ scibilità nei confronti di Forza Ita¬ lia, egemonia che rischia di «far evaporare la destra», come dice il sottosegretario Alfredo Mantova¬ no, venfica dell'attività di govemo e dell'alleanza, lanciata da Aleman¬ no), e persino sul simbolo della fiamma tricolore. Enzo Palmensa- no (ebreo, fu autore dell'emenda¬ mento approvato a Fiuggi di con¬ danna dell'antisemitismo) ha lan¬ ciato la proposta con una nota d'agenzia, sostenendo che la «fiam¬ ma è stato sempre interpretata come il segno della continuità del vecchio Msi con il fascismo e la Repubblica sociale italiana». Come la Quercia tolse la falce e martello quando nacquero i Ds, An si disferà anche di quel simbolo? Di certo, per entrare nel Partito popolare europeo dovrà superare le resistenze di tanti ex democristia¬ ni. Per Gasparri è un «passaggio inevitabile», visto che ormai il grup¬ po - dopo l'ingresso dei gollisti francesi e dei conservatori britanni¬ ci - ospita tutti i moderati. An ha già incassato un «sì» un po' stentato all'ipotesi dell'ingresso da parte di Francesco Cossiga, mentre il giova¬ ne segretario generale del Ppe, lo spagnolo Alejandro Agag, ha com¬ mentato: «Noi non ci muoviamo dal centro, sono loro che vengono di noi». E se il matrimonio con An fa venire l'orticaria al segretario del Ppi, Pierluigi Castagnetti, che lan¬ cia l'altolà, da Roma la battagliera componente della destra sociale la stronca senza mezzi termini. «Non credo che la nostra prospettiva - ha detto Storace - sia quella di militare a fianco di Castagnetti: spero che almeno questa ci venga risparmia¬ ta». E Alemanno: «E prematuro, devono prima uscire Castagnetti e Rosy Bindi». Nelle pieghe dell'Ergife anche una proposta lanciata dal ministro alle Pohtiche agricole che farà di¬ scutere: dopo la Finanziaria il go¬ vemo deve avviare una «grande verifica programmatica» per ade¬ guare l'azione del govemo alla re¬ cessione dopo l'I 1 settembre, [r. i.] Le correnti a convegno in vista del congresso Storace polemico: «lo non sto insieme a Castagnetti» Gasparri: «Il Ppe approdo finale dei conservatori» Mantovano: l'egemonia di Forza Italia rischia di far evaporare la destra