Pecorella: basta guerre ora servono le riforme

Pecorella: basta guerre ora servono le riforme IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA, DI FORZA ITALIA Pecorella: basta guerre ora servono le riforme «Il Pg sbaglia, quella di Previti è una protesta politica contro il tribunale non un'azione dilatoria. La prescrizione per quel tipo di reato scatta solo dopo quindici anni. Casini farebbe bene a difendere il Parlamento» intervista Gigi Padovani REPLICA punto per punto alla «requisitoria» del procuratore generale di Milano, Francesco Sa¬ verio Borrelli sul caso Previti, ma con la consueta misura. Gaetano Pecorella, 63 anni, avvocato di Berlusconi e - da deputato di Forza Italia - presidente della commissio¬ ne Giustizia alla Camera, è convin¬ to che il Pg sbagli ad accostare le azioni usate dall ex ministro azzur¬ ro alle manovre dilatorie dei terro¬ risti e non crede che i giudici milanesi siano rimasti alTintemo delle loro prerogative. Perciò chie¬ de al presidente della Camera, Casi¬ ni, di tutelare le prerogative del Parlamento. Ma aggiunge: «Basta con le guerre tra fazioni di giudici e avvocati, da noi i cittadini chiedo¬ no un miglioramento della giusti¬ zia. Si parla troppo di Taormina e poco di riforme». Onorevole Pecorella, ha letto le «esternazioni» di Borrelli a Bergamo? Sul caso Previti è una vera requisitoria... «Borrelli, da procuratore generale, si occupa di processi sui quali non ha competenza». Accusa Previti di usare gli stessi metodi delle Br per evi¬ tare il processo. «Ha un ricordo sbagliato. Non furo¬ no azioni dilatorie, quelle delle Br, come non lo sono quelle di Previti». Le Br ricusarono anche gli avvocati, oltre ai giudici. «Erano azioni pohtiche, va loro riconosciuto. Non dimentico che a Torino il presidente dell'Ordine degli avvocati. Croce, perse la vita: rifiutavano il processo consideran¬ dosi in guerra con lo Stato. D'altra parte non potevano sperare di usci¬ re, con i lunghi termini di custodia cautelare che avevano». A cosa mira Previti? «Il suo è un atto di protesta, ritiene che le decisioni della IV sezione penale del tribunale di Milano sia¬ no prese in odio alla sua posizione. Come si fa a dire che un parlamen¬ tare non è impedito essendo alla Camera, in quanto non c'è la prova che si trovi lì? Collegare questo alla dilazione, oltretutto, è assurdo. Il reato contestato a Previti si prescri¬ ve in 15 anni: non è questo il suo obiettivo. D'altra parte dare una settimana ad un legale d'ufficio per studiare oltre IO mila pagine è un altro segno che è in corso una gu^fra personale del presidente Carfì contro l'imputato». Secondo Borrelli, il tribunale però poteva dare una propria interpretazione della senten¬ za emessa dalla Consulta. «La Consulta ha ritenuto che il giudice abbia operato al di fuori delle sue competenze, dando preva¬ lenza all'aspetto giudiziario rispet¬ to al plenum del Parlamento. Per¬ ciò ha stabilito la nullità di molti atti: lo sono anche quelli che ne seguono, trattandosi di un "processo", che deriva dalla parola "procedere". La Corte Costituziona¬ le certo non poteva dire che il dibattimento si deve rifare, ma. non è affatto vero che abbia lascia¬ to spazi per decidere». E sulle rogatorie? «Chiariamo che la legge sulle roga¬ torie non ha previsto nulla. E la convenzione europea che impegna le singole nazioni a trasmettere gli originali dei documenti. Sono d'ac¬ cordo con Borrelli che il tribunale non ha detto di non voler applicare la nuova normativa, ma l'ha inter¬ pretata male, nel caso concreto. Come si fa a dire che l'autorità giudiziaria dà una patente di auten¬ ticità ai documenti, perché li tra¬ smette? Accade soltanto se racco- glie gli atti. Ma se sono stati i privati, ciò non è garantito». Quanto a garanzie per l'impu¬ tato, Previti ne ha avute in abbondanza: ha usato 12 si¬ stemi, è stato calcolato, per ritardare il dibattimento. «Ogni imputato usa gli strumenti che la legge gli offre. Ma scusi, la pm Boccassini voleva portare Pre¬ viti in aula con l'ambulanza due giorni dopo una grave operazione, quando altre volte i giudici si accon¬ tentano di un certificato medico: lo si fa per i criminali in carcere». Qualcuno ritiene che il presi¬ dente della Camera, Casini, debba sollevare il conflitto di competenza con la Corte Co¬ stituzionale. Che ne pensa? «Nel caso specifico non serve, il tribunale va avanti nonostante la Consulta. Però, a tutela del Parla¬ mento, farebbe bene a sollevarla. Il giudice deve capire che il parlamen¬ tare è al servizio del paese: altri¬ menti, o rinuncia a difendersi o a votare. Si ricordi che il govemo Prodi si salvò per un solo voto». Cosa pensa delle critiche di Borrelli alla riforma del Csm? «Il nostro progetto è molto semph- ce. Con una lista nazionale, si creeranno alleanze che non è detto siano pohtiche: per evitare le cor¬ renti, qualcuno ha proposto l'estra¬ zione a sorte. Un sistema che apph¬ cato a cariche pubbliche, mi lasce¬ rebbe perplesso». Questa «guerra» in atto non blocca ogni tentativo di mi¬ gliorare la giustizia? «Le dò ragione. Se la discussione, anche dura, avesse a che fare con le riforme, o con le modifiche al codice di procedura penale, sarei d'accordo: questo è quanto la gen¬ te si aspetta da noi. Qui invece è nata una guerra tra alcuni avvoca¬ ti e politici e alcuni magistrati e politic. Si è discusso più di Taormi¬ na, che è un awocatp illustre ma un semphee sottosegretario, che non del Csm, della Finanziaria, della legge anti-terrorismo». A proposito di Finanziaria, è soddisfatto dei fondi stanzia¬ ti per la giustizia? «E' ancora m discussione. Ciascu¬ no pensa che il proprio settore dovrebbe avere di più. Certo, con l'avvento del giudice di pace dal prossimo anno, non so se gli investi¬ menti sono adeguati. Quando la coperta è corta, ognuno latira e ne manca'sempre un pezzo». «La gente non ne può più delle lotte tra fazioni contrapposte di politici, avvocati e magistrati» «Nella Finanziaria servirebbero più soldi per questo comparto» Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia alla Camera

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Taormina, Torino