L'addo a Maria Grazia «Ha dato voce anche ai suoi assassini» di Fabio Albanese

L'addo a Maria Grazia «Ha dato voce anche ai suoi assassini» DI CATANIA ALLA CUTULI L'addo a Maria Grazia «Ha dato voce anche ai suoi assassini» Migliaia di persone al funerale della giornalista trucidata in Afghanistan «Tanta folla qui SÌ Vede SOlO per la feSta e la prOCeSSiOne di Sant'Agata» la cerimonia Fabio Albanese CATANIA NON amava stare sotto i rifletto¬ ri, era schiva e riservata. E anche per la sua tomba, la tomba di Maria Grazia Cutuli, è stato scelto un posto che le sarebbe tanto pia¬ ciuto: un piccolo cimitero di campa¬ gna tra Dagala del Re e Monacelle, due frazioni di Santa Venerina, su un fianco dell'Etna. Lì c'è la tomba di famiglia, con i nonni patemi, e lì è stata sepolta ieri pomeriggio, nel¬ la tranquillità e lontano dalla ribal¬ ta. Solo poche ore prima, a Catania, al suo funerale nel duomo dedicato alla patrona della città, Sant'Agata, l'atmosfera era ben altra: in miglia¬ ia hanno preso parte al rito, cinque¬ mila dentro la cattedrale, chissà quanti a trasformare in un tappeto umano piazza Duomo, da cui si poteva vedere a malapena l'ingres¬ so della chiesa ma non si poteva sentire la funzione. Un addio con le autorità, da Roma è arrivato solo il ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, e un emis¬ sario del Quirinale, con tantissima gente comune, scolari e studenti con le bandiere delle loro scuole abbrunate, con tanti giornalisti, gli amici e compagni di lavoro di Ma¬ ria Grazia come pure quelli venuti a seguire la cerimonia funebre per lavoro, telecamere, fotografi, la di¬ retta tv sulla televisione dalla qua¬ le era partita l'avventura giornali¬ stica di Maria Gxazia. E con tanta commozione. Quella dignitosa e per nulla esibita dei familiari, quel¬ la appassionata e sincera dei tanti catanesi che non la conoscevano e che «l'abbiamo conosciuta in que¬ sti giorni». I funerali di Maria Grazia Cutuli sono stati una sorta di rito coUetti- vo, come collettiva e corale era stata la partecipazione al lutto del¬ la famiglia quando venerdì, nella camera ardente allestita nel vicino Palazzo degli Elefanti, il municipio della città, in migliaia avevano vo¬ luto sfilare davanti alla bara di legno chiaro, lasciando un fiore, una poesia, un bacio. Già due ore prima che comincias¬ se la funzione la chiesa era gremita. Quando sono arrivati papà Giusep¬ pe e mamma Agata è calato un silenzio irreale. I genitori di Maria Grazia, duramente provati da que¬ sta terribile settimana di dolore, hanno attraversato a fatica la nava¬ ta centrale prima di raggiungere i loro posti. Proprio di fronte a loro, nel transetto ai piedi dell'altare, c'è la bara, circondata da decine di mazzi di fiori, una grande foto di Maria Grazia poggiata sopra. Nel tempio barocco è stato l'arci¬ vescovo metropolita della città. Lui¬ gi Bommarito, a celebrare la messa assieme ai sacerdoti salesiani, alcu¬ ni dei quali hanno conosciuto Ma- ria Grazia nella parrocchia vicino casa, nel quartiere di Barriera: «Sei morta tragicamente, brutalmente - ha detto Bommarito nella sua ome¬ lia -, barbaramente ammazzata con ferocia fredda, calcolata, cini¬ ca». Eppoi: «Sei l'emblema di que¬ sta nostra terra dalla quale, per lavorare, spesso bisogna partire e per essere attenzionati talvolta bi¬ sogna morire». Nelle prime file, da una parte della cattedrale i familia¬ ri, dall'altra le autorità e i colleghi del Corriere della Sera, arrivati in tanti. C'era anche il presidente del¬ la Rcs, Cesare Romiti, tornato appo¬ sta dalla Cina e che è stato visto piangere all'uscita dalla chiesa, mentre a spalla portavano via la bara. «Anch'io l'ho incontrata poco e le ho parlato poco - ha poi detto nell'orazione il direttore del Corrie¬ re, De Bortoli -, rimpiango le occa¬ sioni di dialogo perdute e sacrifica¬ te a una quotidianità che oggi mi appare vuota». De Bortoli ha ricor¬ dato il drammatico viaggio in Paki¬ stan per andare a recuperare il corpo della giornalista uccisa: «Ri¬ penso al volto di Maria Grazia nella notte silenziosa di Islamabad - ha detto -, conservava tutta la sua dolcezza, quella dolcezza che ha riservato agli assassini, forse gli stessi ai quali ha dato voce, rispet¬ tandoli, rispettando loro che l'han¬ no colpita alle spalle, in quel mo¬ do». Tra i tantissimi catanesi che hanno partecipato ai funerali non c'era il sindaco della città, Umberto Scapagnini, rimasto negli Stati Uni¬ ti da dove ha mandato un messag¬ gio alla famiglia. E' toccato al vice- sindaco Raffaele Lombardo prende¬ re la parola per avvertire che «il suo sacrificio andrebbe deluso se non ci interrogassimo sulle sorti dei Sud del mondo. Accanto a noi c'è un Sud fatto di periferie. E Catania dedica a Maria Grazia la casa dei popoli, di tutti i popoli afflitti». Prima di loro aveva parlato Mario, uno dei tre fratelli di Maria Grazia Cutuli. Il suo è stato un elenco di ringraziamenti, svolto con un nodo alla gola e la morte nel cuore: «Grazie al capo dello Stato, al presi¬ dente del Consiglio, al ministero degli Esteri, al sindaco di Roma che ha deciso di dedicarle un' asilo, grazie soprattutto alla comunità cambogiana, dei filippini e a tutti i Paesi del Sud, con cui lei era riusci¬ ta a fraternizzare e di cui era riuscita a diventare amica». Poi un'amica e collega ha ricor¬ dato «una piccola anima vagabon¬ da e fragile»; quindi la fine della cerimonia e un lungo, disperante, applauso che ha accompagnato la bara per tutta la chiesa, fino all'usci¬ ta sul sagrato, fino a piazza Duomo, fino in via Etnea, in piazza Stesico- ro, con quella imponente folla che continuava a gettare fiori sulla bara, con il viceparroco della catte¬ drale che, quasi sorpreso, sussurra: «Questa folla qui si vede solo per la festa di Sant'Agata». Amici e colleghi hanno seguito con commozione le esequie Il presidente della Rcs Cesare Romiti è tornato apposta dalla Cina Da Roma è giunto un emissario del Quirinale Per il governo era presente solo il ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo L'arcivescovo affronta un «tema scomodo»: «Sei l'emblema di questa nostra terra dalla quale, per lavorare, spesso bisogna partire e per avere attenzione talvolta bisogna morire» Il direttore del Corriere della Sera «Ripenso al suo volto nella notte silenziosa di Islamabad. Conservava tutta quella dolcezza che ha riservato anche a chi l'ha uccisa» La foto di Maria Grazia Cutuli sulla bara nella cattedrale Un'antica folla saluta la salma della giornalista 'morta in Afghanistan