«Così non possiamo trattare»

«Così non possiamo trattare» IL VICEPRESIDENTE PI CONPINDUSTRIA SCETTiCO SUL PIANO MARONI, IL SOTTOSEGRETARIO AL TESQRÒ CONFERMA \ 33 MILA MILIARDI DELLA MANOVRA «Così non possiamo trattare» Guidi: la riforma proposta è troppo fragile cntervista CHE delusione... La Confindustria giudica inadeguato il progetto di riforma delle pensioni preparato dal ministro del lavoro e delle politiche sociali Roberto Maroni. «E' una propo¬ sta troppo debole» si rammarica Gui¬ dalberto Guidi, consigliere per le rela¬ zioni industriali e quindi l'ambasciato¬ re delle imprese nel confronto tra il governo e le parti sociali per la previ¬ denza. Dottor Guidi perché la valuta¬ zione della Confindustria è cosi negativa? «Il progetto di riforma è molto fragile perché è tutto giocato su un sistema di incentivi. E non consente di arrivare all'atteso risparmio dei costi della previdenza. Ma sappiamo tutti che si tratta di una voce fondamentale della spesa pubblica a cui si aggiungono gli interessi pagati sui debitidello Stato». Secondo lei, pertanto, è indi¬ spensabile essere più deter¬ minati? «I risparmi nel settore previdenziale previsti dal progetto di riforma non sono tali da permettere la riduzione della pressione fiscale'è dell'èntità'dei contributi, possibile iolo agendo in profondità. Le ipotesi delineate non danno alcuna garanzia in questa dire¬ zione», ì \ ." - .' ; i Cosa non apprezza in partico¬ lare di queste ipotesi? «Il progetto; cosi come fjprtmjlàtp'Séf,' condo le Mormaziom'cifcolatte ftse lo abbiamo compreso bene, è basato esclusivamente su incentivi al rinvio del pensionamento: quésto potrebbe determinare eccessive rigidità al tum over aziendale (la rotazione del perso¬ nale)». Con la liberalizzazione, cioè la facoltà di lavorare oltre l'età pensionabile, non è pre¬ visto il consenso delle azien¬ de? «Nel piano del ministro, il consenso è richiesto solo oltre i 65 anni. Ma è assolutamente indispensabile che ven¬ ga affermato il principio dell'accordo fra le aziende e i lavoratori dai 57 ai 65 anni. Non è giusto che l'impresa subi¬ sca la scelta da parte del dipendente». Come valuta il no dell'ammi¬ nistratore delegato della Fiat Paolo Cantarella all'abolizio¬ ne delle pensioni d'anzianità che possono scattare a 57 anni? «Non è mia abitudine commentare le valutazioni di prestigiosi componenti del direttivo della Confindustria che sono comunque esattamente in sinto¬ nia con le considerazioni finora formu¬ late dalla nostra organizzazione». In sintesi, dunque, un no al progetto di Maroni? «In sintesi sono annunciati pochi e incerti risparmi e una eccessiva rigidi¬ tà in uscita».. E quali conseguenze lei trae da queste riflessioni? «Ascolteremo le proposte direttamen¬ te dal governo. Bisogna discutere. Ma se queste sono le premesse credo divenga quasi inutile parlare di rifor¬ ma delle pensioni e avviare la discus¬ sione sulla destinazione del trattamen¬ to di fine rapporto alla previdenza integrativa». Perché quasi inutile? ; «Con queste ipotesi di partenza del confronto diventa molto, molto impro¬ babile che ci sia la disponibilità delle : imprese a offrire il dirottamento del tfr per i fondi pensione». Ma cosa chiede la Confindu¬ stria? «La Confindustria sollecita una vera riforma. Una riforma che sia credibile anche per l'Europa, che sia finalmente definitiva e che consenta un graduale alleggerimento dell'insostenibile peso del prelievo fiscale e contributivo». Insomma mettere la parola fine alla continua discussio¬ ne su come riorganizzare la previdenza? «Tutti, in Italia e fuori, .dal Fondò monetario all'Ocse, dalla Banca d'Ita- - lia ad altre istituzioni, dovranno valu- , tate qome idonea la rifoima reializza- - ta.-Non possiaino hégare à;milioni di lavoratori la sicurézza del loro futuro previdenziale. L'incertezza è anche una delle ragioni più importanti della riduzione della propensione ai consu¬ mi. Ha un grosso impatto sull'econo¬ mia reale del paese». In pratica cosa chiedono le imprese? «Non devono essere immaginati solo incentivi per chi resta al lavoro, ma anche disincentivi per chi decide di andare in pensione prima. Bisogna ottenere quei risultati sui conti della . previdenza che ci attendiamo e che ' cori le proposte emerse non vediamo realizzabili». «L'aspetto più debole è avere giocato tutto su un sistema di incentivi e quindi non potere arrivare all'atteso risparrnio dei costi della previdenza una voce fondamentale per il risanamento della spesa pubblica» ^, ' II vicepresidente j della Confindustria, ■\j Guidalberto Guidi I /.: Sotto, il sottosegretario 'All'Economia Giuseppe Veg^

Persone citate: Gui, Guidalberto Guidi I, Guidi, Maroni, Mila Miliardi, Paolo Cantarella, Roberto Maroni

Luoghi citati: Europa, Italia