E' l'alcolismo la nuova droga

E' l'alcolismo la nuova droga E' l'alcolismo la nuova droga Duecentomila ragazzi si ubriacano ogni settimana Raffaello Mascl ROMA Sono almeno duecentomila i ragazzi tra i 15 e 24 anni che si ubriacano regolarmente, tutte le settimane. Non sono «droga¬ ti» né potenziali tali, tant'è che con il passare dell'età recedono dal vizio del bere, ma sono comunque ragazzi che esprimono un forte disagio sociale e di comunicazione, e si trasformano in un pericolo per se stessi e per gli altri, quando - non sobri - si metto¬ no al volante. E' il dato più allarmante che si legge - peraltro tra le righe - del «Rapporto sugli italiani e l'alcool» presentato a Roma. Si tratta della lettura trasversale e allargata di dieci anni di attività dell'«Osservatorio per¬ manente su giovani e alcool». Dalle 120 pagine del rappor¬ to (più altrettante, in quanto il volume accorpa anche la ver¬ sione inglese) appare che gli italiani - tutto sommato - sono ,un .popolo che si è autoeducato all'uso degli alcolici, e si è convertito - perfino nel Nord¬ est tradizionalmente incline al bicchiere - al principio del «bere poco ma bene». Se dieci anni fa si consumavano 9,1 litri di alcool a testa ogni anno (distribuiti in varie bevande: vino, birra, aperitivi, eccete¬ ra), ora la media è scesa a 7,5 litri. Il vino, che resta l'alcolico più diffuso, ha una sua crescen¬ te schiera di estimatori che lo selezionano con cura prima di assumerlo: piace al 65^0 dei trentenni (e questo si capisce) ma anche al 510Zo dei ragazzi (e questo è un dato innovativo). La birra è estremamente cresciuta nel mercato e nell'ap- prezzamento collettivo: gradi¬ ta al 650Zo dei teenagers, è apprezzata anche dal 7296 dei trentenni. E soprattutto si è trasformata nella bevanda di socializzazione per antonoma¬ sia, decretando il successo di pub e birrerie a scapito delle enoteche o delle, tradizionali osterie. L'alcolismo come patologia non è materia affrontata dal Rapporto, che punta più ad una lettura sociologica del be¬ re, da cui si evince - tra l'altro - che «la maggior parte degli italiani ritiene che bere uno o due bicchieri di vino o birra a pasto sia una cosa normale (860Zo), ma anche che ubriacarsi una volta non sia poi così grave purché non diventi un'abitudine ^"/i), che le be¬ vande alcoliche in moderata quantità non danneggiano la salute (7007o)» ma che, per con¬ tro «bere molto è come drogar¬ si» (82^0). «In realtà - spiega Enrico Tempesta, presidente del comi¬ tato scientifico dell'Osservato¬ rio - nel caso dei giovani, chi abusa dell'alcool, anche con una certa assiduità, lo fa per una sorta di "autoproduzione del piacere", perché cioè vive una forma esasperata un disa¬ gio umano e sociale - non trova ascolto, non trova vie di comunicazione - e cerca nell'al- cool una risposta, almeno par¬ ziale e temporanea, al proprio malessere». Questo ricorso all'alcol co¬ me droga poi - nella maggior parte dei casi - recede, nel senso che con l'aumentare del¬ l'età crescono anche la consa¬ pevolezza e la maturità, e l'adolescente risolve in qual¬ che modo quel disagio che lo portava a bere. Sono dunque i ragazzi più fragili e soli quelli che si rivolgono al bere smodato e, se andiamo a guardare dentro questo universo, vi possiamo trovare i connotati di persone non in condizioni di marginali¬ tà sociale: bevono (troppo) so¬ prattutto i maschi, scolarizza¬ ti, di buona famiglia e residen¬ ti al Nord. La povertà e l'igno¬ ranza questa volta non c'entra¬ no. «Nell'età dell'abuso di alco¬ ol - dice ancora il prof. Tempe¬ sta -, i ragazzi diventano an¬ che un pericolo sulle strade, specie nei fine settimana in quanto guidano ubriachi: se¬ condo il Rapporto, il IS'ft degli under 24 ha guidato in stato di ebbrezza, la percentuale scen¬ de al 17,50Zo nella fascia di età 25-34 anni, e quindi al 12,30Zo nella fascia 35-44 anni. L'alco¬ ol come «sballo» è un pericolo, dunque, ma che passa col tempo. Sono in maggioranza adolescenti maschi di buona famiglia e vivono al Nord Cresce anche il numero di coloro che si convertono al bere poco e bene IDENTIKIT DEL CONSUMATORE BEVONO DI PIÙ' DEI GIOVANI FRA 115 E 134 ANNI LE BEVANDE ALCOLICHE PREFERITE FRA 115 E 124 ANNI viv . I ragazzi delle ragazze 4D ' I giovani che vivono al Nord, seguiti da Quelli ^ del centro e dai coetanei de Sud ** Gli appartenenti ai ceti medio-superiori 0 giovani che hanno più assidui consumi culturali (leggono più libri è giornali, usano il Pc e Internet, ^ guardano videotape ecc.) il 30,70A è consumatore regolare ^ (beve almeno una volta alla settimana) " il 47,2V» è consumatore occasionale ^ (beve almeno una volta ogni 3 mesi) " il 29,807o non beve Q 65-/0 birra C Sl^vino© gjftjì aperitivi e digestivi ift 30Vo superalcolici C 72Vo birra ^ Kgj vino 4D 46*^ aperitivi e digestivi ^ 300Zo superalcolici C^ I! ISVo dei giovani 15-24 anni (anche il ciclomotore) ^ il IT.S'M» degli italiani di 25-34 anni ^ il 12^ dei 35-44 anni ^ il S.SVo degli italiani di 45-54 anni ij» il D.syo degli italiani con oltre 54 anni 0 il 16,8yo degli uomini 0 ' il 6,1sZo delle donne C

Persone citate: Enrico Tempesta

Luoghi citati: Roma