I vecchi boss parlano, 142 arresti

I vecchi boss parlano, 142 arresti I vecchi boss parlano, 142 arresti Blitz in tutta Italia con mille agenti contro la Sacra Corona Unita Tonio Attino BRINDISI Già decapitata da anni di indagi¬ ni, messa alle corde dal pentimen¬ to di alcuni dei suoi uomini più importanti, la Sacra Corona Uni¬ ta subisce un altro colpo. Un esercito di mille uomini fra poli¬ ziotti e carabinieri ha battuto mezza Italia arrestando 92 pre¬ sunti affiliati ai clan brindisini accusati di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, contrabbando di sigarette, estor¬ sioni ai danni di commercianti e imprenditori. Tra le accuse, an¬ che quella di omicidio: sono sette i delitti compiuti in dieci anni di guerre inteme - il primo nel 1990, l'ultimo nell'agosto dell'an¬ no scorso - su cui gli investigatori sono convinti di avere trovato una soluzione. Delle 164 ordinanza di custo¬ dia cautelare 50 sono state notifi¬ cate a detenuti mentre 22 perso¬ ne sono ancora irreperibili: tra queste, 14 figurano ormai da tempo nell'elenco dei latitanti. L'operazione, con arresti compiu¬ ti a Rapallo, Milano, Torino, Ta¬ ranto, Temi, Siena, Piacenza, Ra¬ venna, Brescia e Treviso oltre che a Brindisi, stravolge ora gli equilibri dei clan: in libertà non ci sono più i boss riconosciuti della mafia pugliese, tutti detenu¬ ti o collaboratori di giustizia, ma i giovani rampanti. Il che potreb¬ be aprire una fase di quiete o, al contrario, una nuova tempesta intema con sanguinari tentativi di scalata ai vertici, come peral¬ tro è già avvenuto in passato. «Difficile dire che cosa acca¬ drà adesso. Avviene sempre qual¬ cosa quando cambiano gli assetti intemi alla criminalità» commen¬ ta Cataldo Motta, magistrato an¬ timafia leccese che ha lavorato a questa inchiesta con Leonardo Leone De Castris e i colleghi Emilio Amesano, Alberto Satta- caterina e Francesco Mattiace della Procura di Brindisi e il magistrato della direzione inve- stivativa antimafia Francesco Mandoi. «Ma c'è un dato - dice Motta - importantissimo: dopo l'entrata in vigore della nuova legge sui pentiti siamo in contro¬ tendenza rispetto al dato nazio¬ nale. I collaboratori sono in au¬ mento. Questo ci conforta: signifi¬ ca che la qualità delle indagini è alta e la pressione alla quale stiamo sottoponendo i clan lo è altrettanto». Durate un anno e mezzo e sostenute appunto dalle dichiara¬ zioni di una decina di pentiti, le indagini si sono concluse con i provvedimenti giudiziari firmati dal giudice del tribunale di Lecce Ercole D'Aprile su richiesta della direzione distrettuale antimafia leccese e della Procura di Brindi¬ si. L'operazione - secondo Anto¬ nio Manganelli, vice capo della polizia - «ha colpito l'ultima gene¬ razione della mafia pugliese, la più arrogante, violenta e sangui¬ naria». Manganelli fa in gran parte il ritratto del nuovo tronco¬ ne della Scu, il clan di Mesagne (Brindisi) costituito da Massimo Pasimeni, Antonio Vitale, Massi¬ mo D'Amico e Massimo Cinieri (tutti detenuti, gli ultimi due collaboratori di giustizia), con l'obiettivo di scalzare i capi stori¬ ci della Sacra Corona Unita, Pino Rogoli e Salvatore Buccarella, anche loro in carcere. Questo troncone della Scu è la Sci, cioè la Sacra Corona Libera, anche se D'Amico e Cinieri non hanno mai confermato questa denominazio¬ ne, fomendo però, con la loro collaborazione, importanti ele¬ menti per la ricostruzione di anni di storia criminale, come peral¬ tro un altro pentito eccellente, il brindisino Vito Di Emidio. Manganelli si augura che l'ope¬ razione, avendo colpito «dai capi alla manovalanza», possa avere «interrotto se non spezzato il processo di crescita ed espansio¬ ne di questa organizzazione cri¬ minale». Basterà cogliere e e in¬ terpretare i prossimi avvenimen¬ ti per capire che cosa si muove ancora nell'universo della Sacra Corona Unita.