«AFGHANISTAN le nostre cinque condizioni»

«AFGHANISTAN le nostre cinque condizioni» IL CAPO DELLA DIPLOMAZ TRA l^TmALTERRGRiSMO E RELAZIONI INTERrslAZIONALI SEAlE DA PAGINA Tali questioni non riguarda¬ no solo i nostri due Paesi ma anche gh interessi fondamenta¬ li di tutto il mondo. Attualmente, i rapporti sino- americani hanno davanti nuo¬ ve opportunità e sfide. Cina e Usa, grandi paesi con condizio¬ ni diverse (sistema pohtico di¬ verso e diverso livello di svilup¬ po - ndr) difficilmente possono evitare differenze di posizione riguardo ad alcuni problemi. È quindi necessario il reciproco rispetto delle parti, la ricerca di punti in comune e si devono mettere da parte le differenze: solo così si potranno superare ;li ostacoli alla cooperazione bilaterale. A lungo termine io sono mol¬ to ottimista sui rapporti tra i due Paesi. Credo che le due parti debbano mantenere ben fermi gli interessi comuni, e debbano gestire in modo appro¬ priato i rapporti secondo la dichiarazione dei tre principi (che portò alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche e con cui gh Usa riconobbero Pechino voltando diplomatica¬ mente le spalle a Taiwan - ndr) e i principi delle relazioni inter¬ nazionali, in particolar modo riguardo a Taiwan. Nell'ottobre di quest'anno, il premier giapponese Koizumi Ju- nichiro si è recato in visita in Cina ed è stato al Museo contro la guerra (in passato veniva definito museo alla lotta anti¬ giapponese, poiché da quel luo¬ go nel 1937 i giapponesi comin¬ ciarono l'invasione della Cina - ndr). Al ponte Marco Polo ha espresso rimorso e chiesto scu¬ sa per quella questione storica (l'invasione giapponese della Ci¬ na: il problema è talmente supe¬ rato a hvello diplomatico che il ministro non lo indica neppure per nome - ndr). Durante il vertice dell'Apec a Shanghai il presidente Jiang ha avuto un mcontro con il premier Koizu¬ mi. La visita e l'incontro hanno avuto un esito molto positivo, hanno creato l'atmosfera e le condizioni necessarie per il mi¬ glioramento dei rapporti bilate¬ rali. Noi speriamo che il Giappo¬ ne applichi con realismo gh accordi che sono stati raggiunti e si arrivi a uno stabile e sano sviluppo dei, rapporti con la Ch^. r-^econpjnjiasgiapponqgt; ha da tempo problemi e que¬ st'anno le condizioni generali sono divenute ancora più gravi. Al momento il govemo giappo¬ nese sta cercando di uscire da queste difficoltà attraverso ri-. forme strutturali. Il successo o meno di tali riforme avrà riper¬ cussioni sul futuro sviluppo economico del Paese. Noi se¬ guiamo con attenzione le rifor¬ me e lo sviluppo della congiun¬ tura economica: ci attendiamo il successo di queste manovre e una rapida ripresa dell'econo¬ mia». ■■«■«■AIWAN è una que¬ stione di interesse mondiale, ma su tale tema sembra che ci sia stata un'evoluzio¬ ne positiva per Pechi¬ no. Signor ministro, può dar¬ ci un parere sulla situazione e le sue prospettive? «Nel marzo deh'anno scor¬ so, la situazione a Taiwan ha subito un enorme cambiamen¬ to (con la vittoria alle elezioni presidenziali di Chen Shui- bian, candidato del partito fa¬ vorevole a una dichiarazione unilaterale di indipendenza dell'isola, ufficialmente parte della Cina - ndr). Ma tali cam¬ biamenti non possono mutare il fatto che Taiwan è parte della Cina e che la maggioran¬ za dei compatrioti di Taiwan sono contrari alle idee separati¬ ste di "Taiwan indipendente" (Tang somma qui i voti dei due candidati sconfitti contrari a "Taiwan indipendente" che so¬ no di più di quelli raccolti da Chen Shuibian - ndr). Inoltre la società intemazionale ricono¬ sce l'esistenza di una sola Ci- . nax Da^rajun anno igoy.^Q .: cinese, che sostiene ilprinci- pib di una sola Ciba, sta lottah- dò contro le forze separatiste di Taiwan e ha stabilizzato rapporti fra le due parti dello stretto di Taiwan. Contempora¬ neamente sosteniamo attiva¬ mente che i colloqui con Taiwan, debbano avvenire sot¬ to i principi di una sola Cina e della riunificazione pacifica, di "un Paese e due sistemi", secondo quanto affermato nel¬ le otto proposte per la riunifica¬ zione di Jiang Zemin. Noi sia¬ mo per aumentare gli scambi economici e culturali, spingia¬ mo per scambi diretti e comple¬ ti: telefonici, navali e aerei (oggi avvengono attraverso Hong Kong - ndr). Ci opponia¬ mo a "Taiwan indipendente" e ci adoperiamo per il dialogo e per colloqui con qualunque personalità o partito o associa¬ zione che riconosca il principio di una sola Cina. Attraverso i nostri sforzi, i compatrioti del¬ le due parti dello stretto e i cinesi d'oltre mare (una enor¬ me forza politica ed economica nel Sudest asiatico - ndr) si oppongono alle intenzioni sepa¬ ratiste di "Taiwan indipenden¬ te", promuovono le condizioni per la realizzazione della riuni¬ ficazione della patria, sviluppa¬ no i rapporti tra le due parti dello Stretto. In questo modo aumentare la cooperazione eco¬ nomica e gli scambi è diventa¬ ta la principale volontà genera¬ le della società taiwanese (i rapporti economici e sociali con Pechino sono ormai irri¬ nunciabili per Taiwan, la cui economia sarebbe gettata sul lastrico in caso di tensione con Pechino - ndr). Ma le. autorità di l Taiwan ancora rifiutano di accettare il principio di una sola Cina. Negano l'accordo raggiunto nel 1992 che a voce dichiarava "le due parti dello stretto so¬ stengono il principio di una sola Cina" e arrivano al punto di negare di essere cinesi. Allo stesso tempo trascurano le for¬ ti richieste dei compatrioti di Taiwan e pongono ostacoli agli scambi culturali e commercia¬ li. A livello intemazionale orga¬ nizzano manifestazioni separa¬ tiste, acquistano armamenti avanzati da Paesi stranieri, si fanno forti dell'appoggio stra¬ niero e così naturalmente ren¬ dono tesi i rapporti sullo stret¬ to fino al punto di danneggiare la stabilità e la pace della regione asiatica. La posizione del governo cinese nel risolvere la questio¬ ne di Taiwan è chiara e ragione¬ vole. Speriamo che le autorità di Taiwan tornino al più presto al principio di una sola Cina. Basta che esse accettino tale principio perchè il dialogo e la trattativa riprendano: si potrà discutere di qualunque cosa. Risolvere il problema di Taiwan e riunificare la patria è la comune speranza di tutti i cinesi, compresi i compatrioti di Taiwan. Noi crediamo che grazie anche ai loro sforzi e a quelli dei cinesi d'oltre mare nessuno potrà riuscire a ostaco¬ lare la tendenza verso la riuni¬ ficazione in corso». N Italia e nel mondo si segue con particolare at¬ tenzione l'evoluzione dei rapporti con il Vati¬ cano. Ce ne può illustra¬ re le prospettive? «La responsabilità che, al momento, i rapporti tra Cina e Vaticano non siano normaliz¬ zati non è della Cina. La Cina vuole migliorarli, ma pone due condizioni. La prima: il Vaticano deve rompere le co¬ siddette relazioni diplomati¬ che con Taiwan e riconoscere che la repubblica popolare cinese è il solo legittimo gover¬ no cinese e che Taiwan è parte inseparabile della Cina. La seconda: il Vaticano non deve interferire negli affari interni cinesi neppure usando a prete¬ sto le questioni religiose. Tali condizioni sono irrinunciabili. Rincresce che il Vaticano a parole dica di sostenere que¬ ste due condizioni ma in real¬ tà più volte ha rinnegato nei fatti tali posizioni. L'anno scorso il Vaticano, trascuran¬ do la decisa opposizione cine¬ se, ha proceduto alla canoniz¬ zazione (di 120 santi cinesi - ndr) e così ha creato un nuovo ostacolo alla normalizzazione dei rapporti. Poco tempo fa il Papa ha dichiarato il suo di¬ spiacere e rammarico per gli errori commessi dai missiona¬ ri stranieri in Cina, e ha chiesto la benevolenza e il perdono al popolo cinese, feri¬ to da questi eventi storici. Questa è una dichiarazione positiva. Ma il Papa non ha offerto le scuse per a canoniz¬ zazione che ha tanto offeso i sentimenti dei cinesi: noi ci rammarichiamo di questo. Il Vaticano ha ben chiara la posizione cinese. Se intende veramente migliorare i rappor¬ ti bilaterali deve prendere mi¬ sure concrete, eliminare gli ostacoli e creare le condizioni per la ripresa del dialogo». rapporti tra Cina e Italia sono molto solidi, ma in quale area l'Italia secondo la Cina può fare di più? «La Cina e l'Italia hanno tradizionalmente rapporti di collaborazione molto buoni. Le relazioni fra i nostri due popoli risalgono a ben duemila anni fa e insieme abbiamo dato un grande contributo alla civiltà umana. Do¬ po il 1970, con la normalizzazione deUe relazioni, e specialmente ne¬ gli ultimi anni, attraverso gh sfor¬ zi comuni, i rapporti tra Cina ed Itaha hanno avuto una evoluzio¬ ne molto positiva. I leader dei due Paesi si vedono spesso, si scambia¬ no opinioni sulle questioni di mu¬ tuo interesse intemazionale, fan¬ no crescere la comprensione e la fiducia reciproca, promuovono lo sviluppo della collaborazione ami¬ chevole in ogni area. Ci sono ricchi scambi economici. Que¬ st'anno, fino a settembre, il com¬ mercio bilaterale ha raggiunto quasi i sei miliardi di yuan, (oltre 1500 miliardi di lire - ndr) il 15,90Zo in più dello stesso periodo dell'an¬ no scorso. Gh investimenti italia¬ ni in Cina aumentano di anno in anno. L'Italia è un importante partner commerciale in Europa. Gh scambi e la collaborazione tecnologica e culturale sono in costante aumento. Sono molto soddisfatto di questi sviluppi. Ma penso che le due parti debbano aumentare ancora i con¬ tatti, compresi quelli ad alto hvel¬ lo, per far crescere la comprensio¬ ne reciproca e così rafforzare le basi della profonda collaborazio¬ ne sino-itahana. Bisogna attiva¬ mente cercare e aprire nuove aree di collaborazione commerciale: grandi, medie e piccole imprese potrebbero aumentare gh investi¬ menti in Cina, specialmente nei settori dell'alta tecnologia. Occor¬ rerebbe usare meglio le risorse culturali dei due Paesi e aprire nuove collaborazioni culturali, dando così un contributo alla com¬ prensione tra le civiltà occidentali e orientah. Il popolo cinese e quello italiano hanno grandi senti¬ menti di amicizia l'uno per l'altra: sono condizioni molto buone per lo sviluppo della collaborazione amichevole in ogni settore. Credo che insieme dobbiamo afferrare l'occasione con uno spirito di ri¬ spetto reciproco e comune interes¬ se, e certamente la collaborazione sino-itahana avrà un nuovo im¬ pulso nel nuovo secolo». n Si deve garantire l'indipendenza politica e l'integrità territoriale dell'Afghanistan. Il popolo afghano dovrà decidere da sé come risolvere i problemi dell'Afghanistan. Il futuro governo dell'Afghanistan deve avere un'ampia base e' rappresentare gli interessi di ogni etnia, dovrà perseguire una politica estera pacifica, abbandonare l'estremismo, avere rapporti amichevoli con ogni Paese e in particolare con i Paesi vicini. L'Onu deve operare in misura maggiore e ancora più attiva sulla vicenda afghana. La soluzione del problema afghano deve essere nell'interesse della pace e della stabilità della regione. Tra il nostro paese e l'Italia la collaborazione è molto buona Dobbiamo però cercare nuove forme di intese commerciali: le vostre imprese potrebbero aumentare gli investimenti in Cina soprattutto nei settori dell'alta tecnologia Il Vaticano? La responsabilità che oggi i rapporti non siano normalizzati non è nostra A sinistra, uno dei primi incontri fra i leader dei gruppi afghani per discutere del futuro del Paese: la Cina sostiene che nel governo dovranno trovare spazio tutte le etnie. In basso il ministro degli Esteri Tang Jiaxuan davanti all'ambasciata cinese di Belgrado colpita nei bombardamenti della città «AFGHANISTAN le nostre cinque condizioni»

Persone citate: Chen Shui, Chen Shuibian, Jiang Zemin, Koizumi, Tang Jiaxuan