«BUSH e PUTIN a Cina vi guarda»

«BUSH e PUTIN a Cina vi guarda» INCONTRO CON IL MINISTRO DEGLI ÈSTERI CINESE «BUSH e PUTIN a Cina vi guarda» PECHINO DOPO una settimana di luna di miele tra Usa e Russia, di abbracci fraterni e calorose strette di mano tra i | presidenti George Bush e Vladimir Putin, la Cina - convitato di pietra ai loro incontri - fa sentire la sua voce con un'intervista esclusiva a «La Stampa» del suo ministro degli Esteri Tang Jiaxuan. E mentre la fase ' acuta della guerra in Afghanistan sembra vicina alla fine, Tang per la prima volta mette sul tavolo le condizioni della Cina per il futuro dell'Afghanistan. La questione afghana, sostiene la dirigenza di Pechino in questa intervista, è uno snodo fondamentale per la costruzione di un nuovo ordine mondiale. L'Onu e il Consiglio di Sicurezza non possono essere lasciati alle spalle: su tale posizione la Cina cerca un interlocutore forte proprio nell'Unione Europea, a cui Tang si rivolge direttamente. La Cina inoltre coglie quest'occasione per compiere uno sforzo verso una definizione comune di terrorismo. Per la prima volta la Cina dà ufficialmente un nome ai' terroristi del Xinjiang, chiamandoli sostenitori del «Turkestan Orientale», e spiega le ragioni della lotta contro di loro nel quadro internazionale. Per la prima volta esce allo scoperto affermando che combattere quei terroristi in Xinjiang è assolutamente in linea con le richieste internazionali, anche perché essi erano sostenu¬ ti dai taleban afghani. Per la soluzione della questione afghana Pechino si schiera nettamente con il Pakistan, contro grandi interferen¬ ze esterne, e contro la posizione russa, indiana e iraniana più favorevole all'Alleanza del Nord. Il futuro del paese è tutto da costruire, ma la Cina sottolinea il suo stato di confinante e i forti-rapporti storici con il Pakistan, che rischia di essere destabilizzato dal conflitto. Così la Cina afferma che la questione afghana va vista nel contesto della . stabilità regionale e in tale contesto Pechino è una parte- essenziale eh questo nuovo grande gioco. Nel più ampio contesto intemazionale la Cina dell'intervi¬ sta di Tang pensa e si muove come grande potenza politica ed economica: l'unica, oltre agli Usa, ad avere tutte e due le leve di influenza, quella economica, che la Russia non ha, e quella politico-militare, che l'Unione europea o il Giappone non hanno. In questo quadro Tang afferma di avere ima sola preoccupazione politica: quella della riunificazione di Taiwan, verso cui comunque usa toni estremamente concilianti affermando che le autorità dell'isola devono soltanto accettare il principio che c'è una sola Cina e poi si potrà discutere qualunque cosa. In realtà anche su questo Tang vede una tendenza inarrestabile alla riunificazione. Meno positivo Tang è sul Papa: registra il buon discorso del Pontefice, che ha chiesto scusa per gli errori commessi dai missionari durante il periodo coloniale, ma per la prima volta chiude anche la porta a immediati progressi sostenendo che la canonizzazione dell'anno scorso di 120 martiri cinesi è un nuovo ostacolo. Non ci si devono aspettare progressi immediati su questo fronte anche perché, diversamente dall'anno scorso quando Pechino stava per normalizzare le relazioni, la Santa Sede non è più una priorità per la Cina. Un'ultima nota Tang spende per l'Italia. Qui è estrema¬ mente caloroso, ricordando l'amicizia e i rapporti millenari con la penisola; e incoraggia a nuovi maggiori impegni italiani in Cina, sulla base comunque di quel rispetto reciproco che sta tanto a cuore ai cinesi. [f. si.l intervista Francesco Sisci PECHINO A situazione in Afghani¬ stan è in rapida evolu¬ zione: la guerra al terro¬ rismo ha incoraggiato un nuovo riawicina- t^m mento tra Usa e Russia. Qual è oggi la posizione della Cina sul terrorismo intemazio¬ nale e sulla questione afgha¬ na? «I fatti dell' 11 settembre dimo¬ strano che il terrorismo costitui¬ sce una grave minaccia alla pace e alla sicurezza intemazionale. È stato un grave attacco allo svilup¬ po economico mondiale ed è una sfida a tutta la civiltà. La Cina appoggia la lotta contro tutte le forme di terrorismo e sostiene le risoluzioni approvate dal Consi¬ gho di sicurezza e dall'assemblea dell'Onu. Noi riteniamo che biso¬ gna evitare di colpire innocenti e che le azioni debbano conformar¬ si allo spirito e ai principi della Carta dell'Onu e agli altri regola¬ menti intemazionalmente ricono¬ sciuti. Tutto ciò nell'interesse del¬ la pace e della stabilità a lungo termine del mondo e della regio¬ ne. La lotta contro il terrorismo è una questione enorme, com¬ plicata e a lungo termine. D'ac¬ cordo con l'Unione Europea, anche la Cina pensa che nella lotta contro il terrorismo biso¬ gna rafforzare ia cooperazione internazionale e sviluppare ap¬ pieno l'importante ruolo del¬ l'Onu e del Consiglio di Sicurez¬ za. Contro il terrorismo occorre adottare misure onnicompren¬ sive che considerino la questio¬ ne da diversi punti di vista. Bisogna pensare insieme al tronco e ai rami. Tutti i Paesi devono evitare di coUegare il terrorismo con le que¬ stioni religiose o nazionali. Que¬ sta è l'intesa che accomuna tutte le nazioni, compresa la Cina e l'Unione Europea. Sull'antiterro¬ rismo non si possono usare diver¬ si standard. Non importa dove e quando vengano compiute le azio¬ ni terroristiche, o quale forma scelgano di prendere, verso chi siano mirate, o chi vi prenda parte o le assista. In ogni caso la società intemazionale deve con¬ dannarle con la stessa voce e combatterle con fermezza. Bisogna ricordare che anche la Cina è vittima del terrorismo. Le forze eversive del "Turkestan orientale" sono state addestrate da organizzazioni terroristiche in¬ temazionali, che le hanno soste¬ nute e finanziate. Costoro hanno compiuto molti attentati sia in Cina che all'estero mietendo vitti¬ me innocenti. Il gruppo del "Turkestan Orientale" è certa¬ mente un'oiganizzazione terrori¬ stica e colpirla è parte della lotta intemazionale al terrorismo. L'Afghanistan è un Paese parti¬ colarmente sfortunato. La guerra intema non ha avuto sosta negli ultimi dieci anni (per amore dei nuovi buoni rapporti con i russi il ministro Tang non fa cenno alla guerra contro l'Urss sostenuta dalla stessa Cina - ndr) e la gente ha sofferto molto per gli orrori dei combattimenti. La perdurante in¬ stabilità dell'Afghanistan ha fatto di questo Paese la culla di terrori¬ smo, estremismo religioso e sepa¬ ratismo nazionalista: tutte cose che hanno influenzato la pace e la slabilità della regione (un modo per dire che i terroristi del Turke¬ stan Orientale hanno trovato so¬ stegno e incoraggiamento a Kabul -ndr). L'Afghanistan è un vicino del¬ la Cina: da tempo siamo molto preoccupati per la sua situazione e speriamo che possa al più presto trovare pace, e che la gente possa avere una vita sicura e tranquilla. Da parecchi anni la Cina, d'accòr¬ do con la comunità intemaziona¬ le, sta compiendo molti sforzi per sollecitare un accordo tra le varie fazioni afghane (ima risposta im¬ plicita alle accuse che la Cina avesse negli anni scorsi avuto una pohtica di distensione verso i taleban; Tang dice: eravamo sì attivi ma solo per cercare di pacificare il Paese, anche perché vi vedevano appunto il rischio di moltiplicare l'instabilità della re¬ gione - ndr). Ora in Afghanistan l'evoluzio¬ ne della guerra è molto rapida, si è già creato un problema di vuoto di potere e ciò aumenta il rischio di grandi disordini sociali. Penso che ora ci siano due questioni molto urgenti da affrontare. Una è il problema dell'organizzazione del futuro potere pohtico in Afgha¬ nistan. Noi dobbiamo incoraggia¬ re ogni fazione, ogni corrente a intraprendere urgenti colloqui po- litici (una posizione filo-Pakista¬ na, contro Russia, Iran e India, più favorevoli all'Alleanza del Nord - ndr) e trovare al più presto un accordò verso una soluzione pohtica di passaggio, per evitare un vero vuoto pohtico o almeno arrivare a un'intesa di principio per l'organizzazione della futura cornice pohtica del Paese. L'altra questione è la preoccu¬ pante situazione dell'Afghani¬ stan a livello umanitario. La co¬ munità intemazionale deve fare più attenzione a questo proble¬ ma, aumentare l'assistenza e ga¬ rantire che i rifugiati afghani superino questo momento. Penso che le proposte avanza¬ te dall'inviato speciale del segre¬ tario dell'Onu sul quadro pohti¬ co, la sicurezza e la questione umanitaria dell'Afghanistan sia¬ no positive e costruttive e rispec¬ chino fondamentalmente le ne¬ cessità di sviluppo della situazio¬ ne in Afghanistan. Un importan¬ te accordo è stato raggiunto dalla conferenza dei ministri degli Esteri "6+2" (i sei Paesi confinanti con l'Afghanistan, compresi Cina, Pakistan, Iran e le tre repubbliche ex sovietiche del Nord, più Russia e Usa, una struttura che per i cinesi dovreb¬ be riflettere quella che si occupa anche della questione Nord Co¬ rea - ndr). H Consigho di sicurez¬ za dell'Onu di recente ha appro¬ vato una risoluzione per creare un'idea di potere temporaneo in Afghanistan, noi la appoggiamo. Vorrei sottolineare qui che per risolvere la questione Af¬ ghanistan bisogna seguire alcu¬ ni principi. Primo: si deve ga¬ rantire l'indipendenza pohtica e l'integrità territoriale dell'Af¬ ghanistan. Secondo: il popolo afghano dovrà decidere da sé come risolvere i problemi del¬ l'Afghanistan. Terzo: il futuro governo dell'Afghanistan deve avere un'ampia base e rappre¬ sentare gli interessi di ogni etnia, perseguire ima pohtica estera pacifica, abbandonare l'estremismo, avere rapporti amichevoli con ogni Paese e in particolare con i Paesi vicini. Quarto: l'Onu deve operare in misura maggiore e ancora più attiva. Quinto: la soluzione del problema afghano deve essere nell'interesse della pace e della stabilità della regione». A Cina è un Paese tradi¬ zionalmente amico del Pakistan, ma la situa¬ zione in quel Paese ap¬ pare tesa dopo la guer- Hoira in Afghanistan. Co¬ me valuta la situazione nel Pakistan e nell'Asia meridiona¬ le? «Il Pakistan è un Paese vicino e amico della Cina e al momento la sua stabilità è molto sotto pressione. Dopo i fatti deh'11 settembre, il govemo pakistano ha chiaramente espresso la sua opposizione al terrorismo e ha deciso di cooperare con la comu¬ nità intemaz onale contrai terro¬ risti ottenendo così l'appoggio della maggior parte dei partiti e della popolazione. Dopo l'inizio deUe azioni militari americane in Afghanistan si sono alzate alcune voci contrarie in Pakistan. Da amica di quel Paese, la Cina comprende bene la sua posizione attuale, approva e sostiene le decisioni prese nel più alto inte¬ resse del Pakistan e del suo popo¬ lo. Noi speriamo e crediamo che il govemo pakistano abbia la capacità di mantenere la stabilità pohtica e ciò non solo nell'interes¬ se fondamentale del popolo paki¬ stano ma anche nell'interesse dello sviluppo e della pace del¬ l'Asia meridionale e contempora¬ neamente nell'interesse di ogni Paese del mondo». NEGLI ultimi mesi ci sono stati molti i cambiamenti nei rapporti tra Cina e Stati Uniti. Mini¬ stro Tang, ne può dare una valutazione a lungo termine? Inoltre, poiché lei è un esperto di questioni giap¬ ponesi e recentemente Tokyo ha chiesto scusa per l'invasio¬ ne della Cina durante la se¬ conda guerra mondiale, come vede i rapporti bilaterali e le recenti difficoltà economiche giapponesi? «Attraverso gli sforzi comuni di Cina e America, recentemen¬ te i rapporti sino-americani so¬ no molto migliorati. Ci sono molti contatti tra i leader dei due Paesi. Il 19 ottobre il presi¬ dente Jiang Zemin e il presiden¬ te George W. Bush si sono incon¬ trati per la prima volta e hanno avuto un approfondito scambio di idee sui rapporti bilaterali, suU'antiteirorismo, sul manteni¬ mento della pace e della stabilità mondiale e su altre questioni. Si sono trovati d'accordo a lavorare per lo sviluppo di costruttivi rapporti di cooperazione tra Cina e America. Il dialogo tra Cina e Stati Uniti non è stato mai sem¬ plicemente confinato alle que¬ stioni bilaterali. In questo inizio di ventunesimo secolo la Cina e gli Usa hanno molti e importanti mteressi comuni: mantenere la pace e la sicurezza dell'Asia e del mondo, promuovere lo sviluppo e la prosperità nell'economiare- gionale e globale, lottare contro il terrorismo e ^le altre forme di minaccia sovrannazionale. CONTINUA A PAGINA 3 Con gli Usa abbiamo molti e importanti interessi comuni: mantenere la pace e la sicurezza in Asia e nel mondo, promuovere lo sviluppo e la prosperità nell'economia regionale e globale, lottare contro tutte le forme di minaccia sovrannazionale ÉNon importa dove e quando siano compiute le azioni terroristiche, o quale forma scelgano di prendere, verso chi siano mirate, o chi vi prenda parte In ogni caso la società internazionale deve condannarle con la stessa voce e combatterle con fermezza smswsam Asinistra il ministro degli Esteri cinese, Tang Jiaxuan (FOTO FIORENTINW XINHUA1 Uno degli ultimi, cordiali incontri fra i presidenti della Russia, Vladimir Putin, e degli Stati Uniti, George W. Bush

Persone citate: Consi, Francesco Sisci, George Bush, George W. Bush, Jiang Zemin, Tang Jiaxuan, Vladimir Putin