Ma che musica architetto di Fiorella Minervino

Ma che musica architetto LA CARRIERA, L'ARTE, LE NUOVE IDEE: IL PADRE DEL BEAUBOURG SI RACCONTA AGLI STUDENTI Ma che musica architetto Piano: «Un mestiere duro da fare con leggerezza» Fiorella Minervino GENOVA SONO accorsi dalla città inte¬ ra e da luoghi lontani in 1.500, tanto da ricolmare l'im- mesna Sala Maestrale, l'Audito¬ rium dei Magazzini del Cotone nel Porto Vecchio che proprio lui ha ricreato e ideato nel 1992 per le Colombiane. Giubbotti, jeans, zainetti, berreti, sciarpe sgargianti, gli studenti della Facoltà di Architettura a Geno¬ va hanno seguito con attenzio¬ ne ciò che il loro «eroe» ha narrato durante due ore. Un'av¬ ventura che il loro concittadi¬ no, ha voluto illustrare con proiezioni sul mastodontico schermo, commentado le opere, suggerendo idee, pensieri, pro¬ poste, spiegando soluzioni inno¬ vative. Renzo Piano, con la ecmsueta'amabiMtàe'ellstìwoftu*"'' ra, ha raccontato i percorsi dei suoi edifìài^ainosi o interi pezzi di città, a partire dal parigino Beaubourg, «quando eravamo una banda di giovani pazzi. commenta, ci sentivamo un po' come i Beatles», Per passare attraverso la mostra dedicata a Calder, nel Palazzo Vela di Tori¬ no negli Anni'80, o il Museo de Menil a Houston, voluto da una straordinaria collezionista «e si sa - aggiunge Piano - non esiste buona architettura senza buon cliente». Tra i progetti in corso, c'è la Chiesa di Padre Pio, lavoro fra i più ardui, al quale manca un anno per terminare. Il tempio è composto di archi differenti e di pesanti pietre, «questo è il com¬ pito delle nuove tecnologie - spiega Piano -, non certo solle¬ vare dall'esperienza creativa, bensì offrire enormi vantaggi per velocità e riduzione di erro¬ ri, nei calcoli e nelle costruzioni più compesse». Il museo di Paul Klee a Berna è altro notevole •progettov"sul' finire, l'Audito¬ rium di Parma è appena stato inaugurato, recuperdando una struttura vecchia di fabbrica. A questo punto un fremito attra¬ versa la sala: si vede il progetto per la torre del New York Times a New York. Piano si trovava nella città con il suo bimbo di pochi anni e ha vissuto la trage¬ dia delle Twins Towers, tutta¬ via riconosce che New York è ima sorta di foresta pietrificata, ricca delle storie che l'hanno creata, sicché vanno costruite ancora le torri, ma più umane, o «umanistiche», più trasparente aggiunge, prive di aggressività come già si pensava da tempo. «Non serve costruire edifici fuori scala, che contengono 20-30.000 persone - commenta Piano -. E' pericoloso in ogni caso, anche se contro azioni terroristiche non c'è molto da fare, neppure le case a un pia¬ no». Il suo edifico a New York, ricoperto da ima specie di «pel¬ le» in ceramica che consente trasparenza e luminosità, di 55 piani, è 11 primo a venir elevato dopo i tragici giorni. Conterrà non più di 6-7.000 persone, il piano terrra è pubblico, con ristoranti, giardini, negozi. I primi 4 piani con le redazioni sono «trasparenti», visibili all' esterno. Esiste un cinema, un Auditorium. In cima si ergerà un albero, come quello d'una vela, servirà anche come senso¬ re dei fortissimi venti che soffia¬ no nella città. Infine una novità; un nuovo lavoro a Mosca, un albergo e poi un'intera parte di città al quale accenna soltanto. Dopo scrosci di applausi a non finire una vera ovazione, tutti vogliono autografi, foto ricordo, non lo lasciano andare, lo strattonano, festosi, euforici, felici del suo successo. Piano consegna il suo messagiio ai giovani: «L'archiet- tura è un lavoro duro, fatto di continui disegni come appunti, si vorrebbe far volare dei solidi, un contrasto continuo fra pe¬ santezza e leggerezza, fra per¬ manenza e fuggevolezza, con un insieme di regole e vincoli, importanti però come le note per la musica. Indispensabile è non accontentarsi mai, andare sempre oltre il disegno o il progetto che piace». Renzo Piano si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1964. Tra gli anni 1965 e 1970 è In contatto con Louis I. Kahn, Una esperienza che avrà una profonda influenza sulla sua professione. Negli Anni 70 collabora con Richard Rogers prima e Peter Rice dopo. Oggi dirige gli studi di architettura di Genova, Parigi e Berlino che hanno il nome di Renzo Piano Building Workshop. Con la costruzione del Centro George Pompldou (1971 -1978) si afferma tra i più famosi architetti del mondo. Nel , 1998 riceve il Premio Pritzker, considerato il Nobel dell'Architettura. Tra gli altri suoi progetti la ristrutturazione del Lingotto di Torino, lo Stadio San Nicola di Bari (1989), il Kansai Airport sull'isola artificiale nella baia della città giapponese di Osaka (1994), la costruzione del Centro Culturale a Noumea - New Caledonia - (1998) e della Galleria del vento per la Ferrari a Maranello (1998). Tra gli ultimi successi il re-design della Potsdamer Plaz a Berlino e l'Auditorium di Parma; inaugurato la scorsa settimana con un concerto di Muti.

Persone citate: Calder, Centro George, Louis I. Kahn, Paul Klee, Peter Rice, Renzo Piano, Richard Rogers, Towers