Le maschere di BETTIZA

Le maschere di BETTIZANEL NUOVO LIBRO IL GRANDE GIORNALISTA ESPLORA LE SVOLTE DELLA NOSTRA EPOCA ATTRAVERSO I PROTAGONISTI DEL PASSATO E DEL PRESENTE Le maschere di BETTIZA Ritratti che sono analisi critiche. Croce e Gramsci, Breznev estrogenato, Andropov in carrozzella, Putin muscolare, il vecchio Bush come Gei-Ar e Havel che a 65 ^pni pare «vivo per un miracolo del caso» Pierluigi Battfsta t ENZO Bettiza è un giornalista che conosce con rara compe¬ tenza il profilo politico e geo-cul¬ turale del mondo. Ma la sua cifra stilistica di scrittore non gli con¬ sente di trattare le. idee come esangui astrazioni, óoncetti allo stato puro" che non sappiano incarnarsi in personaggi, volti, espressioni facciah, connotati fi- siognomici, corpi, modi di esibir¬ si e di atteggiarsi. E' questa straordinaria capacità: di dare una personalità alle tendenze profonde che scuotono il mondo il contrasseino del nuovo libro di Bettiza, Corone e maschere, che infatti ref a significativamen¬ te come sottotitolo «Ritratti d'Oriente e d'Occidente». Ritrat¬ ti fisici, e insieme psicologici e culturali. Mondadori li manda in libreria martejiì 27. i Ecco allor^ il ritratto fulmi¬ nante di Putidi, «una certa sua fragilità esangue ma tesa, una fragilità aggressiva da peso piu¬ ma» che «sembra «esaltarsi e sublimarsi in lina s^rta cU mu- scolarità teatrale ed emblemati¬ ca» così diversp, scrive Bettiza con il suo spicfato gusto per il contrasto, (ialla«serie degli zom¬ bi meccanici, (fe Breznev estro¬ genato ad Aniopov in carroz¬ zella, dal sorcbm.utp Cenj^nko sino ali afasicpe apoplèttico "Elt- sup. UhiVapnf-esentazipne'elof quenteldel fatto éKé'tòif Putin «per la prima volta i russi vedo¬ no destreggiarsi sul ponte di comando un leader quarantaset¬ tenne sano, agtye, in piena for¬ ma fisica e ginnica». Oppure «l'antieroe» Hivel: «ha appena 65 anni, e la sua cartella clinica è simile a quella di un malatissi- mo veghardo rimasto in vita per miracolo del caso o della volon¬ tà. Insieme con la prigione, le sigarette, la liirra e la macchina da scrivere, ì bisturi è stato uno dei suoi compagni più assidui... Eppure, ogjtì volta che amici e ospiti stranieri lo rivedono, nel¬ le pause tra un ricovero e un altro, hanno sempre la stupefa¬ cente impressione di ritrovarsi al cospetto di un uomo lucido, vitale, spiritoso, interessato non soltanto ai piaceri della tavola e del fumo» con il «suo volto tendente al roseo, i baffetti bion¬ dicci sempre a postq, pettinato e scriminato con cura». E poi il dettagho delle «Tigri» del massacratore Arfcan che «por¬ tano infilato nella cintura, fra la pistola e la bomba a mano, uno strano cucchiaio dagli orli affila¬ ti come rasoio : primordiale uten¬ sile chirurgico per estrarre gli occhi dalle orbite delle vittime». L'andirivieni nevrotico del mini¬ stro degli Esteri tedesco Fischer che passa dall'obesità alla ma¬ grezza ascetica e viceversa. E George W. Bush, «il miliardario dal sombrero bianco che sembra evocare un quasi sosia televisivo dell'aspro Gei-Ar di Dallas». O le contraddizioni di Jorg Haider, che da'ima parte «sembra va¬ gheggiare una piccola Heimat pura, montana, ecologica, fore¬ stale, contrapposta alla Grande Vienna cosmopolita» e dall'altra «sembra però disprezzare, pan- germanisticamente, l'ipotesi di una autosufficiente piccola na¬ zione austriaca da lui definita "abirto ideologico"». Ifon finiscono certo qui i ritratti tracciati da Bettiza e che descrivono il nuovo atlante poli- ticp e ideologico di un mondo chp, dopo la tragedia dell'11 settembre, sembra essere in¬ ghiottito in un frullatore storico clie altera alleanze, disegni poli¬ tici, equilibri consolidati anche all'indomani del grande crollo del maio di Berlino. Ma nella nuova galleria,di Bettiza non mancano le incursioni nel cam¬ po della storiografia, dove le armi affilate dell'investigazione sull'oggi si intrecciano agli stru¬ menti per comprendere la pro¬ fondità storica degli eventi. Emef-ge un interesse particola- rissimo e a lungo nutrito per la «lunka durata» della storia rus- sa, tanto da esordire in questo Corone e ma¬ schere inun'ar¬ ticolata ana- lisi del famo¬ so (e autenti¬ co?) carteggio tra Ivan il Terribile, il primo Zar incoronato della Rus¬ sia, e il principe Andrej Kurbskij, «che diventò fello¬ ne e fuggiasco dopo essere stato ascoltato consigliere del despo¬ ta e suo valoroso condottiero sui campi di battaglia di Livonia, Tuia e Kazan». Emerge, soprattutto, la già nota disponibilità intellettuale di Bettiza allo studio attento e non preconcetto delle tesi storiografi¬ che più ardite, anche se circonda¬ te dall'alone sulfureo del proibito del politicamente scorretto. Da qui il rispt ,o per le tesi estreme di Viktor Suvorov che sconvolgo¬ no «il revisionismo misurato» fino a tracimare nel «revisioni¬ smo rivoluzionario» sotteso al¬ l'ipotesi secondo la quale Hitler altro non sia stato che una creatu¬ ra nelle mani di Stalin per la conquista sovietica dell'Europa. Oppure l'attenzione ai nuovi stu¬ di di Massimo Caprara su Gram¬ sci e i suoi «angeli custodi» di Mosca. O la difesa a spada tratta della figura di Edgardo Sogno, anche all'indomani dell'uscita di un libro-intervista con Aldo Caz- zullo in cui Sogno, poco prima di morire, aveva fornito dettagli inediti sulla consistenza del suo «golpe liberale» begli anni Settan¬ ta. O il ritratto al vetriolo di Romano Prodi tracciato da un suo storico nemico dei tempi dell'Iri come Massimo Pini. Spicca per contrasto, in que¬ sta naturale propensione di Betti¬ za alla discussione delle tesi storiografiche più urticanti, il veemente rifiuto a prendere in considerazione i numerosi docu¬ menti che due storici come Bioc¬ ca e Canali hanno ritrovato sulla (presunta?) collaborazione di Ignazio Silone con la polizia poli¬ tica in epoca fascista. Un rifiuto, quello di Bettiza, alimentato dal¬ la tenace amicizia che lo ha legato a Silone, come atto di estrema fedeltà alla memoria di un grande scrittore che spiega i toni molto duri della polemica contro i due storici e i documenti d'archivio che questi ultimi han¬ no portato sul conto di Silone. Pagine che disegnano l'atlante del pianeta da Ivan il Terribile al crollo del Muro con la disponibilità allo studio senza preconcetti delletesi più ardite Dall'alto everso destra Stalin con Hitler Milosevic Antonio Gramsci Romano Prodi e Bill Clinton visti da Ettore Viola per i ritratti dì Bettiza pubblicati su «La Stampa» Pagine che disegnano l'atlante del pianeta da Ivan il Terribile al crollo del Muro con la disponibilità allo studio senza preconcetti delletesi più ardite sa, tanto da esordire in questo Corone e ma¬ schere inun'ar¬ ticolata ana- lisi del famo¬ so (e autenti¬ co?) carteggio tra Ivan il Terribile, il primo Zar incoronato della Rus¬ sia, e il principe Andrej Kurbskij, «che diventò fello¬ Dall'alto everso destra Stalin con Hitler Milosevic Antonio Gramsci Romano Prodi e Bill Clinton visti da Ettore Viola per i ritratti dì Bettiza pubblicati su «La Stampa»

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