Prada rinuncia a Fendi, Vuitton la vuole

Prada rinuncia a Fendi, Vuitton la vuole Prada rinuncia a Fendi, Vuitton la vuole Trattativa per il 25 per cento di Bertelli MILANO Un mese fa l'annuncio che la quotazione in Borsa era destina¬ ta a tempi migliori, adesso la conferma da parte di ambienti finanziari che sta trattando per la vendita a Lvmh della sua quota del 25,5 per cento nella Fendi. Per Preda, il gruppo del lusso guidato da Patrizio Bertel¬ li, la crisi dei consumi significa un doppio cambiamento di strate¬ gia; da una parte un maxi-presti¬ to obbligazionario che consenta, anche senza l'approdo in Borsa, di far fronte a debiti che al 30 giugno toccavano 1,2 miliardi di euro; dall'altra una riduzione del perimetro di attività dopo il fre¬ netico shopping nel mondo dei grandi marchi degli ultimi anni - da Jil Sander a Church's - sebbe¬ ne fonti vicine alla stessa Brada assicurino che la prospettata ven¬ dita della quota Fendi non è legata all'esigenza di far cassa, ma semplicemente alla necessità di risolvere una situazione di stallo. In casa Fendi, infatti, le cose non vanno per il meglio dopo l'acquisizione da parte della joint-venture Lvp (Louis Vuitton e Prada, per l'appunto) del 51 "/o del capitale. Due anni fa i colossi del lusso acquistarono di concer¬ to due quote del 25,50Zo investen¬ do ciascuno circa 260 milioni di euro e puntando a valorizzare i prodotti di Fendi attraverso la loro rete distributiva. Ma da allora le difficoltà manageriali - i membri della famiglia Fendi re¬ stano non solo tra gli azionisti, ma anche in posizioni operative - e le difficoltà di alcuni prodotti, come la mitica borsa «Baguette», hanno avuto la meglio sui sogni di gloria. Una sola testa al coman¬ do di quel SI0/*! - devono essersi detti Bertelli e il presidente di Lvmh Bernard Amault - avrà più possibilità di successo di due azionisti costretti a spartirsi la maggioranza e divisi tra chi - come Prada - puntava su un intervento deciso nella gestione della maison romana e chi - è il caso di Amault - voleva una linea più soft. Per alcune settima¬ ne tra i due si sarebbe anche discusso su chi dovesse essere il venditore e chi l'acquirente, ma alla fine, conti alla mano, sem¬ bra essere proprio Bertelli quello destinato a uscire di scena, natu¬ ralmente non senza cercare di strappare l'offerta migliore ad Amault. Dall'operazione Fendi il patron della Prada conta di rica¬ vare una plusvalenza rispetto ai 260 jnilioni di euro investiti a suo tempo, anche se molti anali¬ sti sono scettici; il mondo del lusso appare molto meno attraen¬ te oggi di quanto non fosse due anni fa. Nei prossimi giorni, intanto, Prada dovrebbe anche varare l'emissione di obbligazioni da 700 milioni di euro che le consen¬ tirà di far fronte all'indebitamen¬ to; 1,2 imbardi di euro a fine del primo semestre rispetto a un fatturato consolidato che nel 2001 uno dovrebbe essere supe¬ riore a 1,76 miliardi di euro. L'operazione, guidata dalla Deut¬ sche Bank, prevede un'emissio¬ ne riservata agli investitori isti¬ tuzionali della durata massima di tre anni e mezzo e convertibi¬ le, nel caso che Prada sia quota¬ ta, in azioni nei tre anni successi¬ vi con il pagamento di un pre¬ mio. Come dire, insomma, che appena il tempo sui mercati azio¬ nari mondiali - e nel' settore del lusso - sarà più sereno, Bertelli conta di ritentare l'avventura nei mari della Borsa. [r.e.s.] Le sorelle Fendi

Luoghi citati: Amault, Milano