Torino, fiamme al cinema terrore al Film Festival millecinquecento in fuga di Maria Teresa Martinengo

Torino, fiamme al cinema terrore al Film Festival millecinquecento in fuga NEL PENULTIMO GIORNO DELLA KERMESSE Torino, fiamme al cinema terrore al Film Festival millecinquecento in fuga E bruciato il magazzino dove erano custodite tutte le pellicole I vigili del fuoco non escludono nessuna ipotesi sulle cause Maria Teresa Martinengo Lodovico Poletto TORINO Tragedia sfiorata, ieri sera, al cinema Reposi dove erano in corso le proiezioni del Torino Film Festival, alle quali parteci¬ pavano almeno 1500 spettatori. Un incendio si è sviluppato intomo alle 20,30 nel magazzino accanto alle cinque sale del com¬ plesso di via XX Settembre, tra¬ sformato pochi anni fa in mul- tisala. Gli spettatori sono stati fatti uscire in strada e gli abitan¬ ti dell'edificio accanto al Reposi sono stati sgomberati. Le fiam¬ me sono arrivate fino al primo piano. Per fortuna nessuno è stato ferito o intossicato, ma la tensione è durata a lungo. E, per sicurezza, anche gli spettatori del vicino cinema Olimpia di via Arsenale, sono stati evacuati. Le vie intorno al cinema si sono riempite di gente in preda al panico. Il traffico è andato in tilt. Ad accorgersi per primo che nel locale dove vengono deposita¬ te le pellicole in attesa di essere proiettate, o già utilizzate, è stato il regista torinese Carlo Ausino. In una parte del magazzi¬ no (una quarantina di metri qua¬ drati) c'è anche il bancone del montaggio delle bobine. Ausino stava sistemando un film che avrebbe dovuto essere presenta¬ to oggi, «L'uomo di Laramie» di Anthony Mann con James Stewart. «Ho sentito uno strano sfrigo¬ lìo e poi ho visto una fiammata sugli scaffali dove sono accata¬ state le "pizze", oltre la parete che separa lo spazio-deposito da quello di lavoro», racconta. Ac¬ canto allo scaffale c'è anche un bidone dei rifiuti. A quel locale ha accesso chiunque abbia a che fare con i film, oltre a due magazzinieri che, però, erano già a casa. E' una questione di secondi: il regista si precipita verso le bobi¬ ne, tenta di spegnere il fuoco. Ormai il rogo è troppo grande e la sala si sta saturando di fumo. In quel momento, sulla porta, com¬ pare una cassiera della multisa- la. Sono attimi di terrore. Il pensiero va immediatamente al¬ la gente che sta assistendo alle proiezioni: sono tantissimi in questa serata di vigilia della conclusione del Film Fest. Nel corridoio, a pochi passi dai due, c'è il proprietario del cinr na, Amedeo Reposi. E con Reposi, Ausino continua a tentare di spegnere quello che ormai è di¬ ventato un grosso incendio e che la gente dalla strada potrà ben presto vedere. Ma è un'impresa disperata. I due uomini corrono in strada, in via XX Settembre, tentano di aprire la porta del magazzino. Ci sono un centinaio di persone che aspettano di entra¬ re. C'è anche la pattuglia in borghese dei carabinieri, impe¬ gnata nella sorveghanza alla ma¬ nifestazione. I militari provano a forzale la serranda elettrica che sbarra .l'accesso al magazzino. Tutto avviene in una manciata di minuti. Intanto, uno dei proie¬ zionisti-addetti alla sicurezza della multisela, Romeo Pancra¬ zio insieme con altro personale del Festival, interrompe le proie¬ zioni e fa uscire gli spettatori: «Un problema tecnico; riprendia¬ mo tra poco...». Ci credono in pochi: nelle sale, c'è odore di fumo: ciò che sta accadendo è chiaro a tutti. Ausino e Reposi rientrano nel locale dell'incendio, sbarrato da una porta (che riescono ad apri¬ re) e, verso l'esterno, da una serranda elettrica che azionano con il telecomando. A quel punto la gente in strada scorge alte fiamme. Si sentono già le sirene dei mezzi dei vigili del fuoco. Il loro intervento è immediato: l'Sos lanciato dal personale del cinema viene raccolto da un equipaggio del 115 che si trova non lontano dal centrò. Le cellu¬ le fotoelletriche illuminano la scena: ima colonna di fumo deft,- so e nero s'innalza su via XX Settembre: si nota da lontano, da piazza Castello, dalla stazione-di Porta Nuova; Ostìura le Ilici di Natale, richiama in strada centi¬ naia di abitanti della zona. Ma per fortuna l'incendio non arriva alle sale, ormai sgomberate. Dan¬ neggia soltanto un ufficio pro¬ prio sopra il deposito delle pelli¬ cole. In strada c'è gente che piange, si abbracciano. Nella mente di molti il ricordo della tragedia del cinema Statuto. Ci sono spettatori del festival, ad¬ detti alla rassegna. Si disperano: «Un brutto colpo per il Film Fest. E, poi, proprio in una serata come questa, così importante, così rappresentativa...». Arriva il sindaco Sergio Chiamparino. S'in¬ forma con i soccorritori se qual¬ cuno si è fatto male. Gli dicono che se non fosse per Ausino avrebbe potuto essere una trage¬ dia. Tira un sospiro di solhevo: «E' andata bene...». Intanto in via XX Settembre regna la confusione. Il traffico è bloccato. La gente si accalca lungo le transenne: vuole vede¬ re, vuole capire. Alle 22,30, final¬ mente, il fumo cessa di uscire dalla stanza-deposito. Vincenzo Bennardo, ingegnere dei vigili del fuoco, va a fare la prima ispezione. Non sembra che il rogo sia doloso. Non ci sono elementi che avvalorino questa ipotesi. E allora da cosa è stato provocato? Un cortocircuito? An¬ che questa ipotesi viene subito esclusa: dove le fiamme si sono sviluppate non c'erano apparec¬ chiature elettriche. Solo scaffali con le pellicole. I pompieri sono cauti. Carlo Ausino parla di dan¬ ni ingenti al patrimonio cinema¬ tografico. «Sono andate perse cinquanta o sessanta pellicole» dice.. fP^zzi uniq?v ^"L^upmo,, .di Larami^", q^e io stavo montando era gl'unica copia in Italia. Per fortuna si è salvata la pizza di "Non c'è pace tra gli ulivi di De Santis, un film appena restaura¬ to. L'avevo appena portato in sala di proiezione...». Alla serata partecipavano molti personaggi, della politica della cultura e dello spettacolo: da Fernanda Pivano a Dori Ghezzi e Fabio Fazio Nelle foto: ii momento in cui si sono propagate lefiamme e le aite colonne di fumo che hanno costretto i vigili del fuoco a evacuare l'intero edificio

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