Freddo il Cremlino sulle avances Nato di Anna Zafesova
Freddo il Cremlino sulle avances Nato Freddo il Cremlino sulle avances Nato Robertson a Mosca offre il diritto (parziale) di voto Anna Zafesova MOSCA «La Russia non ha intenzione di mettersi in fila per l'adesione alla Nato». Il giorno dell'arrivo a Mosca del segretario genera¬ le dell'Alleanza atlantica George Robert¬ son dal padrone del Cremlino giunge un chiarimento della posizione di Mosca, destinato soprattutto a calmare chi, in Russia, continua temere l'ex nemico. Se¬ condo Vladimir Putin, il suo Paese - «autosufficiente per potenziale economi¬ co, tecnico, umano, mihtare e territoria¬ le» - non ha bisogno di entrare nella Nato. Ma è pronto a rapporti più stretti: «Andre¬ mo in questa direzione tanto lontano quanto l'Alleanza stessa è pronta a fare». E l'Alleanza pare disposta ad andare lontano. Lord Robertson ha portato a Mosca un pacchetto «concreto» che do¬ vrebbe inquadrare quella nuova coopera¬ zione tra Mosca e Bruxelles che è stata proposta nei giorni scorsi da Tony Blair. E, facendo aperture come mai prima, ha fatto intrawedere ai suoi interlocutori moscoviti prospettive che fino a due mesi fa erano fantapolitica: «Dobbiamo andare oltre le consultazioni e agire insieme». L'offerta dell'Alleanza atlantica è infatti di concedere alla Russia diritto di voto. Non totale, ma su «alcuni problemi», come la lotta al terrorismo, la non prolife¬ razione di armi nucleari e non, forse la difesa antimissihstica per l'Europa, anco¬ ra un'ipotesi. ' La sede di queste decisioni congiunte potrebbe essere il Consigho atlantico, di cui la Russia entrerebbe a far parte. Gran Bretagna, Italia, Germania, Canada e Usa hanno già aderito in linea di princìpio alla proposta. Robertson non ha risparmiato energie nel cercare di convincere i russi a non temere più l'ex nemico: «Oggi i membri della Nato sono i partner e gli amici più affidabili della Russia». Che promettono ima cooperazione a lungo termine: «L'attuale stato delle relazioni è insufficiente, ci serve qualcosa di più, e rapidamente. Dobbiamo creare una coali¬ zione nuova, permanente. Nessuna deci¬ sione sulla sicurezza intemazionale può ormai venire presa senza la Russia». Parole a cui il ministro della Difesa russo Serghej Ivanov, considerato il nume¬ ro due del Cremlino, ha risposto con cautela: qualsiasi accordo si raggiungerà, ha detto, si tratterà comunque di un compromesso. Il ministro ha anche ricor¬ dato subito l'esistenza di ima lista di argomenti dove la cooperazione con Bru¬ xelles è «impossibile». Ma ha subito aggiunto che la Russia non pone nessuna condizione preliminare: «Per la prima volta in decenni abbiamo un nemico comune, il terrorismo intemazionale». E proprio sul terrorismo Robertson ha fatto l'ammissione che il Cremlino aspettava, giustificando di fatto la guerra nel Cauca¬ so: «Condividiamo pienamente la lotta al terrorismo in Cecenia». Dopo gli atti terroristici negli Usa, ha detto il segreta¬ rio generale della Nato, l'intervento russo viene visto «con altri occhi» e bisogna ammettere che le spiegazioni date dal Cremlino - che ha sempre affennato di combattere in Cecenia il fondamentali¬ smo intemazionale - «non erano solo giustificazioni per far tecere le critiche occidentali». In pratica, una conversione a 180 gradi, che però, avverte Robertson, non significa che l'Occidente non può criticare «i mezzi» scelti dai soldati di Putin nel Caucaso.
Persone citate: George Robert, Ivanov, Lord Robertson, Putin, Robertson, Tony Blair, Vladimir Putin
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