Csm, c'è la riforma e le toghe protestano di Guido Ruotolo

Csm, c'è la riforma e le toghe protestano CASTELLI: SIAMO APERTI A MODIFICHE, NON BLINDEREMO IL TESTO Csm, c'è la riforma e le toghe protestano Addio alle correnti, solo quattro pm nel nuovo Consiglio i magistrati Guido Ruotolo ROMA LI OBIETTIVO del governo è che nel prossimo Csm, che sarà eletto in primavera, le va¬ rie correnti dei magistrati non abbiano più cittadinanza e che siano proporzionalmente rap¬ presentati nell'organo di autogo¬ verno i giudici rispetto ai pm. A questi due principi guida si è tenuto saldo il Guardasigilli Ca¬ stelli nel suo disegno di legge, varato ieri dal Consiglio dei ministri, di riforma del sistema elettorale del Consiglio superio¬ re della magistratura. Ma ieri, proprio dal Csm e dalla rappresentanza istituzio¬ nale dei magistrati, l'Anm, sono arrivate nuove critiche nei con¬ fronti del governo, in particola¬ re del ministro della Funzione pubblica. Franco Frattini, e del sottosegretario all'Interno, Car¬ lo Taormina. Il primo, per aver proposto che paghino anche i giudici che sbagliano, il secondo perché ha chiesto che scattino le manette peri magistrati di Mila¬ no. In un documento che il plenum del Csm discuterà la prossima settimana, la maggio¬ ranza dei consigheri laici e toga¬ ti (ad esclusione dei tre del Polo), ha denunciato: «È stata messa in discussione, con toni inaccet- tabili, l'essenza stessa della giu¬ risdizione - l'indipendente, im¬ parziale e responsabUe interpre¬ tazione della legge - e vi sono state pesanti interferenze su procedimento in corso di svolgi¬ mento». Anche i vertici dell'Anm de¬ nunciano questo clima di «ag¬ gressione»: «Sono sempre più frequenti gli attacchi ai magi¬ strati - dice il presidente, Giusep¬ pe Gennaro -, non solo requiren¬ ti ma anche giudicanti, colpevo¬ li di interpretare le norme. Sia¬ mo consapevoli che il giudice applica la legge, ma siamo altret¬ tanto consapevoli che, applican¬ dola, la interpreta. Può darsi che vi siano interpretazioni non da tutti condivise, ma per ovviare ad eventuali errori esistono stru¬ menti intemi. Non si può pensa¬ re di tradurre in ceppi un giudi¬ ce di fronte ad un organo supe¬ riore che faccia giustizia...». In quésto clima, anche il dise¬ gno di legge del Guardasigilli è al centro di polemiche. Il dise¬ gno di legge riforma il sistema elettorale che porta alla elezio¬ ne di 20 consigheri togati al Csm. In una conferenza stampa a palazzo Chigi, il ministro Ca¬ stelli ha spiegato la sua riforma: «Viene costituito un collegio uni¬ co nazionale. Eliminate le correnti, cia¬ scun magistrato potrà candidar¬ si e ciascun elettore si ritroverà tre schede da mettere nell'ur¬ na: una per eleggere il candida¬ to della Cassazione, una per i pm e la terza per i giudici di merito. Viene eletto chi ottiene più voti». Il ministro Castelli ha sottoh- neato che questo «provvedimen¬ to non può essere blindato», augurandosi che «in Parlamento si apra una fase di discussione e di confronto»: «Noi siamo aperti anche a modifiche del testo». Castelli ha ricordato che nella sua fase di elaborazione, il testo approvato ieri a palazzo Chigi ha raccolto i suggerimenti dello stesso Csm e dell'Anm: «In Con¬ siglio dei ministri, il disegno di legge - ha ammesso il ministro - è stato emendato su un punto, quello della quota dei giudici di Cassazione che da quattro rap¬ presentanti scende a due». In realtà, erano quattro più due, e cioè i componenti di diritto del Csm, il primo presidente e il procuratore generale della Cas¬ sazione. Da sei, dunque, scendo¬ no complessivamente a quattro. In Parlamento, arriverà così un testo che prevede questa ripartizione della rappresentan¬ za dei magistrati: 14 giudici, 4 pubblici ministeri, 2 magistrati della Cassazione. Le reazioni a questo disegno di legge, naturalmente sono di¬ verse. A favore si è espresso il responsabile giustizia di Forza Italia, Giuseppe Gargani, che spiega: «Per esaltare il rapporto di fiducia tra l'elettore e il candi¬ dato è necessario eliminare il fenomeno della degenerazione della magistratura in piccoli par¬ titi organizzati con apparati di correnti, strutture e sedi. Ed eliminare questa degenerazione è il dovere principale di un governo». Se per il governo, la organiz¬ zazione in corrente rappresenta una «degenerazione», dal Csm e dall'Anm vengono critiche a que¬ sta inteipretazione. «La volontà politica di ridurre il peso delle correnti - commenta il presiden¬ te dell'Anm, Gennaro - viene attuata in forme che non ritenia¬ mo trasparenti». Aggiunge Nello Rossi, componente togato del Csm, di Magistratura democrati¬ ca; «Non condivido l'impianto individualistico della riforma Castelli, che nasce dalla radicale avversione per elezioni che si svolgano sulla base di chiari programmi collettivi e si fondi¬ no sul consenso dato insieme a uomini e programmi». Un altro componente del Csm, Armando Spataro, vende nel testo Castelli «una avversione preconcetta al¬ l' associazionismo». Il ministro della Giustizia Roberto Castelli (Lega Nord)

Persone citate: Armando Spataro, Castelli, Franco Frattini, Giuseppe Gargani, Nello Rossi, Roberto Castelli

Luoghi citati: Roma, Taormina