«Truppe di terra per la caccia a Bin laden»

«Truppe di terra per la caccia a Bin laden» «Truppe di terra per la caccia a Bin laden» mminente la resa di Kunduz.Osama: non mi avranno vivo NEWYORK «n cappio si sta stringendo intomo ai taleban, a Bin Laden e alle forze dei teiroristi». Dicono che non somiglia a Norman Schwarzkopf, ma il generale coman¬ dante dell'oprazione «Libertà Duratura», Tommy Franks, comincia a parlare con la stessa sicurezza de. vincitore della Guerra del Golfo. Ieri Franks ha rivelato di aver messo piede in Afghanistan, atterrando alla base aerea di Bagram per parlare con i capi dell'Allean¬ za del Nord, e poi si è detto sicuro che tra breve cadrà anche Kunduz, l'ultimo baluardo dei taleban nel Nord del Paese. In serata, anzi, la Cnn ha riferito che i termini per la resa sarebbero stati accolti dai leader degli «studenti islamici». Il generale Franks non ha escluso di utilizzare più forze americane di terra, che potrebbero servire soprattutto per dare la caccia a Bin Laden. Ieri il capo degli Stati Maggiori riuniti Myers, in visita,alla sede Nato di Bruxelles, ha detto che ormai il capo di Al Qaeda è braccato: «Non dorme mai due giorni nello stesso posto, e se dovesse uscire dall'Afghanistan, lo andremmo a prendere ovunque». La possibilità di catturarlo è così reale che, secondo il giomale saudita «Al Watan», Bin Laden ha dato ordine àgli uomini della sua guardia personale di ucciderlo, se gli americani dovessero circondarlo senza scampo: piuttosto che andare sotto processo, preferisce la fine del martire nella guerra santa islamica. Secondo un giomale di Dubai, il «Khaleej Times», ha addirittura dato istruzioni al figlio Mohammed di assicurargli una fine «da martire». «Uccidimi, piuttosto di lasciarmi cadere nelle mani degli infedeli». Secondo dati d'intelli¬ gence raccolti tra i taleban passati all'opposizione, e citati da fonti di stampa arabe e americane, Bin Laden ha chiesto a tutto il suo seguito - quattro mogli, i rispettivi figli e un corpo di pretoriani di Al Qaeda composto di circa 1.500 fedelissimi - di fargli la grazia di ucciderlo se stesse per finire nelle mani degli americani o dall'Alleanza del Nord. Le ultime volontà dello sceicco del terrore sono contenute in un video da lui stesso girato, un «testamento spirituale». Il Pentago¬ no è pronto a esaudire questo desiderio, almeno a giudicare dalle parole pronunciate dal ministro della Difesa Rumsfeld, durante un'intervista alla televisione Cbs: «Dopo quello che ha fatto, se devo scegliere tra prenderlo vivo o morto, preferisco la seconda ipotesi». In ogni caso il Pentagono ha deciso che in futuro, se necessario, abborderà le navi in partenza dal Pakistan, per controllare che Osama non scappi. Bin Laden è l'obiettivo più importante, ma Kunduz è il problema più immediato, che Washington spera di risolvere nelle prossime ore. Il generale dell'Alleanza del Nord Mohammed Daoud, che sta conducendo le trattative per la resa dei taleban con l'ex ministro della Difesa de regime, mullah Fazil Muslimyar, e col comandate locale Dadullah, ha detto di aspettarsi una soluzione rapida. L'ostacolo principale però restano i mercenari arabi e musulmani venuti da Pakistan, Cecenia e altri Paesi stranieri per aiutare Al Qaeda. L'Onu ha detto che non è attrezzata per gestire la loro resa, l'Alleanza del Nord non vuole lasciarli scappare, Rumsfeld ha dichiarato che non intende fare prigionieri. L'assedio quindi potrebbe concludersi dav¬ vero con uno scontro all'ultimo uomo. Ieri infatti gli americani hanno rallentato i raid per favorire le trattative, ma nel frattempo il Pentagono ha mobilitato anche gli aerei AC-130, costruiti proprio per spazzare i campi di battaglia nei combattimenti ravvicinati. Le bombe comunque sono continuate a cadere nella zona della città meridionale di Kandahar, dove il regime resiste. Questa è anche l'area vicino al sistema di caveme e tunnel dove dovrebbero essere nascosti Bin Laden e il mullah Omar, forse ormai fuori dal territorio controlla¬ to dai taleban. In questa regione potrebbe materializ¬ zarsi la «guerra di guerriglia» che molti analisti militari si aspettano, e che richiederebbe un impiego maggiore di troppe americane di terra, non solo per dare la caccia al leader dei terroristi. Le unità che dovrebbero essere coinvolte per prime sono due, ntrambe composte da circa duemila uomini. Una è la 15th Marine Expeditio- nary Unit di Camp Pendleton, California, che si trova già nel Mare Arabico a bordo della nave «Peleliu». L'altra è la 26th Marine Expeditionary Unit di Camp Lejune, North Carolina, già pronta sulla «Bataan». Alcuni reparti, soprattutto di sminatori, stanno per trasferirsi al Nord, mentre circa duemila soldati stanno arrivando in queste ore in Kuwait. Il lóro obiettivo è partecipare all'esercitazione «Desert Spring», con altri 5 mila militari americani che già si trovano nel Paese del Golfo. Ma fonti di Washington non nascondono che lo sbarco rappresenta anche un avvertimento all'Iraq, candidato a diventare il prossimo obiettivo della campagna. Nel Sud dell'Afghanistan gli americani hanno perso un altro elicottero, ma il Pentagono sostiene che è caduto per un problema meccanico, e non per il fuoco dei talebani. L'equipaggio è rimasto ferito, ma nessuno è morto e tutti i soldati sarebbero stati salvati. I taleban ieri hanno invitato gli americani a dimenticare l'H settembre e tirare avanti, ma il viceministro della Difesa Wolfowitz ha risposto: «Non scorderemo mai quel giorno. E se la campagna continua così, presto il mondo potrà dimenticarsi dei taleban», [p. mas.] Il generale Franks pronto a usare i marines. Il capo di stato maggiore Myers: «Prenderemo lo sceicco dovunque si trovi» Lui risponde con un «testamento spirituale» in cui dà istruzioni alla famiglia: «Non lasciatemi cadere nelle mani degli infedeli»