NON DIRE GATTO di Marco Belpoliti

NON DIRE GATTOFRA SCIENZA E LETTERATURA, GLI ALTI E BASSI DEL NOSTRO RAPPORTO CON UN QUADRUPEDE DOMESTICO MA NON TROPPO NON DIRE GATTO Marco Belpoliti IN Just So Stories Rudyard Ki¬ pling racconta l'addomestimento del Gatto. È la Donna, sua fiera avversaria, che ne propizia, anche contro se stessa, l'ingresso nella caverna dove vive insieme all'Uo¬ mo e al loro bambino. H Gatto cattura il topo ed è gentile con il neonato. Il suo posto nella casa dell'uomo è dunque assicurato. Ki¬ pling è un magnifico narratore (Storie proprio così, tradotte da Ottavio Fatica, si leggono nell'edi¬ zione Einaudi di I fiori della giun¬ gla e altri racconti di animali), tuttavia secondo la zooioga Juliet Clutton-Brock la sua descrizione del gatto delle origini tradisce un'in¬ comprensione. Se è vero che il gatto cammina solo, tuttavia il felino non è indifferente a tutti i posti («per lui un posto valeva l'alto»), il gatto ha un comportamento spiccatamente territoriale, è un cacciatore solita¬ rio e, almeno parzialmente, nottur¬ no; per queste qualità si distingue da tutti gli altri animali completa¬ mente domestici. È stato l'uomo, probabilmente in epoca egizia, con l'offerta di cibo, affetto e benessere a indurre il gatto a condivìdere la mieìlèsima area centrale all'interno di quella familiare; tuttavia, quasi tutti i gatti domestici possono sopravvive¬ re e prosperare standosene per proprio conto, in un edificio abban¬ donato o ai margini della città, oppure in una zona di campagna completamente disabitata. Juliet Clùtton-Brock, in un librò molto bello e istruttivo, Storia naturate della domesticazione dei mammife¬ ri (Bollati Borìnghieri), descrive il processo attraverso cui il Felis silvestris è diventato il gatto soria¬ no che fa le fusa sul tappeto o ci salta sulle ginocchia. La classifica¬ zione dei Felidi è stata particolar¬ mente complicata, e nella prima metà del XX secolo un tassonomo, di nome Pocòck, stabilì le probabili origini del gatto inglese domestico. Catalogò un gran numero di esem¬ plari, per quanto oggi gli studiosi tendano a ridurre il genere Felis a solo 28 specie a partire dai due ceppi originari, il gatto selvatico europeo e il gatto selvatico africa¬ no, FeZis iyhica. , | . Nonostante la parziale domesti¬ cazione, con nessun animale l'uomo ha un rapportò così simbiotico, forse supenore a quello còl cane, definito non a caso dalla'Clutton- Brock un rapporto di tipo empatico. Gli amanti degli animali, salvo rare eccezioni, si dividono in due catego¬ rie: quelli che preferiscono i cani e quelli che prediligono i gatti. Do¬ nald Engels, storico dell'università dell'Arkansas, in Storia del gatto (Piemme) contrappone gli antichi egiziani, gattofili, ai romani cinofi¬ li, i musulmani e gli ebrei, che reputano il gatto l'unico animale pulito che non contamina, ai cristia¬ ni che vedono nel cane il simbolo della fedeltà e della fiducia, mentre il gatto è stato a lungo per loro un animale diabolico. L'ingresso dei gatti nel territorio dell'uomo e la loro stabilizzazione dovrebbe essere avvenuto intorno al 4000-3000 a.C, quando nella civiltà egizia si trovano i primi resti certi di questo animale, sebbè¬ ne si tratti più di gatti selvatici mansueti che di gatti domestici. Le prime raffigurazioni del gatto, sem¬ pre in Egitto, sono del 1900 a.C. quando iTiyiuco verme addomesti¬ cato. Il luogo in cui il gatto entra in contatto con l'uomo, è il granaio, fondamentale per l'alimentazione di entrambi. L'Egitto dei Faraoni tributa al gatto un vero e proprio culto: c'è la dea gatto Bastet, e dal 1500 a.C. si sviluppa la credenza che il dio solare Ra, la divinità" più potente, possa manifestarsi in for¬ ma di gatto che combatte nottetem¬ po con il serpente Apofis, demone sotterraneo, per riportare ogni mat¬ tino il Sole al cèntro del cielo. Del gatto gli antichi egizi apprezzava¬ no il carattere «infantile», la gioco¬ sità, l'indipendenza, l'eleganza, la capacità di acciambellarsi e dormi¬ re in ogni situazione, di passare dalla massima passività all'azione e all'aggressione. Lo stesso vale per la civiltà greca, grazie alla quale il gatto, animale che ama salire sulle navi e lasciarsi trasportare, occupa ulteriori nicchie ecologiche in Euro¬ pa, per quanto il posto di dominato¬ re della casa cominci a essergli insidiato dal cane, compagno di caccia, servo fedele, protettore dell' abitazione. I cani addomesticati, a differen¬ za dei lupi e dei cani selvaggi, hanno la propensione ad abbaiare, scrive Juliet Clutton-Brock. In Ita¬ lia i gatti sarebbero arrivati tra il 1600 e il 1200 a.C. sulle navi micenee, e si sono diffusi dal Sud verso il Nord. Grande importanza ha avuto la colonia romana di Marsiglia, vero centro irradiante dei gatti antichi. Donald Engels sostiene che la sfortuna progressi¬ va del gatto, culminata durante il Medioevo, è connessa alla crescita delle malattie portate dai topi (in particolare la peste) di cui il gatto, cacciato e ucciso, non fu più abitua- le predatore. Cibo, malattie e assen¬ za dei gatti sono, per lo storico americano, strettamente legati. Du¬ rante il Medioevo, il gatto fu messo al bando. Associato alle streghe (gatto nero e volo magico sono i suoi attributi costanti), il gatto conobbe per alcuni secoli un mo¬ mento di deciso declino. Engels cita la tesi di una studio¬ sa che attribuisce la persecuzione del gatto e di altri animali al loro legame con le divinità pagane, pre-cristiane ed egizie. Il gatto è infatti associato al culto di Iside e di Bubastis, gatta sacra. Ed è attraverso il culto di Iside che le credenze di origine egizia sono giunte fino ai nostri giorni. Così la convinzione riguardo il carattere nefando del gatto nero è legato al suo colore, attributo di Iside, colo¬ re sacro per eccellenza. Nel 1233 papa Gregorio IX emana la bolla Vox in Rama che dà il via al grande massacro dei gatti e delle loro padrone, le streghe, per quan¬ to nelle campagne il gatto cacciato¬ re di topi riesca a sopravvivere benissimo, fino al progressivo ri¬ scatto in epoca illuminista. Sono solo tre secoli che i gatti hanno riavuto cittadinanza in Occi¬ dente, mentre in Oriente il loro culto non è mai tramontato. Il confronto tra amanti dei gatti e dei cani continua. Lo scrittore Primo Levi ricordava un suggerimento di Aldous Huxley a un aspirante scrit¬ tore: per diventare tali bisognava comprare una coppia di gatti, osser¬ varli e descriverli. A Levi il gatto piace: è il simbolo della saggezza e, a differenza del cane, non può essere ridotto in schiavitù. È osser¬ vatore, furbo ed equilibrato. Forse in questa scelta agisce la memoria del Lager, dove i cani delle SS abbaiano furiosamente contro i de¬ portati, i quali, a loro volta, lappa¬ no il cibo nelle scodelle e obbedisco¬ no agli ordini urlati dai Kapo. Il cane appare a Levi l'emblema della riduzione a bestia dell'uomo. Lo scrittore torinese è un gattofilo a oltranza, tanto che il computer, da lui utilizzato per scrivere, è simile al gatto: «Ouando l'ho soddisfatto, ronza sommesso, facendo le fusa come un gatto contento». Nell'Egitto dei faraoni gli era tributato un vero e proprio culto, in Italia arriva nel secondo millennio avanti Cristo sulle navi micenee La sua sfortuna comincia con il cristianesimo, che lo vede come un animale diabolico, e culmina nel Medioevo con i massacri decretati dal Papa. Riscattato dal secolo deilumi, ha sedotto scrittori come Huxley e Primo Levi Negli eun in ImilsullLa concheun e ccondaldaha coscatShandencultconfcaniLevAldotorecomvarlpiaca dessevatoin qdel Gli animali vanno forte in librerìa. Per restare alle uscite più recenti, oltre a Storia naturale della domesticazione dei mammiferi di Juliet Clutton-Brock (edito da Bollati Borìnghieri, pp. 279, lire70.000) e Storia del gatto di Donald Engels (Piemme pp. 335, lire 35.000), si possono segnalare due libri' dell'etologa Elizabeth Marshall Thomas; La vita sociale dei cani (Longanesi, pp. 299, lire 30.000) e Una stella all'orizzonte (Tea, pp. 126, lire 13.000), favola natalizia che porta una capretta e un cane pastore a Betlemme, dove assistono alla nascita di Gesù. Di Marc Le Bot l'editore Medusa pubblica La vita degli animali illustri (pp. 90, euro 13), che sulla scia di Plutarco attinge alla letteratura classica e ai bestiari antichi e moderni. Infine, entrambi da Piemme, un libro dell'entomologo Giorgio Celli, I gatti di Casanova, ossia «come gli animali ci svelano le arti della seduzione» (pp. 191, lire 27.500) e Storia di un gatto che amava la luna di Julia peutey(pp. 207, lire 24.500). -i : ':

Luoghi citati: Arkansas, Betlemme, Egitto, Italia, Marsiglia