«Non faremo un regalo all'Ulivo»

«Non faremo un regalo all'Ulivo» PROPRIO GU«ATmcm GENERAUZZATI»PEt^ «Non faremo un regalo all'Ulivo» i ' ' ' ' - :, . Berlusconi e Forza Italia difendono il sottosegretario retroscena Mario Calabrési ROMA IL faccia a faccia è fissato per venerdì sera. A cena in via del Plebiscito Gianfranco Fini, di ritor¬ no da un tour elettorale in Sicilia, si sfogherà direttamente con Silvio Berlusconi.per i «comportamenti da bocciofila» del sottosegretario all'Interno Carlo Taormina, n Cava- liere, che passerà i prossimi tre giomi a Trieste insieme ai premier dell'Europa centrale, spera che nel frattempo il clima si sia un po' rasserenato, perché - confidano i suoi - di scaricare il sottosegretario non ha nessuna voglia: «Non si può regalare questa vittoria politica al¬ l'Ulivo», Berlusconi prende tempo, pro¬ mette di attivarsi perché «certi ec¬ cessi non si ripetano», ma è conscio che questa volta la partita è più complicata, che la fibrillazione che attraversa la sua maggioranza è reale. Accanto agli inviti alla mode¬ razione del Biancofiore di Follini e Buttigliene, che non sopportano più le «provocazioni» di Taormina, ieri è sceso pesantemente in campo il leader di An, descritto di «umore nero» dai suoi collaboratori. In via della Scrofa raccontano di un vice- premier che ha perso la pazienza: «Queste battute si dicono alla boc¬ ciofila, non si può continuare così, non si può trasformare una posizio¬ ne giusta in una cosa indifendibi¬ le». Che la pazienza fosse finita ne ha a^nrto conferma per primo Paolo Bonaiuti, portavoce del premier e sottosegretario alla presidenza del ConsigUo. Di primo pomeriggio Fini lo ha preso da parte a Montecitorio e gli ha consegnato un messaggio chiarissimo per il Cavaliere: «Que¬ sta storia va risolta: non voghamo altri polveroni, Taormina ne ha già sollevati troppi». E insieme hanno ripercorso gli incidenti degli ultimi mesi: dalla pretesa di continuare a difendere i suoi clienti, a partire dal boss del contrabbando Prudentino, alla richiesta di mettere in galera i giudici che sbagliano. Tra i centristi e in An si sperava che il sottosegre¬ tario togliesse il disturbo prima del voto della mozione presentata dal¬ le opposizioni, ma Taormina, per parte sua, non ci pensa proprio a fare un passo indietro, convinto com'è delia bontà delle sue parole. «Sono portatore di interessi condivi¬ si nella Casa delle libertà - confida¬ va a tarda sera -, capisco che ci possano essere perplessità per cer¬ te mie espressioni, ma sulla sostan¬ za mi hanno dato tutti ragione». Distinguere la forma dalla so¬ stanza: ecco la posizione che ha preso piede in Forza Italia, a partire dal quartier generale del Cavaliere: «Noi - sottolinea uno dei fedelissi¬ mi del premier - rivendichiamo la libertà di critica, anche verso i magistrati, ed è doveroso che si denuncino i loro eirori. Certo a nessuno di noi è mai venuto in mente di proporre di arrestare i giudici. Bisogna però separare le argomentazioni di Taormina dal modo eccessivo e apocalittico con cui le esprime». «Ha usato parole eccessive - aggiunge uno degli avvo¬ cati di Berlusconi - ma lo scontro è duro e non possiamo dimenticare il motivo della sua sparata, che è perfino più grave: il comportamen¬ to senza precedenti dei giudici mila¬ nesi, che si sono messi sotto i piedi una sentenza della Corte costituzio¬ nale». Una difesa ancora più convinta è scattata poi quando da sinistra sono arrivate dichiarazioni in cui l'attacco a Taormina veniva esteso a Berlusconi: se in mattinata al Viminale si potevano raccogliere critiche sul sottosegretario che «porta troppi guai», in serata i toni erano cambiati: «Gli attacchi gene¬ ralizzati lo aiuteranno». «Nel mo¬ ménto stesso in cui la smistra acco¬ muna nel suo attacco Taormina e Berlusconi - sottolinea un esponen¬ te di primo piano di Forza Italia - salva il sottosegretario. Come po¬ trebbe essere scaricato se si sostie¬ ne che parlano la stessa lingua, che le parole di Taormina sono la conti¬ nuazione di quelle dette dal Cavalie¬ re in Spagna?». Come potrebbe per¬ mettersi il governo di presentarsi diviso ad un dibattito parlamenta¬ re in cui il vero bersagho potrebbe ben presto diventare il presidente del Consiglio? «Berlusconi sa bene che nel mirino c'è lui e - chiosa uno dei suoi avvocati - convincerà gh alleati a serrare le fila». C'è bisogno però di trovare una soluzione che ricompatti la maggio¬ ranza e soddisfi i malumori di An e centristi. Tra le ipotesi di lavoro quella di portare in Aula il 6 dicembre un documento di tutto il centrodestra che contenga - come vuole Fini - un richiamo a compor¬ tamenti più consoni e ai suoi dove¬ ri istituzionali per Taormina, ma che contestualmente salvi la so¬ stanza delle sue critiche, «censu¬ rando i comportamenti di certa magistratura militante». E se non bastasse? «là voglio vedere in Aula i nostri alleati votare la mozione della sinistra. Davanti a tutti. A voto palese», sorride un falco az¬ zurro. Un esponente azzurro «Nel momento stesso in cui la sinistra lo accomuna al premier finisce per salvarlo» il sottosegretario agli Interni, l'avvocato Carlo Taormina