Ciampi rilancia la riforma regionale

Ciampi rilancia la riforma regionale Ciampi rilancia la riforma regionale a Torino: solo la Repubblica attuò il Risorgimento AldoCazzullo TORINO Nella sala del primo Parlamento italiano pavesata di bandiere storiche, davanti a Giovanni Agnelli seduto tra Luciano Vio¬ lante e Piero Fassino, alle spalle del sindaco e dei presidenti di Regione e Provincia, di fronte alrarcivescovo, a parlamentari, a decine di fasce tricolori, alla classe dirigente piemontese, Car¬ lo Azeglio Ciampi ha tenuto una lezione dì storia. Ha esposto la sua idea dell'Italia, parlando del Risorgimento e della riforma federalista prossima ventura, dei re e dei padri costituenti, di Cavour e dell'unificazione euro¬ pea come si parla dì uno stesso argomento. E ha esposto in po¬ chi minuti alcuni dei concetti- guida del suo settennato. Ha precisato quel che intende per patria, alla luce delle definizioni dì Mazzini e degli altri intellet¬ tuali che pensarono l'Italia. Ha spiegato la sua concezione della continuità tra Regno e Repubbli¬ ca, indicando nella Carta costitu¬ zionale il compimento degh idea¬ li delRisorgimento. E ha delinea¬ to i caratteri che dovrà assume¬ re il nuovo Stato unitario e federale - non così lontano da quello teorizzato da Cattaneo -, ponendo alcuni punti fermi: la solidarietà tra Regioni forti e meno forti, la reale partecipazio¬ ne dei cittadini, e l'intangibilità dei valori sanciti nella prima 'tòrte dèlia eòstitùSdbneii ^ ;i ^flènapPiBH Mmm k Tori¬ no era l'appuntamento che Ciam¬ pi sentiva di più, nel percorso della memoria che lunedì l'ave¬ va portato sulle tombe di Einau¬ di e Cavour e oggi lo condurrà al sacrario dì Novara (e alla De Agostini, per l'ultimo di una serie dì incontri con le istituzio¬ ni culturali piemontesi, tra cui l'università di Torino e le fonda¬ zioni Einaudi e Firpo). Il Risorgi¬ mento fu «una sorta dì miraco¬ lo», ha detto il Capo dello Stato nella città e nel luogo - Palazzo Carignano - dove quel miracolo fu reso possibile. Non fu solo conquista militare, ma costruzio¬ ne di una «comunità di valori», «conquista dei diritti civili ger¬ mogliati nelle antiche repubbli¬ che italiane» dell'età comunale e rinascimentale. Prefigurò le vi¬ cende attuali dell'integrazione europea, in quanto «la battaglia per le libertà degli italiani non fu mai isolata; venne vìssuta insie¬ me ai popoli d'Europa, greci, polacchi, ungheresi, tedeschi». Ciampi ha evocato i simboli che gli sono cari e che si associa¬ no all'idea di patria: l'Inno di Mameli, che «a ricorda la lotta comune» dei patrioti europei per l'indipendenza e i diritti civili, il tricolore, ma anche la bandiera con le stelle d'Europa e l'inno alla Gioia. E ha argomentato la sua idea della continuità della storia italiana, del legame tra monarchia e Repubblica, citan¬ do il pensiero di intellettuali, politici e scrittori a cavallo dei due secoli, che contribuirono a far nascere l'Italia «nelle coscien¬ ze prima ancora che sui campi di battaglia». Gh esuli accolti dal Piemonte - Sdaloja, Poerio, Spa¬ venta, Ferrara, De Sanctis, Tom¬ maseo -. I patrioti repubblicani: Manzoni, Cattaneo, Manin. «Il genio militare di Garibaldi e il genio diplomatico di Cavour». E il Manzoni di «Marzo 1821», del «giuramento», di quel patto tra cittadini lìberi e uguali che nel¬ l'età del Risorgimento era man¬ cato e che Ciampi considera il lascito del referendum del 2 giugno'46. Questo non significa che il Presidente della Repubblica di¬ sconosca il ruolo dei Savoia nel processo di unificazione e anche nella salvaguardia della conti¬ nuità statuale, garantita dopo l'8 settembre dal Regno del Sud. Anzi, Ciampi ha ripetuto la defi¬ nizione di Vittorio Emanuele II (cui poco prima aveva reso omag¬ gio, deponendo una corona d'al¬ loro ai piedi della sua statua restaurata) come «padre della patria». E, come aveva confidato nei giomi scorsi a questo giorna¬ le, gli ha riconosciuto il merito di aver «conservato al Piemonte lo Statuto e il tricolore», grazie anche all'opera di convincimen¬ to di Massimo D'Azeglio. «Tutta¬ via - ha notato Ciampi - chi aveva combattuto per l'Italia libera, indipendente, unita sof¬ frì la mancanza di un vero momento costituente, che si esprimesse in una assemblea eletta, nella quale si potessero confrontare le diverse anime del nostro Risorgimento». Nacque così quel «senso di incompiutez¬ za» che, nella visione del Quirina¬ le, fu colmato dai padri costi¬ tuenti. Furono loro a realizzare appieno gli ideali dell'Unità, «iscrivendo i diritti fondamenta¬ li del cittadino quale fondamen¬ to giuridico della vita stessa della comunità nazionale». E' questo un punto cui Ciam¬ pi tiene molto. Perché il presi¬ dente non concepisce la propria visione della storia ìtahana co¬ me fine a se stessa; la considera funzionale alla riscoperta della ; )atria, alla ricomposizione delle : ratture storiche. «Siamo tornati a pronunciare, senza remore e senza retorica, giustamente e finalmente, la parola "patria"» ba detto Ciampi, rivendicando un merito pohtico e indicando che l'idea nazionale non va co¬ struita ma ritrovata, non è un elemento da imporre dall'ester¬ no ma qualcosa che già esiste, di cui gli italiani avvertono il biso¬ gno, e che la pohtica può ancora arricchire. In due modi, sostiene il presidente. Con la costruzione dell'Europa (e di una cittadinan¬ za europea). E con il federah- smo. Ciampi ha ricordato «il senso di soddisfazione e dì spe¬ ranza» con cui i giovani del dopoguerra accolsero il progetto delle Regioni. «E' un programma che oggi trova un nuovo impulso costituzionale», e che il capo dello Stato considera con favore. Purché gli esiti non siano la nascita di nuove burocrazie o di localismi egoistici, ma «promuo¬ vere un governo migliore e svi¬ luppare la coscienza di collabora¬ re tutti alla realizzazione del bene collettivo». «Siamo tornati a pronunciare, senza remore e senza retorica, finalmente la parola Patria» Gli ideali di unità furono realizzati appieno soltanto nei '48 con la nascita del decentramento che ora ha ricevuto «un nuovo impulso costituzionale» Nel suo intervento ha evocato i simboli che gli sono cari: l'Inno di Mameli, il tricolore e la bandiera con le stelle d'Europa I caratteri del nuovo ordinamento non sono affatto lontani da,quelli immaginati da «padri» come Cattaneo, Cavour e Mazzini Il discorso del Presidente Ciampi a Palazzo Carignano (a sinistra) eaccanto un momento della visita al Museo del Risorgimento con (da sinistra) Giovanni Agnelli, presidente d'onoredella Fiat, l'avvocato Franzo Grande Stevens, presidente del Museo, e la signora Franca Pilla Ciampi