Lunedì la conferenza di pace in Germania di Paolo Mastrolilli
Lunedì la conferenza di pace in Germania Lunedì la conferenza di pace in Germania Gabbani getta acqua sul fuoco: sarà un incontro simbolico Paolo Mastrolilli NEW YORK «Possiamo avere il primo incon¬ tro in Europa, ma sarà un appuntamento simbolico». Non sono troppo incoraggianti que¬ ste parole, con cui l'ex presiden¬ te afghano e leader dell'Allean¬ za del Nord, Burhanuddìn Rab- bani, ha annunciato ieri la par¬ tecipazione del suo gruppo ai primi colloqui di pace organiz¬ zati dall'Onu. Comunque è im¬ portante che la macchina del nuovo governo si metta in mo¬ to, anche se fra mille incertezze e polemiche. Lakhdar Brahimi, il diplomatico algerino che il segretario generale Kofi Annan ha incaricato della mediazione, ha detto semplicemente che «speriamo di avere un accordo per l'incontro». L'appuntamen¬ to è sfittato a lunedì a Berlino, ma neppure questo è sicuro al cento per cento, perché il mini- i stro degh Esteri' dell'Alleanza del Nord, Abdullah, ha parlato j in generale di un incontro im (•Gemetrtìs"Siitfza 'BfUfeUMUBb ir posto. La portavoce di Brahimi, comunque, ha garantito che «le parti cominceranno ad arrivare durante il fine settimana, per incontrarsi lunedì a Berlinp, oppure nelle vicinanze delia capitale». Alla riunione, oltre ai rappre¬ sentanti dell'Alleanza del Nord, parteciperanno anche altri tre gruppi o «processi»: quello dì Roma, che fa capo all'ex re Zahir Shah; quello di Cipro, che comprende i rifugiati e la dia¬ spora; e la Convenzione dì Pe¬ shawar, fondata dì recente. Que¬ ste formazioni rappresentano la maggioranza pashtun, alla quale appartenevano anche i taleban, che però saranno esclu¬ si dalla riunione. Sì tratta del gruppo etnico più numeroso, ma finora sconfitto nella guer¬ ra, e non ha un leader definito, perché l'ex re non ha abbastan¬ za presa, e i capì militari come Hamid Karzai hanno un seguito ridotto. Lo scopo del vertice tedesco, nonostante queste in¬ certezze e divisioni, è di avviare il processo in cinque punti, che secondo Brahimi dovrebbe por¬ tare entro due anni alla costitu¬ zione di un governo accettato da tutte le etnie, e approvato dall'assemlbea tradizionale Lo- ya Jirga. In realtà a Berlino, secondo il portavoce dì Annan Fred Eckhard, «l'obiettivo immedia¬ to sarà ridurre le delegazioni da duecento persone a chea ven¬ ti». Il problema principale, infat¬ ti, è che anche le coalizioni inteme alle varie etnìe sono frazionate, e quindi intorno al tavolo si siedono troppi capi per avere una discussione davvero proficua. Una volta sciolto il nodo delle delegazioni, bisogne¬ rà decìdere come procedere. Brahimi ha smentito che Rabba- ni^abbia definito l'incontro in Germania come un passo simbo- heam^a comungue è chiaro che l'AllleahzadelTtforcf vuole conti¬ nuare le discussioni sul futuro governo in Afghanistan, dove ormai oltre a Kabul controlla quasi VB0oà del territorio. Un altro problema importante è la definizione della forza dì pace che dovrà garantire le intese. perché gli afghani non vogliono una grande presenza intemazio¬ nale, come dimostra l'opposizio¬ ne allo sbarco dei soldati britan¬ nici a Bagram. Ma nello stesso tempo, come ha denunciato la think tank Statfor, alcune trup¬ pe più vicine come quelle tur¬ che potrebbero peggiorare la situazione, facendo gli interessi di un gruppo contro l'altro. Da Washington, dove ieri si sono riuniti per la prima volta 21 paesi donatori tra cui l'Italia, più l'Unione Europea e l'Onu, il segretario dì Stato Poweli ha sollecitato ì leader delle fazioni afghane a mettersi d'accordo in fretta, «per offrire un interlocu¬ tore chiaro a chi intende aiuta¬ re il paese». Il timore, in realtà, è che l'anarchìa e la guerra civile tornino subito a riempire il vuoto, prima ancora che ì taleban e Al-Qaeda siano com¬ pletamente battuti. Per incorag¬ giare la soluzione politica, co¬ munque, sì"fè messo'*1!n"èSfito anche il meccanismo della rico¬ struzione., Poweli ha detto che «abbiamo ■davanti iM'tibbìle compito. La maggioranza della popolazione afghana sì sveglia affamata, iiifreddolita e amma¬ lata ogni mattina. Un'intera ge¬ nerazione non ha mai conosciu¬ to la pace. Dobbiamo agire con velocità, appena possìbile». I pashtun, l'etnia più numerosa, saranno rappresentati da tre gruppi compreso quello di re Zahir Esclusi i taleban L'inviato speciale dèll'Onu Francese Vendrell (a destra) durante una conferenza stampa a Kabul col ministro degli Esteri dell'Alleanza del Nord Abdullah Abdullah
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