Gli aiuti alimentari dell'Onu tornano a Kabul di Paolo Mastrolilli

Gli aiuti alimentari dell'Onu tornano a Kabul DA PESHAM^ GIUDICATA SICURA LA PISTA SULLA QUALE SONO STATI UCCISI I QUATTRO GIORNALISTI Gli aiuti alimentari dell'Onu tornano a Kabul Quarantotto camion carichi di cibo, sfameranno 160 mila persone per un mese Paolo Mastrolilli NEWYORK Finora gli aiuti umanitari erano piovuti sull'Afghani¬ stan dal cielo, sotto forma di pacchetti gialli lanciati dagli aerei americani, che tra l'altro avevano il difetto di assomigliare maledetta¬ mente alle terribili bombe a frammentazione. Ma ades¬ so la guerra sta prendendo davvero una nuova pièga, se le Nazioni Unite se la sentono di ricominciare la distribuzione di cibo via terra. Ieri Khaled Mansour, portavoce del World Food Programme, ha annunciato che l'agenzia dèll'Onu «sta spedendo quarantotto ca¬ mion carichi di milletrecen¬ to tonnellate di cibo. Queste forniture alimentari sono sufficienti a sfamare cento- sessantamila persone per un mese». E' solo un inizio, dunque, perché il Palazzo di Vetro stima che almeno sei milio¬ ni dì afghani hanno bisogno di assistenza per soprawÌT vere. Gli aiuti erano blocca¬ ti da oltre una settimana, e le consegne tra Quetta e Kandahar sono ancora fer¬ me, mentre il corridóio con l'Uzbekistan è aperto solo per via fluviale. Ma la ripre¬ sa dei trasporti è un fatto significativo, anche sul pia¬ no politico. Per una cìnica ironia del destino, ì quaran¬ totto camion si sono avviati da Peshawar proprio lungo la strada percorsa da Maria Grazia Cutuli e dagli altre tre giornalisti assassinati lunedì. Ma, secondo Man¬ sour, «nonostante i tragici fatti avvenuti sulla via tra Jalalabad e Kabul, gli auti¬ sti afghani che usiamo sono sicuri di poter riprendere le consegne». Lunedì, insom¬ ma, su quella pista polvero¬ sa si moriva, ammazzati dai taleban o dalle baude; ieri, invece, ci potevano passare tranquillamente quarantot¬ to camion carichi di beni preziosi. Una differenza troppo lampante per non mettere in discussione la protezione offerta ai giorna¬ listi. La popolazione afghana, comunque, può tornare a sperare. Secondo il portavo¬ ce Chulho Hyun, infatti, anche l'Unicef si prepara a distribuire ai bambini di Mazar-i-Sharif diverse ton¬ nellate di biscotti ad alto contenuto proteico, e una specie di omogeneizzato su- pernutritivo chiamato Uni- mix. Nello stesso tempo, l'organizzazione di assisten¬ za sanitaria Médecins sans Frontières ha ripreso la sua attività. Annunciando la spedizione a Islamabad, Ste- phanie Bunker dèll'Onu ha ricordato che «dopo anni di guerra, deportazioni mas¬ sicce e siccità, l'agricoltura del paese è in ginocchio. La produzione di cibo è pro¬ gressivamente diminuita», al punto che ormai la popo¬ lazione rischia la fame. Ricordare le responsabili¬ tà del passato serve a chiari¬ re che la gente non è pro¬ strata dalle sei settimane di guerra contro Bin Laden e 1 taleban, ma piuttosto da oltre venti anni dì conflitti culminati nel regime repres¬ sivo del mullah Omar. L'of¬ fensiva di Washington e dei suoi alleati, insomma, sta riportando condizioni dì vi¬ ta decenti, anche se a prez¬ zo dei raid. Fin dal princì¬ pio gli Usa avevano sottoli¬ neato questa differenza, an¬ che per aiutare gli alleati arabi a giustificare la cam¬ pagna di fronte alle loro opinioni pubbliche. Già durante il discorso al Congresso in sessione con¬ giunta, il presidente Bush aveva promesso aiuti imme¬ diati per trecentoventi mi¬ lioni di dollari, e aveva ricordato che il suo paese era il principale donatore all'Afghanistan anche quan¬ do a Kabul c'erano i taleba¬ ni. Cominciata l'offensiva aerea, i militari avevano iniziato a lanciare razioni alimentari studiate apposta per rispettare gli obblighi religiosi della popolazione. I cargo partivano dalla Ger¬ mania, e dal 7 ottobre ad oggi hanno scaricato un mi¬ lione e seicentomila pac¬ chetti gialli, cambiando poi colore per evitare la confu¬ sione con le bombe. Quei lanci avevano susci¬ tato dubbi, perché era im¬ possibile garantire che arri¬ vassero davvero alla gente bisognosa, alimentando il sospetto che fossero solo una manovra propagandisti¬ ca. Oggi infatti ì pacchetti gialli si trovano in vendita al bazar di Herat per circa un dollaro l'uno, esoso co¬ sto d'impresa per chi è anda¬ to a raccoglierli nei campi come fossero patate. Da ieri però la storia è cambiata. L'Onu è tornata a consegna¬ re il cibo porta a porta, lungo una strada ripulita troppo tardi per Maria Gra¬ zia Cutuli e gli altri colle¬ ghi-

Persone citate: Bin Laden, Bush, Cutuli, Khaled Mansour, Maria Grazia Cutuli

Luoghi citati: Afghanistan, Herat, Islamabad, Kabul, Kandahar, Usa, Uzbekistan, Washington