Fuentes: «Noi reporter mandati allo sbaraglio»

Fuentes: «Noi reporter mandati allo sbaraglio»Fuentes: «Noi reporter mandati allo sbaraglio» I giornalisti e tutti i dipendendenti del «Mundo» hanno ricordato ieri, davanti all'ingresso del quotidiano, Julio Fuentes, l'inviato ucciso sulla strada per Kabul con Maria Grazia Cutuli e altri due colleghi. Attimi di grande commozione mentre, alla presenza del padre di Fuentes, il direttore del giornale, Pedro J. Ramirez, ha commemorato Julio, «il volto più nobile e degno del giornalismo». Oggi Ramirez partirà per Kabul con il direttore del «Corriere della Sera», Ferruccio De Bortoli, per riportare a casa le salme dei due giornalisti. Pubblichiamo un articolo di Fuentes che fa parte del suo libro «Gli occhi della guerra», scritto in memoria di Miguel Gii, giornalista assassinato il 24 maggio 2000 in Sierra Leone. Julio Fuentes Mentre il Kosovo si dissanguava davanti ai suoi occhi in ima guerra basata sullo sterminio etnico della sua gente, Elìda Ramadanì, storica producer del¬ l'agenzia Associated Press in Kosovo, metteva in gioco la vita per evitare che le cacce all'uo¬ mo, i saccheggi, le fosse comuni svanissero come il fumo dei paesi in fiamme. Ma la guerra, il giornalismo e l'amore hanno teso una doppia trappola mortale a questa don¬ na coraggiosa. Su di lei s'è abbat¬ tuta una doppia tragedia che, secondo i corrispondenti dì guer¬ ra dell'agenzia, sì sarebbe potu¬ ta evitare minimizzando i ri¬ schi: «L'Aptn (l'Assocìated Press Television News, ndr) non ha imparato nulla dal suo tragico bilancio: tre morti in due armi. Nessuno si assume la responsa¬ bilità della vita degh operatori e dei producer. L'unica cosa che conta è arrivare primi». Elìda fu compagna e insepara¬ bile producer da Miguel Gii, leggendario cameramen spagno¬ lo di Aptn, uccìso in Sierra Leone. Il 29 marzo 2001, appena incominciava a superare la tra¬ gedia, un proiettile di mortaio le ha ammazzato in Kosovo suo marito, Kerem Lawsony 30 anni, anch'eglì operatore-pròdùcer dì Aptn, dal quale aspettava un bambino. Lei incominciò a lavo¬ rare come interprete per^'Asso- ciated Press e Aptn nella prima¬ vera del '98, all'inizio della guer¬ ra civile nella quale si affronta¬ vano l'esercitò federale jugosla¬ vo, appoggiato dagli squadroni per la pulizia etnica serbi, e il popolo e i guerriglieri albano-ko- sovari. Osservarla in mezzo a quella mattanza ti trasmetteva tranquillità. Serena, sorridente. La ricordo ima mattina mentre si proteggeva a Ókucanì dal fuoco incrociato senza smettere di prendere appunti. Era la per¬ fetta producer che si sforzava d'arrivare più lontano e prima degh altri, spesso pagando un prezzo troppo alto. In quei tempi Elìda e Miguel diventarono una coppia leggen¬ daria. Il cameramen catalano filmò immagini che fecero il giro del mondo, lei era la sua ombra. Fu con lui nel Nord Albania per documentare i combattimenti dell'Uck. Dal 1998 sino al 2000 lavorarono insieme nell'infer¬ no. Oltre alla guerra e alla solida¬ rietà per un popolo martirizzato li univa l'amore. Ma arrivarono tempi duri. Quando la Nato cominciò a bombardare Kosovo e Serbia, Elida fuggì in Macedo¬ nia dove continuò il suo lavoro. Alla fine della campagna allea¬ ta, lei e Miguel testimoniarono, insieme, il ritomo dei kosovarì in patria. A Kerem e Miguel, protagonisti dì questa storia, sicuramente sarebbe piaciuto che i coUeghi andati in trincea dopo di loro avessero avuto un giubbotto antiproiettile, un vei¬ colo blindato e una maggiore comprensione. «Dopo la morte di Miguel - ricorda Alvaro, suo fratello - l'Aptn promise di fare corsi di sicurezza per i dipenden¬ ti e dì rivedere la poUtìca deUe assicurazioni sulla vita. Ma poi se ne sono dimenticati». Alvaro denuncia che il fratello non era assicurato: «E non aveva .nem¬ meno un regolare contratto. Con i soldi che volevano darci. Elìda non potrebbe vivere» ag¬ giunge alludendo alTassìcurazio- ne che eventualmente lei riceve¬ rà come vedova di Lawton. Non erano eroi, né soldati e neppure drogati. Per loro la fama era merda, e l'amicìzia, fehcìtà. Giornalisti «d'éhte» mal pagati che si sono sacrificati per offrire alle tv del pianeta un pezzo dì storia viva, crudele e spietata. Per vocazione. Lo sti¬ pendio medio nell'Aptn non su¬ pera il 3500 dollari netti, un giubbotto antiproiettile costa l'equivalente d'un milione e 200 mila lire. Ci hanno raccontato guerre, con la morte alle calcagna, tra¬ smettendoci un realismo che nessuno storico, politico o filoso¬ fo può eguagliare. Grazie a pro¬ fessionisti così, milioni di spetta¬ tori sono entrati negli inferni di Bosnia, Kosovo e Sierra Leone dove loro hanno perso la vita per il nastro d'una cassetta. /f Il giornalista spagnolo Julio Fuentes, inviato del quotidiano «El Mundo»: è uno dei quattro reporter uccisi lunedì