Vagabondando con Grossman in una misteriosa Gerusalemme di Elena Loewenthal

Vagabondando con Grossman in una misteriosa Gerusalemme Vagabondando con Grossman in una misteriosa Gerusalemme DIU di mezzo secolo fa un cane vagabondava triste¬ mente per le vie di Gerusa¬ lemme con sul dorso una scritta beffarda dipinta da qualcu¬ no per cattiva distrazione: non ave¬ va nome, il cane randagio di Shmuel Yosef Agnon e dell'omonima storia compresa tanti anni fa nell'antolo¬ gia dell'unico - per ora - premio Nobel israeliano, Racconti di Geru¬ salemme" (Oscar Mondadori 1979, con prefazione di Giorgio Voghera e traduzione di Elona MonseUse Otto¬ lenghi). Dinka si chiama invece la cagna a un capo del filo nell'ultimo romanzo di David Gros¬ sman, Qualcuno con cui correre. Dinka non è né bella né giovane, ma sa il fatto suo e sa soprattutto che tocca a lei rimettere insieme i tasselli della storia, congiungere sguardi e sorrisi, abbozzare una specie di lieto fine che strugge. Già, all'altro capo del filo si avvi¬ cendano i personaggi, dono di una maestria narrativa che si rinnova. Grossman cresce insieme ai bambi¬ ni delle sue storie: interdetti e vora¬ ci di vita o spigliati e intrepidi. Il suo Assaf è questa volta un sedicenne dalle mani grandi come queUe della Statua della Libertà, mani aperte e capaci, e dagli occhi irresislibiii. A lui non si può fare a meno di raccontare la propria vita e spiffe¬ rarne ogni segreto, pensa a voce alta Tamar verso le ultime pagine del libro, quando la storia è appena agli inizi. E' un po' sohtario, Assaf, ma non per complessi di inferiorità: è che il mondo gli interessa e lo trova pieno di cose da scoprire, come quando la mattina all'alba parte per andare a fare fotografie in cima alle colline della sua Gerusa¬ lemme. Così, questa volta parte insieme a Dinka, o megho all'altro capo della RECENElLoew SIONE a nthal corda che la tiene lega¬ ta, in cerca della sua padrona e della storia che lei trattiene a denti stretti come un enig¬ ma inviolabile. Assaf scoprirà un mondo che non conosce, nella sua familiare Gerusa¬ lemme: sbandati ed eccentrici, ostesse e conventi minuscoh. Teodo¬ ra vive da cinquantanni nel suo eremitaggio forzato, ma pare saper¬ la più lunga di un sacco di gente, anche in fatto di sentimenti. Per non parlare del suo coraggio. E' una monaca greca minuta, con un gran senso dell'umorismo e una presenza di spirito ancora più pronta: sa ascoltare, ma anche suggerire. ijuiudiu udiia cagna une nula a distanza i propri affetti, Assaf com¬ pone i tasselli di una storia in cui entra a poco a poco, ma con tutto quello che ha e che è. Al centro di quella storia c'è Tamar, una sua coetanea che un po' gli assomiglia, un po' è più grande ma un po' è anche più piccola di lui: in parole povere, sono fatti l'uno per l'altra e non ci vorrà molto per capirlo, fra le crisi di astinenza di Shay, il fratello che la ragazza si è imposta di fare uscire dal tunnel della droga a costo di tutto, anche di perdere se stessa. Come sempre, i bambini di Gros¬ sman divenuti adolescenti ispirano un miscuglio di tenerezza e riveren¬ za: Assaf per la sua insicurezza che vince facendo scattare qualcosa dentro il cuore, Tamar per la sua grandezza d'eroina ma anche per quando freme di paura o di scorag¬ giamento. E tutti e due restano un po' fuori dal mondo, fuori dal nostro mondo ma anche da quella fiaba metropolitana che è l'intreccio del libro, con la strega sotto spoghe di un mafioso un po' mezza tacca e la sua comunità di ragazze e ragazzi sbandati che ogni mattina deposita a elemosinare sulle piazze e per le strade di Israele, disperati artisti di strada. Assaf giungerà alla meta seguendo insieme a Dinka tante briciole di pane, l'ima diversa dall'al¬ tra e tutte un poco indecifrabili, condotto verso Tamar da una forza magnetica per la quale ancora non osa trovare nome. Non è solo amo¬ re, ma anche curiosità e compassio¬ ne, e soprattutto il senso di una giustizia che bisogna almeno tenta¬ re di far vincere, qualche volta. Nel suo cammino la Gerusa¬ lemme di sempre si trasforma con l'estro di un prestigiatore esperto: a tratti è mercato brulicante a tratti selva oscura e impenetrabile, quasi fatta apposta per accoghere i sogni di un adolescente che va incontro all'età adulta disarmato, se non fosse per un paio di mani grandi e robuste. Che sembrano fatte appo¬ sta per tenere stretta la presa, e condurre il lettore lungo quella specie di magia che è il racconto di Grossman, all'altro capo di una cor¬ da legata al collo di un cane vivace, verso gli occhi dalla tinta inafferra¬ bile di una ragazza minuta che non ha paura di crescere. RECENSIONE Elena Loewenthal David Grossman Qualcuno con cui correre trad. di Alessandra Shomroni, Mondadori, pp. 364, L 33.000 ROMANZO

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele