A Bergamo una cellula di Bin Laden di Paolo Colonnello

A Bergamo una cellula di Bin Laden A Bergamo una cellula di Bin Laden nomi di due fratelli in una lista trovata in un covo a Kabu Paolo Colonnello inviato a BERGAMO «Basta, smettetela, né io né mio fratello siamo terroristi. Io vivo qui da 12 anni, non do fastidio a nessuno, ho due figli piccoli che sono figli di Dio, una moglie che amo, lavoro duramente, pago le tasse e sono in regola con i permessi di soggiorno. Sì, sono musulmano ed non ho paura a dirlo, lo posso gridare se volete. Ma non sono un terrorista. E non m'importa quel che scriverete, perché tanto di voi giornalisti non ci si può fidare»..Si affaccia alla finestra della sua caset¬ ta ad Alme, un paese all'inizio della Valbrembana, nella bergamasca, e mostra una bella faccia incornicia¬ ta dalla barba e sormontata da un paio di occhialini rotondi. Ma il volto è quello stanco di un uomo che ha lavorato tutto il giomo, che sta digiunando per il Ramadam e che soprattutto non ne può più dei sospetti che da mesi circondano lui e suo fratello. nvaje^tricistaspecis^zato, secon¬ dò la Digos di Bergamo sarebbe un ptBswtto, affiliato- di uria^qellula terrorista legata a Al Qaeda, la rete di Bìn Laden. «Ma come si fa a dire una cosa del genere: potete control¬ lare la mia vita e non troverete niente di male». E più di lui, invi¬ schiato nel misterioso monda degh attentatori islamici, sarebbe il fra¬ tello più giovane, Abou El Kassim Britei, 34 anni, di cittadinanza italiana, anche lui elettricista, scomparso dal giugno scorso. Il suo nome, accanto al numero di telefo¬ no della casa a Bergamo - lina dignitosa palazzina vicino al centro - è stato infatti trovato in una lista di affiliati ad Al Qeada, rintracciata qualche giomo fa in una casa di Kabul abbandonata dai Taleban, un appartamento che i servizi segreti del mondo occidentale considerano una base di terroristi. Così Abou El Kassim è schizzato ai primi posti della hit parade dei 50 terroristi islamici più ricercati dagli america¬ ni. E se non fosse stato per il fortuito ritrovamento della lista di Kabul (e di altri documenti di orìgi¬ ne italiana, come fogli della Questu¬ ra di Milano, timbri, permessi di soggiomo) probabilmente di Abou El Kassim, e della sua attuale, misteriosa assenza, non si sarebbe accorto nessuno. Tranne sua mo¬ glie, l'italianissima Anna Pighizzi- ni, 47 anni, che per amore di Abou, quando lo sposò nel '96 in una cerimonia civile nel comune di Bergamo, abbracciò oltre allo sposo anche la fede islamica, mutando il suo nome in Khadija e indossando il velo. La donna, che non vede più il marito dall'inizio del luglio scorso («una crisi di coppia, come tan¬ te...»), probabilmente non sospetta¬ va minimamente quella che sembre¬ rebbe essere la doppia vita dello sposo. E l'altro ieri quando è stata informata da alcuni giornalisti del ritrovamento della lista, è caduta letteralmente dalle nuvole, dicendo di non essersi mai fatta troppe domande sulle assenze di Abou, compresa quest'ultima, più lunga delle altre. La donna, che lavora in una biblioteca alla periferia della città, dice..(h aver .comunque sentitp.. al telefono il marito fino a qualche settimana fa. Anche perché nei confronti delTuomp, oltre ajjjma^ denuncia a piede libero per «associa¬ zioni di stampo sovversivo» e tma perquisizione subita in casa del 4 uglio scorso, non pende nessun provvedimento. Dunque Abou non è ricercato, è tutt'ora un uomo libero e potrebbe essere semphce¬ mente tomato in Marocco, o ancora cambiato città in Italia. Oppure finito a combattere in Afghanistan, con gli integralisti di Bin Laden. La Digos, in lugho, gh sequestrò alcuni opuscoli scaricati da Internet sulla jihad, un libro con la foto dì Osama bin Laden in copertina, qualche volantino, una videocasetta intito¬ lata «Top gun» e un'altra su gh «equivoci della guerra santa». In¬ somma, materiale generico, che in lugho, quando ancora gh attentati a New York erano lontani, non destò troppo sosEitto. E tffi resto la perquisizióne, che coinvolse,anche il fratello Mohamed ad Aline, e.un terzo connazionale a ^Qsip Sotto, venne ordinata nell'ambito di un' operazione preventiva di antìterxo- risnmo in vista del G8 e di possibili attentati a Bush. Finiia l'emergenza l'inchiesta venne in pratica abbandonata, tan¬ to che ieri, il pm Carmen Pugliese ha passato buona parte della giorna¬ ta a recuperare gh atti. Perché su Abou El Kassim Britei e tantomeno su suo fratello Mohamed, oltre a generiche segnalazioni dell'antiter¬ rorismo, non c'era proprio niente da obiettare. Vite irreprensibili, qualche presenza nella moschea di via Cenisio (dove Abou, tenne per la verità anche qualche predica), e tanto lavoro, come per tutti da queste parti. Poi Abou ha fatto perdere le sue tracce. Mentre Mohamed, il fratello più anziano, è rimasto nella casetta di Alme, con la moghe, anch'essa ma¬ rocchina e due bei bambini. E ora, logicamente, difende Abou e se stesso: «Non siamo terroristi. Io sono qui, lavoro come sempre e se mio fratello se n'è andato sono fatti suoi, io non, so dov'è. Però Iho allevato io e posso giurare che non ha mai toccato un'amia in vita sua». Perché allora il suo.nome è finito nella lista trovata a Kabul? jNpn ne ho ja più palhda idea. Chi rai (fice^che quel documentò''è^ originale? Noi non abbiamo più fiducia in nessuno. Si è véro, anche a me hanno sequestrato dei libri. Io leggo, è un diritto non è un reato. Anche Berlusconi mi ha mandato un libro. Ce l'ho in casa. E1 un reato?» Mohamed Britei nega ogni accusa: «Potete controllare nella mia vita e non troverete niente» L'altro sospettato, Abou, potrebbe essere tornato in Marocco o aver cambiato città in Italia li palazzo a Bergamo dove ha vissuto il marocchino con passaporto italiano Britei Abou'EI Kassim sparito dal giugno scorso