La rotta dei talebani «Resa o attacchiamo»
La rotta dei talebani «Resa o attacchiamo» ^^ IL ^KlSìAN CHIOr^Ò^^ DI KABUL CHE TENmrULTIMADISPERAlA DIFESA DEI^À SUA ROCCAFORTE A SUD La rotta dei talebani «Resa o attacchiamo» Attorno a Kunduz e a Kandahar l'Alleanza del Nord e i pashtun intimano le loro condizioni. Resiste solo la milizia del mullah Omar al servizio di Osama. «Entro domenica», dicono i mujaheddin reportage Giovanni Cerniti inviato a QUETTA AFarah si già sono arresi. «Ai taleban ora rimangono solo Kandahar e Kunduz, e non han¬ no più scelta: o trattano la resa o parte il nostro attacco». Ah- med Karzai dice che è questione di poco, «non arriveranno alla fine della settimana». Hamid, suo fratello, è pronto a muovere i fedelissimi di re Zahir dalla provincia dì Uruzgan, a Nord dì Kandahar. Il comandante Ismaìl Khan aspetta l'ordine da Herat liberata, a Est. «Forse cominciano la trattativa - dice . Karzai -, come a Kunduz». Con i loro anziani dalla barba bianca, sono le tribù «pasthun» a preme¬ re su quel che resta dì un regime in rotta. Nella provìncia di Farah è bastata una giornata e il Mullah Saeed Mohammed, il governatore talebano, ha ac¬ cettato la proposta del «Consi¬ glio Tribale degli anziani». An¬ darsene, e hanno già lasciato Farah, direzione la Kandahar del mullah Omar. «E adesso non vogliamo che l'Alleanza del Nord entri nella nostra provin¬ cia», ha chiesto il colonnello Khan Khairi. Perchè loro sono «pasthun», stessa etnia dei tela- ban, ma non dell'Alleanza. Resìstono solo i guerriglieri, la milìzia del Mullah, la legione straniera di arabi e ceceni al servìzio dì Osama bin Laden. Da Kunduz ancora voci e rac¬ conti di taleban ammazzati da¬ gli arabi. Ma dalla città degli orrori proprio ieri arriva il pri¬ mo passo del mullah Dadullah, l'autorità religiosa di Kunduz. Anche luì è pronto ad accettare la proposta degli anziani capì tribù arrivati sabato da Pe- shawar. «Siamo disponibili a lasciare Kunduz, ma solo con un corridoio di sicurezza che ci garantisca dall'Alleanza del Nord e dopo ima trattativa con organismi intemazionali». Im¬ possibile che l'Onu si metta a discutere con un mullah, però questa dichiarazione è stata subito seguita da un'altra. «Non esistono ultimatum», ha detto il generale Daud, il comandante militare dell'Alleanza del Nord che assedia Kunduz. E da una Somata con poche bombe. A uetta ì «pasthun» dì Ahmed Karzai sono convinti che ci siano lavori in corso, che la trattativa per la resa sia già iniziata. «Entrò domenica», pre¬ vede Daud. Come a Kandahar. Dal confine pakistano la sen¬ sazione dei «pasthun» è che sia davvero questione dì pochi gior¬ ni. «Kandahar - spiega Karzai - è ancora sotto il controllo dei taleban e da quel che noi sappia¬ mo la situazione è tranquilla». Però, aggiunge, se il mullah Omar e i suoi consiglieri non accettano la trattativa faranno la fine dì Kunduz. Assediati. Chiusi in trappola. Da tre giorni il governatore della città non è più un taleban, ma il «pasthun» Haij Basher. Non è bastata, non basta per fermare Karzai.e i- suoi Basher è sempre stato un sostenitore del regime, dunque va cambiato, e in fretta. E qui l'ultimatum c'è: «Entro la fine della settimana Kandahar non deve essere sotto il controllo dei taleban», insiste Karzai. A Quel¬ la giurano che il Mullah Omar è ormai isolato, la sua Kandahar sarà anche sotto il controllo dei taleban, ma di guerriglieri pron¬ ti a combattere se ne vedono sempre meno. I «pasthun», buo¬ ne fonti: «Sappiamo che Omar è ancora in citta, ma non riuscia¬ mo a sapere che cosa ha in mente di fare. Dev'essere piutto¬ sto confuso». A Karzai ne hanno racconta¬ ta una che se è vera è preoccu¬ pante. Venerdì il Mullah Capo dei Credenti aveva annunciato che i taleban avrebbero lasciato Kandahar entro sabato sera. Sabato mattina contrordine. «E' successo - dice Karzai - che il mullah Omar ha fatto un sogno e ci hanno riferito le sue parole: "Ho fatto un sogno, con¬ trollavo il Paese per tutta la vita"». E per questo sabato mat¬ tina avrebbe decìso dì non la¬ sciare Kandahar e cambiare ap¬ pena il governatore. E' il secon¬ do sogno, dall'11 settembre. Nel pruno si era convìnto che tutto l'Islam sì sarebbe rivolta¬ to dopo la prima bomba ameri- cena sull'Afghanistan, ma non è andata proprio così. Il mullah Omar non ha mai lasciato Kan¬ dahar, non si è mai spostato a Kabul. Come Bin Laden e la sua legione straniera è un altro che non saprebbe dove andare. I capi tribù gli hanno proposto un «asilo politico» in Pakistan, ma anche questo sembra un sogno impossibile. Di Omar e dei telaban il Pakistan del gene¬ rale Musharraf non vuole più sapere. «Non abbiamo relazioni e non facciamo affari con quanto è rimasto del governo dei tale¬ ban», dice il ministro degli Este¬ ri Abdul Sattar. Da ieri e chiuso anche il consolato di Peshawar, nell'ambasciata di Islamabad tira aria da trasloco e l'unica rappresentanza diplomatica in funzione è quella di Quatta. Dove, con una certa sorpresa, ieri mattina sono stati concessi 103 visti per visitare quel che resta dell Afghanistan taleban. Il mullah Hamid, l'ultimo conso¬ le rimasto, fa sapere che «così potrete verificare che a Kan¬ dahar è tutto sotto il nostro controllo». E per la prima volta il mullah Omar ha autorizzato l'ingresso anche alle donne. I «pasthun» di Quatta diffidano: «Vogliono solo guadagnare tem¬ po, sanno che con ì giornalisti m Afghanistan non ci saranno bombe», dice Farid Ahmad. E' annunciata una conferenza stampa: non sì sa di chi, non sì sa dove, non sì sa perché. Se questa mattina non cambiano idea sarà un viaggio a Kandahar. con la scorta dei taleban. Per vedere il sogno dì mullah Omar. Continuano gli scontri attorno a Kunduz: nella foto un soldato osserva l'avanzata dell'Alleanza del Nord. A sinistra un muhajed, deposta l'arma, prega a Kabul
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