Caccia a Bin Laden nelle grotte afghane
Caccia a Bin Laden nelle grotte afghane Caccia a Bin Laden nelle grotte afghane Washington accusa di complicità l'Iraq di Saddam Maurizio Molinari inviato a WASHINGTON Satelliti e truppe speciali danno una caccia senza tregua a Osama bin Laden in Afghani¬ stan e l'Amministrazione Bush per la prima volta dall'inizio della guerra al terrò; louio chiama in causa l'Iraq, accusandole di forag¬ giare i guerriglieri di Abu Sayyaf nelle Filippi¬ ne e di violare gli accordi contro le armi chimiche. Le operazioni militari in Afghanistan au¬ mentano di ora in ora la pressione sui tialeban e Al Qaeda.Le roccaforti di Kunduz, a Nord, e Kandahar, a Sud, sono sottoposte a continui attacchi dei B-52. Da Kabul rimbalza la cifra di mille morti a Kunduz nelle ultime 48 ore. «Non abbiamo persone a terra che possano contare le vittime» afferma Donald Rum- sfeld, capo del Pentagono. La caccia ai leader di Al Qaeda ha colto ieri un successo con l'uccisione - annunciata dal comandante uz'iebo Rashid Dostum - di Njduma Namanga- rx, leader del Movimento islamico dell'Uz¬ bekistan e comandante di ima delle unità intemazionali della «Brigata 55». Ma Bin Laden ancora sfugge. Il Pentagono sta usando ogni mezzo per trovarlo, la tattica scelta è quella di non dargli tregua distruggendo sistematicamente ogni possibile rifugio in superfìcie o sotto terra per obbligarlo a uscire allo scoperto: «Colpiamo grotte e tunnel, loro si spostano in altre grotte e tunnel - spiega Rumsfeld - e noi colpiamo anche quelli. Continueremo così finche non li avremo sconfitti, noi non siamo stanchi e non ci fermeremo di certo». Centinaia di uomini delie truppe speciali americane, divìsi in piccole unità, sono sul terreno: guidano gli attacchi aerei e operano con l'aiuto di satelliti spia e aerei senza pilota. Questi contingenti di Delta Force e Berretti Verdi hanno come unica missione quella di liquidare Al Qaeda e i suoi leader. «I nostri soldati non sono in grado di ricevere la resa di nessuno né di fare prigionieri di Al Qaeda» sottolinea Rumsfeld, secondo il quale Bin Laden non è stato individuato sebbene le forze anti-taleban ritengano che si sia proba¬ bilmente nascosto in una zona montagnosa a Sud-Ovest di Kandahar. Proprio Rumsfeld, durante il briefing al Pentagono, ha per la prima volta stabilito una connessione diretta fra l'Iraq di Saddam Hussein e l'organizzazione terroristica Al Qaeda, responsabile degli attacchi dell'11 settembre contro New York e Washington costati la vita a circa cinquemila persone. Oggi a Washington arriva la presidente delle Filippine, Arroyo, per un incontro alla Casa Bianca con il presidente americano George Bush: i due Paesi stanno conducendo opera¬ zioni congiunte contro i guerriglieri di Abu Sayyaf sull'isola di Mindanao e su altri isolotti vicini. «Loro hanno molti soldati impegnati - dice Rumsfeld - noi li assistiamo con i nostri team nei combattimenti contro questi terroristi che tengono ancora stranie¬ ri in ostaggio». Il gruppo fondamentalista di Abu Sayyaf per il Pentagono è la prova dei rapporti diretti fra Al Qaeda e Saddam Hussein: «Questi terroristi sono un'emana¬ zione di Al Qaeda ed è noto che sono stati finanziati e sostenuti dall'Iraq». Sebbene il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, metta le mani avanti affermando che la gueira «è ancora nella sua prima fase», la pressione politica di Washington su Ba¬ ghdad è notevolmente aumentata negli ulti¬ mi giorni. A Ginevra il sottosegretario di Stato ameri¬ cano per gli armamenti, John Bolton, è intervenuto alla sessione dell'Onu sul rispet¬ to delle convenzioni contro le armi chimiche. «Vi sono alcuni Paesi che violano questi accordi», ha detto Bolton, nominando l'Iraq di Saddam Hussein e quindi anche Iran, Libia, Corea del Nord, Siria e Sudan. Teheran ha reagito immediatamente respingendo le accuse dell'Amministrazione Bush, ma l'im¬ pressione prevalente a Washington è che l'accento di Bolton fosse soprattutto sul¬ l'Iraq. «Non c'è dubbio che l'Iraq è un Paese terrorista e che persegue il possesso delle più terribili armi dì distruzione di massa», ha sottolineato il consigliere per la Sicurezza nazionale Condoleezza Rice, precisando che «tutto ciò va al di là di Osama bin Laden». Il Segretario di Stato, Colin Powell, è più prudente: ieri ha evitato ogni riferimento all'Iraq, preferendo sottolineare che «i tale- ban sono ridotti a pezzi» e che «Al Qaeda è in fuga».
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