«Noi non ci arrendiamo ancora» di Fabio Albanese

«Noi non ci arrendiamo ancora» NON VOGLIONO CREDERE ALLA NOTIZIA: «NESSUNO HA RICONOSCIUTO IL CORPO» «Noi non ci arrendiamo ancora» Catania, la famiglia s'aggrappa ad un filo di speranza Fabio Albanese corrispondente da CATANIA «Ogni giorno mi tranquillizzava, mi diceva che non c'era nulla di pericoloso. Non può essere». In casa Cutuli, in un appartamento di un palazzone del quartiere Barriera di Catania, per tutto il pomeriggio si è pregato. E si continua a sperare. La signora Agata, 74 anni, la mamma di Maria Grazia, trattiene le lacri¬ me e non si arrende all'idea che la figlia possa essere morta lag¬ giù, in Afghanistan, lei che di guerre ne ha viste e raccontate tante. Continua a pensare che le cose possono essere andate di¬ versamente, mamma Agata. In serata, al telefono con Bruno Vespa a «Porta a Porta», dirà soltanto poche parole: «Mi di¬ spiace che parliate di Maria Grazia come se non ci fosse più. Noi abbiamo ancora un filo di speranza: ho parlato con il mini¬ stro degli Esteri: la notizia della morte non c'è, i testimoni hanno soltanto visto quattro corpi da lontano. Noi ci aggrappiamo an¬ cora a un filo di speranza...». Anche a Giorgio Alpi, il padre di Ilaria, che cercava di farle corag¬ gio «per il grande sacrificio», ripeterà le stesse parole: «La ringrazio, ma noi ci aggrappia¬ mo ancora a un filo di speran¬ za...». Nel pomeriggio, poco dopo l'arrivo delle prime voci, in casa Cutuh arrivano altri familiari, gh zii, i cugini. Al telefono parla con le due sorelle di Maria Grazia, con il fratello: lavorano tutti fuori, a Roma. Papà Giusep¬ pe, 82 anni, preside in pensione, sta male da tempo, ha avuto due infarti, e riposa nella stanza accanto. I parenti chiamano un medico che possa tenerlo sotto controllo. «Mi ha telefonato ieri sera da Jalalabad - ripete la signora Agata - e mi ha detto: "Qui è tutto.tranopillo, ya.tutto bene, c'è solo freddo, non ti preoccupa¬ re";. Non mi aveva detto i che av,: Ne: silenzio rabbui AttP i .questo,, i viaggio». il salotto di casa c'è solo un di angoscia, rotto, di tanto in tanto dal suono j-del telefono. Chiama il direttore del «Corriere», Ferruccio de Bortoli, arriva il messaggio da New York del sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, negh Stati Uniti per un viaggio istituzionale, che «a. nome dell'intera giunta esprime il proprio cordoglio ai genitori» a loro appare - come tutti quelli giunti dai palazzi romani - quasi da respingere, in nome di quel heve filo di speranza. Né posso¬ no consolare la famiglia le atte¬ stazioni di affetto che giungono da tutta Italia, nelle quali si riconosce, come fa Scapagnini, le doti professionah della giova¬ ne inviata. Sotto casa, in via Del Bosco, restano le telecamere e i giomah¬ sti. Molti la conoscono e anche qui ci sono occhi lucidi; per qualcuno c'è imbarazzo a dover¬ si occupare di una storia che tocca così da vicino. I vicini di casa sono sgomenti. Una coeta¬ nea di'Maria Grazia, Angela, che abita due piani più sopra, vede la folla di giornalisti e chiede cosa sia accaduto: «Maria Gra¬ zia? Non è possibile». «Siamo tutti sconvolti - aggiunge un altro condomino, Ignazio Bonsi- gnore - qui la conosciamo tutti da bambina, una ragazza dolcis¬ sima». Maria Grazia Cutuli manca da Catania da una decina d'anni. Qui ha fatto gh studi, preso la laurea in filosofia, cominciato ad amare il mestiere di cronista. Tornava per le ferie, per vedere gh anziani genitori, per incontra¬ re gli amici, dentro e fuori le redazioni cittadine dove aveva lavorato, quella della tv regiona¬ le Telecolor è quella del quotidia- no La Sicilia. L'ultima volta era comparsa nella redazione di Telecolor - dove neU'86 aveva cominciato la sua carriera - l'estate scorsa. Arrivava d'improvviso, si aggira¬ va per le stanze e andava a salutare i coUeghi, quelli più «vecchi» con cui aveva lavorato, e i nuovi ai quah si presentava dicendo: «Sai, io ho lavorato qui». «Sono sconvolta da questa notizia - è il primo commento di Ada Mollica, inviato di Telecolor ed ex caposervizio di Maria Gra¬ zia Cutuh a Sud -. Non le manca niente. È bella e brava, e soprat¬ tutto non si dà arie. È rimasta la ragazza semphce e bella di" sem¬ pre». Con i coUeghi parlava di lavoro, ma anche di cose futili, di. sogni e di progetti, delle famiglie, della sorella Donata che ieri ha saputo la notizia mentre era a BruxeUes perconto della Cgil, e che ha preso il primo aereo per Catania. Per questa notte le luci reste¬ ranno accese in via Del Bosco 55 e il telefono tenuto sempre libe¬ ro. Aspettando una notizia che appare impossibile, una notizia che possa far loro dire: è stato solo un incubo, un brutto spa¬ vento. Maria Grazia tornerà a casa. Maria Grazia ha studiato in Sicilia e incominciato a Telecolor la sua esperienza professionale I vicini: «Una ragazza dolcissima, non può esserle successo questo» M* La giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli in un'immagine dì repertorio Il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli comunica ai giornalisti del quotidiano le tragiche notizie che arrivano a Milano da Kabul -