Bond contro azioni: sul lungo rendono di più

Bond contro azioni: sul lungo rendono di più Bond contro azioni: sul lungo rendono di più A confronto in Italia e in Europa le performance dei prodotti finanziari Lorenzo Dilena Un economista è uno che doma¬ ni vi saprà spiegare perché le previsioni che ha fatto ieri non si sono verificate. La battuta è forse un po' feroce, ma del resto gli stessi interessati ci scherza¬ no su e ammettono che le teorie cambiano. Un po' per moda, un po' per adeguarsi ai cambiamen¬ ti intervenuti nell'economia. Questa volta, però, l'hanno spa¬ rata grossa. Ouante volte avete sentito che le azioni sono sì rischiose ma nel lungo periodo rendono di più delle obbligazio¬ ni? Un'affermazione talmente ripetuta e scontata da diventare il luogo comune più consohdato della finanza, Tabe dell'investi¬ mento. Beh, d'ora in poi - stando a uno studio di Troy Bowler, strategista e capo della ricerca sul reddito fisso di Deutsche Bank - a tale affermazione biso¬ gnerà aggiungere un «forse». Che, sempre secondo i suoi cal¬ coli, può essere quantificato in una percentuale compresa tra il 40 e il SO1?!). In un arco tempora¬ le di 20 anni, tanto per fare un esempio, la probabihtà che le azioni battano le obbligazioni in termini di rendimento è pari al 500Zo circa, ovvero una possibili¬ tà su due. Come dire: nel lungo termine è assolutamente indiffe¬ rente investire in azioni o bond. Una conclusione che lascerà di stucco fior di promotori finan¬ ziari, consulenti dei borsini ban¬ cari e private banker. Ma che qualche fondo sta già mettendo in pratica. Lo strategista di Deutsche Bank si è chiesto se è razionale la scelta, fatta da alcuni fondi pensione, di spostare i propri investimenti dalle azioni ai gilts (i titoh del Tesoro britannico), dati gli attuali livelli dei merca¬ ti. Dopo un'ampia digressione matematico-statistica, Bowler è giunto alla seguente tesi: «La probabihtà che le azioni britan¬ niche rendano di più dei gilts a lungo termine è attualmente pari al 600Zo. Inoltre, a giudicare dalla preferenza di molti gestori di fondi pensione per l'investi¬ mento azionario, questo 60^0 è molto più basso di quanto molti investitori credano». Gh esempi non mancano: nel giugno dello scorso anno il fondo pensione di Boots pie ha cominciato a vende¬ re le azioni in portafoglio e oggi possiede esclusivamente obbli¬ gazioni in sterline con rating tripla A. Stessa scelta, anche se meno drastica, per il fondo pen¬ sione di Imperiai Chemical Indu¬ stries, mentre persino una com¬ pagnia d'assicurazione come Ro- yal 8- Sun Alliance ha ridotto la sua esposizione azionaria al 37,5^0 contro un investimento del 1000Zo di alcuni anni fa. Il timore di alcuni osservatori è che se la tesi prende piede tra i gestori dei fondi pensione finirà per autorealizzarsi. Sul mercato potrebbero riversarsi azioni per milioni e milioni di sterline, visto che circa il 700Zo del patri¬ monio dei fondi pensione britan¬ nici è investito in Borsa (un valore pari a 560 miliardi di sterline). In Italia, le elaborazioni deh' ufficio studi Mediobanca, relati¬ ve ai 17 anni che vanno dal 2 gennaio 1984 al 30 giugno di quest'anno, confermano la tesi classica secondo cui a lungo dare la Borsa batte il Btp. Il paniere di azioni selezionato dall'istituto di Piazzetta Cuccia, comprensivo delle principali azioni del listino italiano, ha registrato un rendimento medio annuo complessivo del 26,150Zo, il 100Zo in più rispetto ai Btp. Come si può vedere nella tabel¬ la, i rendimenti del paniere non sono stati costanti, si va da un 4-133,770Zo del 1985 al -290Zo di due anni dopo. Per arrivare a periodi più vicini a noi, basta pensare che i rendimenti del 56,230Zo registrato nel '99 e del 130Zo circa dell'anno successivo sono stati parzialmente «brucia¬ ti» dai disastri di quest'anno: la performance media del periodo è stata così del 9,880Zo, mentre i Btp hanno reso mediamente quasi il 50Zo annuo. La differenza dei periodi presi in esame, tutta¬ via, non consente di effettuare confronti tra le conclusioni di Bowler e i dati relativi all'Italia. Ma com'è possibile che una «verità» venduta per anni ai risparmiatori venga adesso mes¬ sa in dubbio? «E' necessario fare dei distinguo - risponde Alessan¬ dro Fugnoli, capo dell'ufficio studi di Abaxbank - perché se da una parte è vero che nell'arco di 30 anni le azioni battono i Btp, è altrettanto vero che questi con¬ fronti vengono sempre fatti prendendo in considerazione gli indici azionari, per esempio lo Standard S- Poor's». Il meccani¬ smo di funzionamento degli indi¬ ci prevede una revisione periodi¬ ca: alcuni titoli entrano, mentre altri escono: di fatto dell'indice fanno parte sempre le società che il mercato premia in quel momento. «Gli indici di Borsa, su cui viene effettuato il con¬ fronto, sono in un certo senso truccati - prosegue Fugnoli - anche se in modo trasparente e accessibile a tutti; i bond, inve¬ ce, possono andare bene in qua¬ si tutti gli scenari, mentre la scommessa sulla Borsa sarà vin¬ cente solo se ci sarà ripresa economica e i tassi rimarranno bassi». [borsa&finanzal ATTIVITÀ E PASSIVITÀ DELLE FAMIGLIE ITALIANE RISERVE PER PREMI DIASS 11,90Zo ATTIVITÀ SiLL'ESTERO 9,507o AORE ATTIVITÀ BIGUETH E DEPOSITI A VISTA Dati ih milioni dì euro ALTRI DEPOSITI 10f107o il BANCARIE POSTALI \etm AZIONI E PARTECIPAZIONI QUOTI DI FONDI COMUNI \mivm DEBITI A BREVE di cui: bancari DATI A MEDIO E A LUNGO TEI di cui; bancari ALTRE PASSIVITÀ FINAN25 TOTALE FASI TITOLI A MEDIO E LUNGO TERMINE nm 15,^ moii a BREVE TERMINE 1,00Zo TOTALE ATTIVITÀ 2.601.669 SALDO 2.251.987 FOMTE: Banca d'Italia

Persone citate: Bowler, Fugnoli, Lorenzo Dilena, Lungo Termine, Troy Bowler

Luoghi citati: Europa, Italia