Perquisita la «Exit» L'accusa è omicidio di consenziente di Grazia Longo

Perquisita la «Exit» L'accusa è omicidio di consenziente Perquisita la «Exit» L'accusa è omicidio di consenziente ndagato il presidente. «Non sono il signor Morte, sono tranquillo Non ho mai portato i malati in Olanda, e non ho preso un soldo» Grazia Longo TORINO Continua a giurare che non è un «Signor morte», che ha «solo aiutato ad andare in Olanda chi aveva scelto di morire con l'eutanasia». Ma contro di lui, ieri, il procuratore capo di Torino, Marcello Maddalena, ha ufficialmente aperto un'in¬ chiesta, affidando le indagini al questore Nicola Cavaliere. La procura vuole chiarire quali sono i veri scopi dell'associazio¬ ne culturale Exit, che si occupa di affermare anche in Italia la necessità di una legge che per¬ metta la «dolce morte». Lui, Emilio Coveri, il presidente, è indagato per quei viaggi nei paesi dove l'eutanasia è legale. Reato ipotizzato: concorso in omicidio di consenziente. Quando ieri mattina gli agen¬ ti della Squadra Mobile hanno bussato alla sua porta, Coveri non era in casa. Stava rientran¬ do a Torino in treno da Firenze, dov'era andato per un conve¬ gno. La perquisizione del suo appartamento è avvenuta alla presenza dei figli, Annalisa, 22 anni, e Alessandro, più giovane di tre. Lei ogni tanto piangeva; il fratello, no. Tre valigie zeppe di documenti, quattro scatole stracolme di dossier e decine di floppy disk e un computer. Che cosa cercava la polizia? La prova che Coveri ha concreta¬ mente favorito l'eutanasia. Una scelta di morire consentita in Olanda dalla legge, ma vieta¬ ta in Italia. Si rischiano fino a 15 anni di carcere. Quandópoi si esegue materialmente l'euta¬ nasia, la pena è ancora più alta. Ricordate il caso dell'inge¬ gnere di Monza? Nel giugno '98 Ezio Forzatti venne accusato della morte della moglie Elena Moroni, 46 anni: le aveva stac¬ cato il respiratore mentre era in coma all'ospedale. «L'ho fat¬ to per amore, ero disperato di vederla soffire», si difese l'inge¬ gnere. Ma un anno fa la Corte d'Assise di Monza lo ha condan¬ nato a 6 anni e mezzo di reclusione, con le attenuanti generiche e della seminfermità mentale, per omicidio volonta- rio premeditato. La posizione di Coveri è diversa: c'è il sospetto che abbia dato assistenza a più di una persona che a lui si era rivolta per commettere in un altro paese quello che da noi è un reato. «Io resto tranquillo - dice -. Non ho niente da nascon¬ dere: in Olanda non ho mai accompagnato nessuno e nean¬ che ho mai intascato una lira dei 10 milioni necessari per andare a morire all'estero». E' così? Ieri, gli agenti del commis¬ sario Marco Basile hanno mes¬ so sotto sopra casa sua. Hanno controllato in ogni angolo: nel¬ la sua camera da letto - dove c'era il computer sequestrato -, in quelle dei figli, nel soggior¬ no, in cucina e perfino nel bagno (qui è stato trovato un sacchetto di topicida avvolto in un pacchetto regalo, non si capisce il perché). Diverse car¬ telline sono state, inoltre, prele¬ vate anche in cantina e in soffitta. Coveri chiamava i figli dal treno con il cellulare: «Annali¬ sa, non piangere è tutto posto», «Fai quello che ti dice la polizia e non ti preoccupare». E anco¬ ra: «State calmi, tra un po' arriva l'avvocato». L'avvocato però non è arrivato e dalle 10,40 a mezzogiorno i due fratelli, insieme con i rispettivi fidanzati, sono rimasti lì e vedere svuotare cassetti e ar¬ madi. Poi, Annalisa ha dovuto seguire la polizia in questura («è solo una formalità, dobbia¬ mo verbalizzare l'inventario del materiale sequestrato»). Un lavoro lungo più di cinque ore, a cui, dalle 15 in poi, ha assistito pure lo stesso Coveri. E' uscito dalla questura, in¬ sieme con la figlia, poco prima delle 18. Lei era stremata: «Mai vissuto uno stress e una tensione del genere». Lui ama¬ reggiato e sconsolato: «Quasi, quasi, mi dimetto dalla presi¬ denza dell'Exit». Perché? «Que- sta storia sta prendendo dei contomi assurdi e molto insi¬ diosi per me e la mia famiglia. I miei figli sono sconvolti, spa¬ ventati, per non dire terrorizza¬ ti, per tutto quello che sta succedendo». Non ha mai temuto di poter essere indagato? «Certo che no, lo ripeto e lo ribadisco: non ho mai portato nessun inalato ter¬ minale in Olanda e nemmeno ho preso i soldi indispensabili a farlo». Coveri non nega però di aver messo in contatto alcuni familiari di pazienti in fin di vita con l'associazione «Nvve» di Amsterdam. «E che male c'è? Dov'è il reato? È come quando ti serve una marmitta nuova: vai da un ricambista, lui non te la può vendere e allora di consiglia un altro ricambista. Tutto qua». E per rafforzare la sua posizione, Coveri elenca le persone che ha contattato: «Ho telefonato a Marco Pannella e Emma Bonino, mi hanno detto che mi richiamano per dire cosa ne pensano e che si con¬ fronteranno con Silvio Viale, meno male che non sono so¬ lo...». L'indagine della Procura, in¬ tanto, va avanti. Oggi verranno esaminati, uno a uno, tutti i documenti sequestrati ieri. Sequestrate tre valigie di documenti, quattro scatole piene di dossier, decine di floppy disk e un computer Nel bagno è stato ' trovato un sacchetto di topicida avvolto in un pacchetto regalo «Una vicenda assurda» Gli agenti della polizia ieri nella sede di «Exit», durante la perquisizione. Le forze dell'ordine hanno sequestrato per accertamenti computer e documenti