Sharon a Prodi: basta aiutare Arafat di Emanuele Novazio

Sharon a Prodi: basta aiutare Arafat Sharon a Prodi: basta aiutare Arafat Colloqui gelidi fra il premier e la delegazione di Bruxelles Emanuele Novazio inviato a GERUSALEMME Alla fine è lo stesso Romano Prodi ad ammetterlo: nei suoi colloqui con la delegazione europea, il premier israeliano Ariel Sharon è stato di una «estrema durezza» e non ha aperto «nessuno spira¬ glio», confida il presidente della Commissione. La conferma è nel testo letto da Sharon alla confe¬ renza stampa congiunta che ha concluso l'incontro con Prodi e il presidente di turno deU'Ue, il pre¬ mier belga Guy Verhofstadt: nes¬ suna trattativa su Gerusalemme, «capitale del popolo ebraico da oltre tremila anni e capitale uni¬ ta, indivisibile di Israele per sem¬ pre». Nessuno spiraglio su Arafat, «dal quale nasce la fonte del terrore» e che «guida una coalizio¬ ne del terrore in cooperazione con Hamas, la Jihad islamica, al Fa¬ tali e Tanzim»: «Ogni volta che Arafat informa la comunità inter¬ nazionale di avere arrestato dei terroristi, vediamo quegli stessi terroristi muoversi liberamente e preparare bombe ed esplosivi che, fortunatamente per noi, alle volte colpiscono loro», denuncia Sharon. Nessuna concessione neanche sui sette giorni di «completa assen¬ za di violenze» posti come condi¬ zione alla ripresa del negoziato: «Nei colloqui con gli Stati Uniti si è deciso che servono sette giorni ler verificare se Arafat controlla a situazione. Sette giorni sono stati concordati, sette giorni resta¬ no», insiste Sharon respingendo la valutazione positiva che l'Onu e l'Ue danno della situazione negh ultimi 12 giorni («La violenza è sensibilmente diminuita»): «In questo periodo ci sono stati 268 atti terroristici, 5 morti e 29 feriti, mentre Arafat ha arrestato un solo terrorista che non sappiamo quanto a lungo resterà in carce¬ re». Un bUancio peggiorato: in serata due palestinesi armati so¬ no stati uccisi dai soldati israelia¬ ni nel Nord della striscia di Gaza. I due erano stati sorpresi mentre tentavano di infiltrarsi nell'inse¬ diamento ebraico di Dugit. Il premier israeliano, assicura Prodi, ha riconosciuto che il ruolo politico dell'Ue nel processo di pace è «alla pari con quello degh Usa». Se così è, non se ne vedono tracce nelle sue dichiarazioni in pubblico: le relazioni fra Europa e Israele si basano sulla condivisio¬ ne della democrazia e dell'econo¬ mia di mercato, precisa Sharon, che fa riferimento soltanto all' aspetto economico di queste rela¬ zioni («25 miliardi di dollari l'an¬ no di interscambio e crescente collaborazione nella ricerca», pun¬ tualizza). Dura critica, infine, per gh aiuti decisi dalla Uè ai palesti¬ nesi, 208 milioni di euro dal set- tembre 2000 ad oggi: «Il vostro denaro sarà usato per acquistare armi che verranno puntate con¬ tro Israele», denuncia Sharon. Se l'Europa vuole aiutare il popolo palestinese, investa «nella costru¬ zione di fabbriche e infrastnittu¬ re». Chiusura e polemica aperta con intelocutori europei ansioni di giocare un ruolo propulsivo nel processo di pace, dunque. Dietro la durezza del premier si intrave¬ de certo l'attesa per il discorso che il segretario di Stato Colin Powell farà oggi sulla situazione in Me¬ dio Oriente: un discorso nel qua¬ le, è previsione diffusa, si sosterrà la creazione di uno Stato palesti¬ nese e si chiederà a Israele di smantellare gran parte degh inse¬ diamenti in Cisgiordania e a Gaza. Parlando all'Europa, ieri, Sharon ha inteso parlare prima di tutto agh Stati Uniti e fissare alcuni punti di forza. Ma dal tono del premier emerge anche un obietti- vo elemento di diffidenza nei con¬ fronti dell'Europa. Non solo perchè sulla visita ha pesato il procedimento aperto con¬ tro Sharon per «crimini contro l'umanità» da un tribunale belga, dopo la denuncia di 23 libanesi che lo accusano di essere coinvol¬ to nelle stragi di Sabra e Chatila. Questa vicenda, e la contempora¬ nea trasmissione alla tv belga di un filmato sulle responsabilità dell'attuale premier, hanno soltan¬ to rafforzato la convinzione di Gerusalemme che l'Unione euro- lea non è un intermediario affida- lile perchè «troppo sbilanciato» a favore dei palestinesi. «Se gh euro¬ pei vogliono svolgere un ruolo costruttivo devono mostrare un approccio più equilibrato verso Israele», nota un «diplomatico di rango» citato ieri dal «Jerusalem Post». Le reazioni al discorso di Powell chiariranno la posizione di Gerusalemme. Ma come sottoh¬ nea Prodi - ieri ha polemicamente difeso con Sharon gh aiuti ai palestinesi e ha ricordato che ItTe, primo partner commerciale di Israele, ha un obiettivo potere di pressione - «gh israeliani non possono andare troppo a lungo da soli, contro tutti. Saranno i fatti che h spingeranno a cambiare». Il premier d'Israele ha chiuso la porta su Gerusalemme: «E' la nostra capitale da tremila anni e lo sarà per sempre». Critica per l'uso dei fondi Uè: «Servono per le armi» Ariel Sharon con il premier belga Verhofstadt e Renato Prodi. A sinistra Colin Powell, che oggi si pronuncerà sulla crisi fra Israele e i palestinesi