GLI OPPOSTI RIFORMISMI

GLI OPPOSTI RIFORMISMI GLI OPPOSTI RIFORMISMI Luigila Spina CI voleva un torinese, per di più allievo dei gesuiti, come il neosegretario dei Ds, Piero Fassino, per ammetterlo con una sincerità sorprendente: il più forte partito della sinistra è diviso tra due maniere netta¬ mente diverse di concepire il riformismo, ha un gruppo diri¬ gente ferito da rivalità mteme e ammaccato da sconfìtte esteme, intraprende una «lunga marcia» verso una possibile rivincita sul¬ l'orlo di un declino che potrebbe diventare irreversibile. Un com¬ pito davvero arduo quello che il congresso di Pesaro ha affidato al nuovo segretario e al rieletto presidente D'Alema. Non basta, infatti, rinnovare l'album di fa¬ miglia con il vecchio basco di nonno Pietro Nonni al posto della barba di Marx, chiedendo perdono a papà Giorgio Napolita¬ no e ascoltando con compunzio¬ ne i consigli di un saputo zio. Giuliano Amato, per convincere gli italiani di preferire i Ds a Berlusconi. Né e sufficiente evo¬ care i successi dei partiti social¬ democratici europei per condivi¬ derne la brillante (per ora) sorte. Eppure il neosegretario, pro¬ prio dall'esempio dei partiti fra¬ telli d'Oltralpe potrebbe ricava¬ re motivi di conforto e speranza di successo. Le distanze fra l'ala socialdemocratica e quella sinda- cal-movimentista, nei Ds, non sono maggiori, infatti, di quelle che separano analoghe divisioni presenti nei partiti di Blair, di Jospin, di Schroeder. La vera differenza che ha determinato l'opposto destino elettorale fra il partito più forte della sinistra italiana e i «fratelli» stranieri, a cavallo del secolo, non sono state le divisioni ideologiche e neanche le rivalità personali, ma la determinazione, la capaci¬ tà, il coraggio d'innovare che hanno manifestato i leader di quei partiti. Rispetto ai suoi predecessori, Fassino ha poi un altro vantaggio: per la rivincita parte dall'opposizione, proprio come fecero i colleghi europei. Il vero pericolo per i Ds è quello di continuare a parlarsi solamente tra loro, come hanno fatto a Pesaro attorno al grande tavolo ovale del Palasport. Se non sa' pranno cambiare linguaggio e allargare il cerchio degli interlo¬ cutori, al prossimo congresso troveranno ad attenderli solo un comodino. Per darsi la buonanot¬ te.

Persone citate: Berlusconi, D'alema, Fassino, Giorgio Napolita, Giuliano Amato, Jospin, Marx, Piero Fassino, Schroeder

Luoghi citati: Pesaro