Gli avvocati azzurri: Silvio, sta in guardia di Ugo Magri

Gli avvocati azzurri: Silvio, sta in guardia ATTESE PER OGGI DUE DEGSIONI-CHIAVE PER LE VICENDE GIUDIZIARIE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: «LODO MONDADOR!» E «TOGHE SPORCHE» Gli avvocati azzurri: Silvio, sta in guardia Occhi di nuovo puntati sulle mosse dei magistrati milanesi retroscena Ugo Magri: ROMA GLI avvocati di Silvio Ber¬ lusconi sono in ambasce e, se si dà retta alle loro confidenze, una certa preoc¬ cupazione sono riusciti a trasmetterla perfino al loro assistito; I 'I Gli hanno comunicato che dal fronte giudiziario, con¬ trol ogni apparenza, stanno arrivando notizie ben poco rassicuranti. I più pessimisti arrivano a ipotizzare scenari apocalittici, tipo un bis del '94, allorché l'attuale pre¬ mier fu costretto a dimetter¬ si sotto i colpi dei magistrati. Ma anche ì più prudenti, tra i consiglieri legali del Cava¬ liere, stanno aspettando con un po' di batticuore ì verdet¬ ti della Cassazione e del Tribunale di Milano, previ¬ sti entrambi per la giornata odierna, che si preannuncia campale. Nel primo caso, la Supre¬ ma corte dirà l'ultima parola sul "lodo Mondadori". Berlu¬ sconi vuol essere scagionato con formula piena, perciò non sì accontenta della sen¬ tenza che l'aveva salvato giudicando il reato prescrit¬ to. Senonché pure l'accusa ha presentato ricorso, rite¬ nendo quella stessa sentenza troppo benevola. Se la procu¬ ra milanese avrà la meglio, Berlusconi sì ritroverà dacca¬ po sul banco degli imputati. Se invece vincerà il Cava¬ liere, potrà concentrare l'at¬ tenzione sull'altro processo che lo riguarda da vicino, ribattezzato "toghe spor¬ che". Il Tribunale di Milano deve appunto decìdere sul caso che riguarda Cesare Previtì, imputato col Cavalie¬ re: sono validi o no gli atti processuali compiuti mentre Previtì era lontano dall'aula, causa la sua attività dì parla¬ mentare? Se il Tribunale imi- lanese sì adegua alla senten¬ za della Corte costituzionale emanata in luglio, il proces¬ so va ricominciato da zero; in pratica, si inabissa tra ì flutti. Se risponde che gli atti fin qui compiuti rimangono perfettamente validi, si sbri¬ ciola viceversa l'ultimo gran¬ de ostacolo eretto dalla dife¬ sa. Il processo può tirare innanzi come se nulla fosse, e giungere a conclusione già nella prossima primavera. Con un esito che, secondo la guardia pretoria del pre¬ mier, risulta già scritto in partenza secondo le regole del «rito ambrosiano»: con¬ danna per Berlusconi e tutti gli altri imputati. Su cosa sì basì la fosca previsione, è presto detto: Paolo Carfì, presidente della quarta sezione, avrebbe fat¬ to chiaramente intendere l'aria che tira. Poche settima¬ ne fa ha scritto una lettera al presidente della Camera per informarsi sui prossimi lavo¬ ri parlamentari, onde evita¬ re una sovrapposizione col processo in corso. Casini gli ha risposto, in buona sostan¬ za, dì andarselo a leggere su internet (sito www.camera, it). Previtì, invece, ha fatto un salto sulla sedia: se Carfì vuol conoscere gli impegni del Parlamento, significa che non si dà affatto per vìnto. Poi c'è stata, lunedì scor¬ so, l'altra decisione del Tri¬ bunale, seconda sezione, che ha alimentato ì peggiori so-, spetti: per gli atti trasmessi dall'estero, non c'è bisogno di alcuna certificazione sup¬ plementare. In pratica, la contestatìssima legge sulle rogatorie non potrà servire ad allungare i tempi in vista di una prescrizione. «Ma se questi giudici milanesi non sì fermano davanti alla leg¬ ge, e nemméno a una senten¬ za della Consulta», è il lamen¬ to di due importanti avvoca¬ ti che siedono a Montecito¬ rio nei banchi di Forza Ita¬ lia, «allora non ci sono dub¬ bi: le buone maniere con loro non servono, gli inviti alla prudenza che giungono dai vertici istituzionali por¬ tano diritto a una devastan¬ te condanna». Di qui la sire¬ na dell'allarme rosso. Se sì bussa in via del Plebiscito, quartier generale di Berlusconi, tutti questi discorsi vengono liquidati in fretta. «Berlusconi non la pensa così, lui è tranquillissi¬ mo», suona il refrain, «per¬ ché non ha nulla di cui farsi perdonare». Beppino Garga- ni, ricevuto ieri mattina dal Capo per ragionare di rifor¬ ma del Csm, giura di averlo trovato «contento e sereno». Eppure, gli uomini con cui il Cavaliere regolarmente si consulta, in simili frangenti, raccontano di un altro Berlu¬ sconi. Che «ha rimesso l'el- metfb'»', ed è' ripìféiJai-àtór'àllo scontro fitìale. ' Imtìiancabìle aneddoto: tre lióiniì fd," all'indomani dello sfogo a Granada sul «colpo di Stato» comunista messo a segno tramite i magistrati, un vecchio ami¬ co l'ha chiamato al telefono. «Ben detto, Silvio», si è com¬ plimentato, «ma era un inci¬ so o un discorso voluto?». «Io parlavo assolutamente sul serio», è stata la risposta secca di Berlusconi, «e lo vedrete». Chi non crede alle coinci¬ denze nota, da qualche setti¬ mana, un premier sempre più appassionato ai temi del¬ la giustizia, sempre più con¬ vìnto che sia urgente metter¬ vi mano, e sempre più sugge¬ stionato dall'idea che prima considerava con distacco e invece adesso lo attrae: una grande resa dei conti col fronte giustizialìsta, sul ring della «Commissione d'inchie¬ sta su Tangentopoli». Se il gioco si farà duro, nessun'ar- ma sarà troppo affilata per difendersi da quella che con¬ sidera la solita persecuzio¬ ne. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Persone citate: Beppino Garga, Berlusconi, Carfì, Paolo Carfì, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Milano, Roma