La Difesa: i carabinieri per ora non partono
La Difesa: i carabinieri per ora non partono La Difesa: i carabinieri per ora non partono Il ministero frena sulla richiesta Gnu di inviare subito uomini a Kabul per mantenere l'ordine: modi e tempi si decidono con il comando Usa di Tampa. L'Ulivo critica i contrasti fra Martino e Ruggiero Francesco Grignetti ROMA Partono i carabinieri paraca¬ dutisti per l'Afghanistan? «Ne so meno dei giornali», risponde brusco il vicepresi¬ dente del Consiglio, Gianfran¬ co Fini. «In Consiglio dei mini¬ stri non ne abbiamo parlato. Tra l'altro non c'erano né Renato Ruggiero né Antonio Martino». La Difesa confer¬ ma: altro che invio immedia¬ to degli uomini dell'Arma, per il momento i programmi non cambiano. Domenica sal¬ pa da Taranto la squadra navale con 1400 marinai e otto aerei. «Se qualcosa Gam¬ biera, modi e tempi saranno decisi con il comando supre¬ mo a Tampa, in Florida», sottolinea il sottosegretario alla Difesa Salvatore Cicu, Forza Italia. Considerando an¬ che che s'è innescata una concorrenza sorda tra Usa e Nazioni Unite sul futuro pros¬ simo dell'Afghanistan, è evi¬ dente che il nostro ministero della Difesa s'è schierato con il Pentagono. La posizione della Difesa italiana è stata ribadita ieri dal sottosegretario Cicu, mol¬ to'vicino al ministro. «I recen¬ ti e improvvisi sviluppi della crisi afghana - ha detto in diretta a Radio anch'io - han¬ no sicuramente accelerato gli eventi e forse superato alcu¬ ne tappe. Dico forse perché nel giro di due giorni abbiamo visto sconfitti i taleban. Ora il quadro politico è diventato molto complesso poiché a un gruppo dominante se ne sosti¬ tuisce un altro». Come già aveva detto ieri il ministro Martino, insomma, i responsabUi delle Forze arma¬ te non ritengono affatto fini¬ ta la guerra a Kabul. Prima di inviare truppe di terra voglio¬ no vederci chiaro. Non è arri¬ vato il momento del «peace keeping»? «Le cronache dal fronte ci confermerebbero di si. Ma quanto meno occorre fare delie valutazioni più ap¬ profondite. Non sappiamo se la rete di Bin Laden esiste ancora, se è stata sconfitta o se è in ritirata strategica pron¬ ta a colpire ancora. L'Italia sta inviando quattro navi del¬ la Marina. Siamo pronti a impegnare la componente del¬ l'Aeronautica militare. Ma queste decisioni saranno pre¬ se dal comando di Tampa che ha il controllo delle operazio¬ ni e deciderà quali forze impie¬ gare e in che modo. Le nostre sono forze pronte e efficienti, mobilitabili con minimo pre¬ avviso. Se in seguito cambie- ranno anche gli obiettivi della missione, che per il momento resta di contrasto al terrori¬ smo, e sarà avviata ima mis¬ sione umanitaria a guida delle Nazioni Unite, faremo nuove valutazioni e offriremo il no¬ stro contributo di prima linea a seconda delle disponibilità di uomini e mezzi». Se il ministro degli Esteri, Renato Ruggiero, aveva dun¬ que preventivato un prossi¬ mo dispiegamento a Kabul dei carabinieri paracadutisti, nell'ambito di una missione di polizia intemazionale sot¬ to l'egida dell'Onu, i sottose¬ gretari alla Difesa ci. tengono a sottolineare le prerogative del ministro Martino. Dice brutalmente Francesco Bosi: «E' il ministro della Difesa ad avere la responsabilità delle forze armate e l'ultima parola spetta a lui». E' appena più possibilista il suo collega Fi¬ lippo Berselli: «L'operazione va avanti come è stata pro¬ grammata. Ma l'Italia dovrà porsi il problema del dopo e svolgere un ruolo di mediazio¬ ne democratica per impedire che a un regime sanguinario e violento segua un sistema anarcoide che potrebbe gene¬ rare una guerra civile». Le opposizioni, intanto, hanno sottolineato le discre¬ panze nel governo. Arturo Parisi, della Margherita, criti¬ ca i due ministri: «Non è una novità e non è un episodio. Ancora una volta si dimostra l'incapacità del presidente del Consiglio di condurre in modo collegiale l'azione di governo, per di più in un momento grave come questo, nel quale i militari italiani mettono in gioco le loro vite. Non si può giocare ai soldati¬ ni sulla pelle dei nostri ragaz¬ zi». Oppure Marco Minniti, Ds: «Questo incidente è preoc¬ cupante perché ogni divarica¬ zione o insufficiente comuni¬ cazione fra Esteri e Difesa in questo momento risulta parti¬ colarmente grave». il governo getta acqua sul fuoco: trai due c'è stato solo uno scambio di battute. Il Consiglio . dei ministri non affronta né questo problema né quello dell'Airbus 400M Il ministro degli Esteri, Renato Ruggiero, con quello della Difesa, Antonio Martino
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