La democrazia dei pulsanti

La democrazia dei pulsanti BUONGIORNO di Massimo Gramellin La democrazia dei pulsanti RWRA i mugugni dei parlamen- :: H^- tari di destra e di sinistra, fcp^ anche il decreto che taglia le ^spese per la salute è passato col meccanismo della fiducia, che con¬ sente al governo di incassare subito l'approvazione senza arenarsi nelle lungaggini della mediazione politica. Non entriamo qui nel merito del provvedimento, né vogliamo accusa¬ re il solo Berlusconi, perché pure l'Ulivo comandò a colpi di fiducia. Ci limitiamo a prendere atto die oggi il sistema funziona pressappoco così. Alcuni leader decidono per i fatti loro chi inserire nelle liste elettorali che noi voteremo. Gli eletti, che devono tutto ai leader e ben poco a noi, ven¬ gono trattati come letterine addette ai pulsanti: pigiare, sorridere e stare zitti. Se propongono una legge, non verrà mai discussa. E se provano al¬ meno a modificare quelle del governo per tutelare gh interessi dei propri e- lettori, subito gli sarà tappata la boc¬ ca con la parola magica, «fiducia», che significa dibattito sospeso e ma¬ no alle tastiere. Noi non inviamo più a Palazzo i nostri ambasciatori. Dia¬ mo una delega in bianco al governo, che la userà per contrattare le sue scelte non con un Parlamento di sud¬ diti, ma col potere vero, quello econo¬ mico. La vecchia politica, di cui oggi a Pesaro si celebra uno degli ultimi fu¬ nerali, sarà anche stata una palude di tangenti e compromessi infiniti. Però siamo sicuri che quella di adesso si possa ancora chiamare democrazia?

Persone citate: Berlusconi

Luoghi citati: Pesaro