KOHL il contrappasso di Schroeder e Fischer

KOHL il contrappasso di Schroeder e Fischer IfEX CANCELLIERE TED POLEMICO SFOGO ALLA VIGILIA DEL VÓTO SULL'INTERVENTO MILITARE E SULLA FIDUCIA AL GOVERNO ~ KOHL il contrappasso di Schroeder e Fischer intervista Johann Michael Moeller SIGNOR Helmut Kohl, sem¬ bra che per l'esercito fede¬ rale stia cominciando la guer¬ ra in Afghanistan. E' d'accordo sul fatto che ciò rappresenta una cesura fondamentale per la politica estera tedesca? «Sì, ma la cesura è cominciata con la riunificazione^el 1990,- quando siamo riusciti a restituire alla Germania una piena sovrani¬ tà;-Molte personwialtora non era-' no del tutto consapevoli del nuo¬ vo ruolo della Germania nella pohtica internazionale. Gerhard Schroeder parla oggi di una nuo¬ va era, che segna la fine della "diplomazia del libretto degli as¬ segni", alludendo al'contributo finanziario della Repubblica fede¬ rale nella Guerra del golfo. Ma un contributo maggiore era, all'epo¬ ca, politicamente impossibile». Allora però un contributo militare della Germania non fu neanche in discussione... «Ouando il ministro degli Esteri americano James Baker, a metà settembre del 1990, dopo gli ac¬ cordi che permisero la rimozione dell'ultimo ostacolo alla riunifica¬ zione tedesca, venne da me a Ludwigshafen, fui molto dispia¬ ciuto nel dovergli comunicare che noi, a differenza degli inglesi e dei francesi, non eravamo in condizione di offrire alcun appog¬ gio militare agli Usa. Per questo fui molto criticato dalla stampa americana; si disse che i tedeschi erano pronti a prendere qualsiasi aiuto ma non erano altrettanto pronti a darne, nel momento dell'emergenza. La nostra situa¬ zione pohtica era tale che non riuscimmo a offrire nient'altro che un contributo finanziario al¬ la guerra contro Saddam Hus¬ sein. A quei tempi, l'Spd e i Verdi fecero ima campagna durissima contro l'intervento militare della Germania. Ricordo bene gli stri¬ scioni con scritto: "Kohl manda i nostri figli a morire per gli sceic¬ chi del petròlio". E se oggi fossi ancora cancelliere, leggeremmo le stesse cose. Ovunque ci sareb¬ bero manifestazioni di protesta con la partecipazione di membri dell'attuale governo, contro quel¬ la stessa pohtica che oggi Sclioe- ' der sta portando avanti». Invece oggi l'opposizione cri¬ stiano-democratica ha scel¬ to di appoggiare l'interven¬ to promosso dal governo ros¬ so-verde. Cosane pensa? «Trovo molto giusto che l'Unione abbia deciso dì appoggiare l'alle¬ anza antiterrorismo. All'estero deve fare un'impressione piutto¬ sto penosa il fatto che un cancel¬ liere abbia paura di non ottenere i voti della maggioranza della coalizione di governo. E' assoluta¬ mente sbagliato sostenere che un cancelliere non ha bisogno di maggioranza. Nei sedici anni del mio cancelherato, una frase così non sarebbe stata pensabile. Le esortazioni dei rosso-verdi al¬ l'Unione cristiano-democratica ad appoggiare gli americani sono del tutto superflue. Noi non ab¬ biamo niente da rimproverarci. Non abbiamo dimenticato a chi dobbiamo la nostra libertà e sia¬ mo stati sempre al fianco degli americani quando Rau, Schroe¬ der e Fischer manifestavano con¬ tro di loro. Ma lo dico chiaramen¬ te: siamo sempre stati partner e amici.degli americani, mai loro sottomessi». Allora è d'accordo con la «solidarietà senza condizio¬ ni»? «Quando il cancelliere parla di solidarietà senza condizioni, non so che cosa intenda davvero per "senza condizioni". La sohdarietà non è un concetto che preveda réstrtóidni; Noi siamo amici'degh amei icani anche se non lo ripetia¬ mo tutti i giorni. Ed è così che deve essere. Nell'Spd e nei Verdi, invece - e in questi giorni ce ne stiamo rendendo conto - l'antia¬ mericanismo è ancora presente. E questo vale anche per la loro armata di intellettuali, presenti in forze nei mezzi di inforaiazio- ne». Ci sono voci, tra le file del¬ l'opposizione; che di fronte all'attuale crisi di governo ipotizzano la possibilità di una grande coalizione Spd- Cdu. E' effettivamente una prospettiva dell'Unione? «No, non c'è nessuna necessità di una grande coalizione. E' impor¬ tante che l'Unione porti avanti un lavoro costruttivo all'opposi¬ zione. Solo a partire da questo presupposto è possibile che l'Unione riconosca e prenda atto degh obblighi intemazionali, an¬ che in accordo con il governo. L'azione terroristica dell'11 set¬ tembre, che ha colpito in partico¬ lare gli americani, è un attacco contro tutto il mondo civilizzato. Siamo tutti chiamati a far fronte a una simile situazione». L'esercito tedesco è prepa¬ rato ad affrontare questo genere di operazioni? «L'esercito federale e i suoi soldati barino dimostrato fino a questo momento di saper svol¬ gere molto bene il loro lavoro, anche in condizioni molto diffi- cili. Ma non è colpa dell'eserci¬ to se da tre anni a questa parte il budget della difesa è stato progressivamente ridotto. E' giunto il momento, per la coali¬ zione di governo, di assumere un altro atteggiamento nei con¬ fronti delle pohtiche di difesa». Per il bilancio questo inter¬ vento costituirà un ulterio¬ re carico economico. Crede che il ministro delle Finan- . ze Hans Eichel riuscirà a tamponare la perdita? «Il ministro Eichel avrà proble¬ mi di bilancio indipendentemen¬ te da quest'ultimo carico, per¬ ché secondo le più recenti valu¬ tazioni quest'anno e nel prossi¬ mo ci sarà una notevole riduzio¬ ne delle entrate "fiscali, per un ammontare di circa 32 miliardi di marchi. Onesto è il segno che il mito dell'efficienza di Eichel si sta sbiadendo. Adesso si co¬ minciano a vedere le conseguen¬ ze di una pohtica fiscale sbaglia¬ ta, anche riguardo allo sviluppo della congiuntura. In più si aggiunge il disastro dell'occupa¬ zione. Non riesco a provare gioia guardando queste cifre. Ma mi ricordo la campagna che fecero i socialdemocratici insie¬ me ai sindacati prima delle elezioni nazionali nel 1998. Il cancelliere per essere eletto ave¬ va promesso di creare posti di lavoro e di ridurre la disoccupa¬ zione. Secondo i risultati dell'ot¬ tobre 2001 abbiamo 3,7 milioni di disoccupati. Neh'ottobre del 1998 erano 3,89 milioni. Onesto è un mighoramento poco signifi¬ cativo. Se si guarda allo svilup¬ po demografico - dal 1999 ogni anno escono dal mercato 20.000 persone in più di quante ne entrino - si vede che il governo, nella sua pohtica occu¬ pazionale, ha del tutto fallito». Cos'è accaduto, secondo lei, di così sbagliato? «Una cosa è certa: il nuovo governo non aveva nulla di più urgente da fare, che ritirare gran parte delle riforme realiz- zate dal mio governo. Per tanti anni la Germania è stata la locomotiva dell'Unione euro¬ pea, oggi siamo il fanalino di coda. Oggi 140 miliardi di mar¬ chi finiscono nei sistemi di assi¬ curazione sociale. Tutto questo ha effetti negativi sul bilancio generale. Schroeder ha fatto della ricostruzione dell'Est il suo compito principale. Per il suo clamoroso fallimento è sta¬ to criticato dal suo stesso parti¬ to. Prenda come esempio del successo del mio governo il caso dell'industria chimica "Leuna". Negli Anni 90 siamo stati duramente criticati per il nostro aiuto finanziario in que¬ sto settore, ma oggi lì abbiamo una situazione di grande flori¬ dezza, con stabilimenti indu¬ striali modernissimi, per un totale di novemila posti di lavo¬ ro» Qualche errore però lo ha fatto anche lei... «Naturalmente, non lo nego, ma ho ammesso pubblicamente le mie responsabilità e ne ho pagato anche le conseguenze». La questione dei fondi neri ha scosso profondamente la Cdu. Oggi sembra un partito frantumato da con¬ tìnui dissidi, senza guida e minato alle fondamenta, i Non è un po' preoccupato? «Non accetto questa impostazio¬ ne del problema. L'Unione cri¬ stiano democratica ha grandi problemi, questo è fuori discus¬ sione, e a questi problemi ha sicuramente contribuito la que- stione dei fondi neri, sono l'ulti¬ ma persona a contestarlo. Tutta¬ via, riguardo al futuro della Cdu non sono pessimista. Alcu¬ ne persone dovrebbero smette¬ re di parlare di tramonto del partito. Per ciò che ricordo, i sondaggi dopo la sconfitta elet¬ torale del 1972 ci davano sugli stessi valori negativi di oggi, ma alle elezioni di quattro anni dopo raggiungemmo, con il 48,6 per cento, il miglior risultato nella storia della Cdu. E questo contro Helmut Schmidt, che certo non era un concorrente qualsiasi. Dovremmo essere fie¬ ri di aver riscosso tanto succes¬ so in numerosi Lànder e in distretti e piccoli comuni. L'Unione cristiano democrati¬ ca, alla base, è impartito sano». Eppure i problemi oggi so¬ no evidenti, o no? «Il partito si trova effettivamen¬ te in una fase di ridefinizione. Ciò non vale solo per noi, ma per tanti partiti e per tanti settori della società. Non ho il minimo dubbio che abbiamo le nostre possibilità di successo in futuro. Quello che è veramente importante è che tutte le forze presenti nel partito si attenga¬ no alle decisioni prese dalla segreteria generale. Questo va¬ le anche per il programma della scelta del candidato cancellie¬ re. Il candidato che verrà scelto dovrà essere appoggiato in mo¬ do deciso da tutto il partito. Da Adenauer ho imparato che la parte più importante del¬ l'espressione "lotta politica" è la lotta. Perciò dobbiamo lotta¬ re. Temi per la campagna eletto¬ rale non mancano: il bilancio della politica intema dell'attua¬ le governo è catastrofico». Lei sembra aver ancora vo¬ glia di lottare. Come si sen¬ te in questo momento poli¬ tico? «La morte di mia moglie Hanne¬ lore è stata una cesura profon¬ da nella mia vita. Abbiamo fatto quarant'anni di strada in¬ sieme, lei ha influenzato in modo fondamentale la nostra e la mia vita. Non solo influenza¬ to, direi anche appoggiato, so¬ stenuto e condiviso. Nella sua lettera di addio mi chiede espli¬ citamente di continuare a lotta¬ re, almeno fino a quando il mio stato di salute lo permetterà - di lottare anche per lei. E que¬ sto voglio fare. Attualmente sto lavorando a un libro di memo¬ rie. Spero di riuscire a conclude¬ re questo lavoro per "la fine dell'anno prossimo. Voglio pre¬ sentare un libro onesto, un libro in cui racconto le mie esperienze. Dopo la mia uscita dal Parlamento ho mantenuto la residenza a Ludwigshafen. A Berlino, insieme a mia moglie, avevo comprato un apparta¬ mento. Vorrei trascorrere mol¬ to tempo a Berlino, e voglio mantenere anche l'ufficio che mi spetta in qualità di ex cancel¬ liere. Per me è una gioia, una profonda felicità lavorare qui, nel centro di Berlino, a Untar den Linden, con la vista sulla Porta di Brandeburgo e sul Rei- cbstag». Se ogjp dovesse fare un bilancio della sua vita poli¬ tica, le sembra di aver paga¬ to un prezzo personale troppo alto? «Naturalmente si pagdf un prez¬ zo incredibilmente alto, ma quando decisi di intraprendere questa strada, con il sostegno di mia moglie, lo feci anche perché sapevo che la vita pohtica era profondamente legata alla mia idea personale di felicità. Ho sempre pensato che assolvere ai propri compiti rende febei. Ci sono stati molti alti e bassi nella mia vita. Ho avuto molta amici¬ zia e molto affetto. E di questo conservo una profonda gratitu¬ dine. Ho avuto anche fortuna. Ho vissuto momenti storici in cui è stato possibile prendere decisioni che io stesso non avrei mai sognato. Di questo sono grato, soprattutto a Dio. Ciò che io ho avuto è molto di più di quanto sia stato dato a molte altre persone». Copyright «Die Welt» Al tempo i della guerra contro Saddam l'Spd e i Verdi fecero una campagna durissima per opporsi alla partecipazione diretta della Germania Se io oggi fossi ancora al potere e loro all'opposizione direbbero le stesse cose La morte di mia moglie Hannelore è stata una cesura profonda nella mia vita. Abbiamo fatto quarantanni di strada insieme, lei ha influenzato e condiviso tutto quel che ho fatto Mi ha detto di continuare a lottare f L'attuale coalizione non ha fatto altro che distruggere le mie riforme Con me eravamo la locomotiva d'Europa, ora abbiamo la crescita più bassa La disoccupazione non cala a dispetto delle promesse L'ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, l'uomo che ha riunito le due metà del Paese