Sport in rosso, addio medaglie di Gianni Romeo

Sport in rosso, addio medaglie IL CONI SENZA FONDfHft DECISO PER IL 2002 DIWVGLIARE DEL 2S'»i, I CONTRIBUTI ATUTTeH FEDERAZIONI' Sport in rosso, addio medaglie Gianni Romeo CHIUSO per fallimento. Sarà il cartello che vedremo espo¬ sto un giorno al Foro Italico, all'ingresso di quel palazzo del Coni che all'esterno ha le mura rossicce e all'interno le casse drammaticamente ih rosso? Ieri il Consiglio Nazionale ha appro¬ vato all'unanimità il bilancio pre¬ ventivo del 2002 che prevede un robusto tagho dei contributi alle federazioni: meno 25,43 per 100. La buona notizia è che la riduzio¬ ne sembrava alla vigilia persino più dolorosa, sopra il 27 per 100. Quella cattiva è che il lavoro di forbice continua: un anno fa il taglio fu ancor più robusto, per cui le federazioni si trovano con un bilancio dimezzato, rispetto al recente passato. Un esempio per tutti lo fa Matteo Pelhcòne, presidente di una federazione di medio calibro, lotta, judo, karaté e arti marziah, che conta in Italia su 3000 società aderenti: «Siamo passati dai 10 miliardi di contri¬ buti del 2000 ai 6 e mezzo quest'anno; ora la prospettiva è di scepdere sotto i 5». Meno soldi significherà meno medaglie, meno success intema¬ zionali? C'è un rapporto diretto fra il denaro a disposizione e la quahtà degli atleti? Ancora Pelh¬ còne: «Un anno fa abbiamo ta¬ gliato tutta l'attività promozio¬ nale, ora dobbiamo raschiare a. fondo il barile e incidere sull' ago¬ nismo. Ridùnre le gare intema- zionah, prendere decisioni an¬ che impopolari come quelle di rinunciare a un Mondiale o a un campionato europeo. Tutto que¬ sto inciderà profondamente sul¬ la competitività degli atleti, per¬ ché negh sport di combattimen¬ to la costante verifica con i mighori stranieri è indispensabi¬ le». Il presidente che rappresenta lo sport italiano più medagliato, Antonio Di Blasi della scherma, non usa toni drammatici ma è molto chiaro : «Di questo passo la situazione andrà a pesare in modo deteminante sui risultati. Abbiamo già fatto tagli sulla preparazione preolimpica, ora andremo a penalizzare le socie¬ tà. Che però a noi sono indispen- sabili, perché lì nascono i campio¬ ni. Ma a quel punto molti club cominceranno a limitare l'attivi¬ tà alla fase giovanile...». Il «grido di dolore» dello sport italiano, abbiamo constatato, è però mol¬ to civile. Si cerca di far fronte all'emergenza, anche se nessuno sa quanto durerà questa fase critica. Il Coni è passato dai 1200 miliardi di entrate di dieci anni fa ai 600 di oggi, la metà. Granparte di quésto denaro serve al Coni stesso per so¬ pravvivere, dovendo mantenere un eserci¬ to di 2777 dipendenti (1400 al Foro Italico, 1377 alle federazioni o nelle sedi periferi¬ che). E' facile oggi dire che l'Ente si gon¬ fiò a suo tempo a dismisura. Ma la for¬ mula del finanzia¬ mento tramite Toto¬ calcio per 50 anni era sembrata vincente e duratura. Poi è arriva¬ to il Superenalotto, il Lotto due volte la settimana, il Gratta e Vinci, la gente ha scoperto che si poteva anche fare a meno della mitica schedina... Per ora, all'esterno, segnali di crisi quasi non ne esistono. L'Olimpiade'di Sydney è stata a dir poco trionfale, in questo 2001 sono venuti ancora molti successi. Ma senza denaro da investire nei giovani, i nodi ver¬ ranno presto al pettine. La vita degh atleti si è allungata perché i mighori guadagnano bene, ci so¬ no ancora molti 'campioni da esibire nella facciata. «Ma stia¬ mo finendo i raccolti e non Il presidente abbiamo più i soldi della semi¬ na», ci ha detto argutamente un dirigente Coni. Di certo c'è che la carestia non sarà eguale per tutti. Ci sono sport «visibih» e dunque appetiti dagli sponsor, oppure in grado di attingere al serbatoio della scuo¬ la dove hanno buone radici, op¬ pure in gradò di autofinanziarsi in parte, tipo nuoto o pallavolo o basket o atletica leggera, che potranno limitare i danni; ma altre discipline, come il penta¬ thlon o la ginnastica o l'hockey prato, senza papà Coni alle spal¬ le rischiano davvero di esporre il cartellò: chiuso per fallimento. Il presidente del Coni Gianni Petaicci visto da Franco Bruna

Persone citate: Antonio Di Blasi, Coni Gianni, Franco Bruna, Matteo Pelhcòne

Luoghi citati: Italia, Sydney