IL MILAN VA Ancelotti riparte dai gol di Superpippo di Marco Ansaldo

IL MILAN VA Ancelotti riparte dai gol di Superpippo COPPA ITALIA: UNA DOPPIETTA DELL'EX JUVENTINO LANCIA I ROSSONERI CONTRO IL PERUGIA NELL'ANDATA DEGLI OTTAVI DI FINALE IL MILAN VA Ancelotti riparte dai gol di Superpippo Marco Ansaldo Inviato a MILANO Due gol di testa di Inzaghi, nella ripresa contro il Perugia, hanno spianato la strada alla prima vitto¬ ria del Milan di Ancelotti (poi rifinita da un'autorete di Soglia- no) e conoscendo quelli che sono stati i reali sentimenti tra i due, nel paio di stagioni che hanno trascorso nella Juve, il calcio è davvero un'impagabile comme¬ dia, dove non se ne vedono mai abbastanza. Tre a zero, quindi: la qualificazione dei rossoneri ai quarti di Coppa Italia è ora sconta¬ ta e il posto di Superpippo, che s'è sbattuto molto per dimostrarsi in forma, è più blindato di quanto apparisse dopo l'ingaggio del tec¬ nico emiliano tomato a San Siro. Per l'ultimo esordio di Ancelot¬ ti, a Piacenza con la Juve, buon¬ temponi un po' imbecilli gli dedi¬ carono un drappo con la faccia di un maiale per fargli capire cne non era un benvenuto. I tifosi milanisti sono stati più benevoli ma era un copione previsto e nello striscione esposto in curva, «Ance- lotti cuore della Sud», come negli applausi copiosi della tribuna, c'erano le radici dell'antico sber¬ leffo juventino; Carletto è tomato a casa anche se si è fermato nell'anticamera di un Milan-Peru- gia di Coppa Italia in un martedì feriale davanti a ima platea, 5.500 persone, ridotta a una riunione di condominio, per gli standard ros¬ soneri. A stringersi un po' si sarebbe stati tutti nella villa di Arcore, che avrebbe rispecchiato più fedel¬ mente l'idea del party di bentorna¬ to al figliol prodigo che Berlusconi avrebbe bloccato già nella scorsa primavera se la Juve non gh avesse riconfermato il contratto. Poi s'è visto come è andata. E la figura del «pirla», testuale in imo striscione lestamente fatto toghe- re dai pretoriani della società, l'hanno fatta quei dirigenti, Gallia- ni e Braida, che avevano scelto il turco per pentirsene subito. Ance- lotti, in piumone extralarge, ha salutato l'assemblea con la mano | ma senza esagerare, con il solito pudore padano, e si è seduto a osservare con quali mattoni do¬ vrà risistemare le brecce lasciate daTerim. Non è da una partita imbottita di comprimari e con una settima¬ na al lavoro alle spalle che si può dedurre come cambierà il Milan: al primo impatto la squadra ricor¬ da nella disposizione tattica quel¬ la del turco esonerato, sebbene non ne abbia le geniali assurdità, come l'inarrivaibile formazione che affrontò l'Inter nel primo tempo. Difesa a quattro, Albertini a cucire il gioco e Rui Costa libero di muoversi come nella Fiorenti¬ na o come Zidane nella Juve ancelottiana. Ci sembra che con questi uomini ci sia poco da inven¬ tare, perchè Brocchi lo puoi mette¬ re a smistra mentre prima stava a destra ma sempre Brocchi è, e Kaladze terzino è una consolidata insicurezza. La mano del Carletto si noterà quando disporrà di Mal- dini, Serginho, Shevchenko, i gio¬ catori che possono cambiare qual¬ cosa e dargli una diversa quadra¬ tura perchè con quel Rui Costa che sfarfalleggia non ci stupirem¬ mo di vedere un centrocampo irrobustito e tre uomini in difesa. La partita è filata via su un binario morto, per quanto Maz- zantini e Gattuso abbiano cercato di ravvivarla a cazzotti, quando il milanista ha sparacchiato il piede su una palla vagante a mezzo metro dal portiere che forse pre¬ tendeva la lasciasse. Era l'S' e dopo lo scontro tra gentiluomini restava poco da raccontare, in un primo tempo le cui occasioni si riassumevano nel tiro ravvicina¬ to di Brocchi e in due conclusioni di Simone e Albertini, neutralizza¬ te da Mazzàntini. Simone, dopo l'avvio in cui faceva pensare che non fosse soltanto Ancelotti l'uni¬ ca vecchia gloria da celebrare, riprendeva il passetto da killer delle aree e si vedeva nelle triango¬ lazioni: tornerà utile. Cosmi, che aveva sempre vinto con il Milan nelle tre occasioni precedenti, questa volta mostra¬ va poco furore e il suo Perugia meno di lui. L'attacco era anemi¬ co con Berrettoni e Bazzani, che non arrivavano mai al tiro. Il Milan del secondo tempo era più gaghardo ma soprattutto trovava i gol con le soluzioni più comuni nel calcio modemo, quelle da palla inattiva: punizioni e calci d'angolo. Le parabole pennellate da Rui Costa erano un invito persino per Inzaghi, che pure non è uno specialista nei colpi di testa. Mazzàntini e la difesa perugina assistevano al trionfo di Supeipip- po, il nuovo paladino di Ancelotti. Chi l'avrebbe mai detto. Nel fina¬ le Soghano, nel tentativo di antici- jare Inzaghi, infilava in scivolata a sua porta. L'ultima emozione un attimo dopo quando gli umbri, in uno scatto d'orgoglio, colpiva¬ no un palo. Un ispirato Rui Costa serve a Inzaghi i palloni decisivi per superare la difesa della squadra di Cosmi .Nel finale l'autorete di Sogliano su tiro-cross del danese Helveg e un palo degli umbri Pippo Inzaghi ha segnato le prime due reti rossonere contro il Perugia

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