Il nodo dell'agricoltura frena l'accordo al Wto

Il nodo dell'agricoltura frena l'accordo al Wto TRATTATIVA NELLA NOTTE ALLA RICERCA DI UN COMPROMESSO ALLA CONFERENZA MONDIALE DEL COMMERCIO Il nodo dell'agricoltura frena l'accordo al Wto Barricata francese contro l'eliminazione dei sussidi alle esportazioni Forti i contrasti sul tessile: veto americano all'aumento delle quote Primi impegni concreti per i paesi poveri. Protestano i «no global» Roberto Ippolito inviato a DOMA (QATAR) Ancora tante parentesi. Forse trop¬ pe. Sono quelle che racchiudono le parole sulle quali non c'è conver¬ genza per la dichiarazione finale della conferenza del Wto, l'Orga¬ nizzazione mondiale del commer¬ cio. 0 addirittura comprendono l'intero capitolo sul settore tessile del documento per ì'implementa- tion, ovvero l'applicazione di prece¬ denti intese. Ma l'accordo è atteso, nonostante i forti contrasti sul tessile e sull'agricoltura. E nonostante l'esplodere ieri sera del contenzioso fra l'Europa e il Sud America, in particolare l'Ecuador, che lamenta discrimina¬ zioni alle sue banane. A Doha, capitale del Qatar, comunque si tratta. Fra dispute e tensioni, si tratta a oltranza nella notte. Il mondo sta dialogando, con un'atte- zione speciale ai paesi in via di sviluppò lanciati a ottenere l'acco¬ glimento di tante loro richieste. Parlarsi era un imperativo dopo il fallimento della conferenza di Seattle di due anni fa. Parlarsi è diventato obbligatorio dopo i terri¬ bili attentati dell'I 1 settembre ne¬ gli Stati Uniti. La conferenza si sta chiudendo mentre a Kabul irrom¬ pono gli oppositori del regime tale- bano e nell'Afghanistan è in corso l'azione militare americana antiter¬ rorismo. All'alleanza planetaria senza precedenti contro il terrori¬ smo Doha, nella notte, cerca di abbinare un impegno concreto per i paesi poveri. Lo sforzo di arrivare all'intesa è stato così robusto che Youssef Hus- sain Kamal, ministro delle finanze del Qatar e presidente della confe¬ renza, si è sbilanciato definendo impossibile il prolungamento dei lavori oltre la giornata di ieri e ironizzando sulle eventuali intenzio¬ ni turistiche dei delegati: «Se qualcu¬ no desidera restare più a lungo nel Qatar per godere delle sue spiagge e degli altri luoghi è benvenuto», Ma con il passare delle ore l'ottimismo sull'esito finale della conferenza è oscurato dalle impun¬ tature delle delegazioni sui temi di interesse diretto. Il solco però è tracciato con la conquista da parte dei paesi in via di sviluppo, contra¬ stati dagli Stati Uniti e dalla Svizze¬ ra, del diritto di produrre aggiran¬ do in brevetti che all'estero i farma¬ ci per le emei^enze sanitarie, aids, malaria e tubercolosi. Regole e modalità saranno fissate dal Wto entro l'anno prossimo in base a un documento specifico da votare a conclusione dei lavori. Il consenso sui medicinali salva¬ vita ha reso possibile il confronto su tutte le altre questioni con la formu¬ lazione della terza bozza di dichiara¬ zione finale preparata dall'amba¬ sciatore di Hong Kong-Stuart Harbi- son, presidente di turno del consi¬ glio generale del Wto. Se approvata, la dichiarazione dà il via al cosiddet¬ to round dello sviluppo, un ciclo di negoziati sulle regole internazionali del commercio. Meno ambizioso del millennimn round abortito a Seatt¬ le, matutt'altro che irrilevante. Decisiva per la partenza del round (della durata di tre anni, cioè un anno oltre la prossima conferen- za) è la soluzione per agricoltura e tessile. Sulla prima questione, lo scontro riguarda l'eliminazione dei sussidi alle esportazioni prevista dalla bozza Harbison. I paesi in via di sviluppo la vogliono, gli Stati Uniti la sostengono, l'Europa in ge¬ nerale non la gradisce, ma è soprat¬ tutto Parigi che fa le barricate. Tanto Che a Doha si parla di un intervento del presidente francese Jacques Chirac teso a impedire la cancellazione dei sussidi e a ottene¬ re almeno una riduzione graduale. Per il tessile sono invece gli Stati Uniti a porre un veto. Non accettano l'accelerazione del supe¬ ramento delle quote all'importazio¬ ne già previsto per il 2005. La retroattività di una tappa dell'in- cremento delle quote non piace nemmeno all'Unione europea. Ma il Pakistan, in prima linea nell'ap¬ poggio all'azione militare america¬ na nell'Afghanistan, e altri paesi in via di sviluppo difendono accanita¬ mente il nuovo scadenzario. Paesi in via di sviluppo che a Doha hanno condizionato la partita sii} dall'inizio. La bozza di dichiara¬ zione dà soddisfazione alle loro sollecitazioni per avere norme di funzionamento più trasparenti del Wto, per la scarsa enfasi data alle questioni sociali e ambientali come richiesto e per l'impegno degli stati industrializzati a non utilizzare le norme antidumping (l'altolà: alle vendite sotto costo) come strumen¬ to di protezionismo. La bózza non va invece incontro al movimento di contestazione nato a Seattle: i no global del resto non hanno nemme¬ no potuto mettere piede nel Qatar. A Doha l'Italia è impegnata a difendere l'attuale meccanismo dell' incremento delle quote del tessile e a ottenere la definizione di regole per i prodotti agricoli a denomina¬ zione d'origine controllata tutelan¬ doli dalla contraffazione. Per i doc si litiga ancora. E il viceministro del commercio estero Adolfo Urso cer¬ ca di convincere l'Argentina, contra¬ ria all'estensione della salvaguardia dei doc. Commenta Urso: «Siamo nella fase decisiva. Ma purtroppo non si registrano ulteriori passi avanti. Stiamo facendo il massimo sforzo per raggiungere il risultato». I progressi sui medicinali salvavita non hanno aperto ' la strada alla definizione di un «round» triennale Lo sceicco Hussein ministro delle Finanze del Qatar; a sinistra il ministro Fabius

Persone citate: Adolfo Urso, Doma, Fabius, Harbison, Jacques Chirac, Kamal, Roberto Ippolito, Stuart Harbi, Urso, Youssef Hus