Santoro: noi, figli di un Dìo minore di Fulvia Caprara

Santoro: noi, figli di un Dìo minore IL CONDUTTORE TORNA SU RAIDUE CON «SCIUSCIÀ EDIZIONE STRAORDINARIA» DEDICATO ALL'ATTUALITÀ' Santoro: noi, figli di un Dìo minore «Viale Mazzini emargina chi non lavora per la prima rete» Fulvia Caprara ROMA La fine della «Rai polifonica» cioè in grado di offrire al pubbli¬ co «diverse chiavi di lettura della realtà»; il consohdarsi della «dit¬ tatura del marketing»; la sensa¬ zione che, secondo l'attuale poli¬ tica editoriale della tv di Stato, quelli che non lavorano per la prima rete siano considerati «fi¬ gli di un Dio minore»; Michele Santoro presenta il nuovo pro¬ gramma «Sciuscià edizione stra¬ ordinaria» (in onda in prima serata dal 23 su Raidue) e coglie l'occasione per formulare un'analisi «ne nervosa né spa¬ ventata» dell'aria che oggi tira in Viale Mazzini. L'ultimo episodio citato a con¬ ferma delle sue tesi riguarda le manifestazioni che si sono svol¬ te a Roma tre giorni fa: «Quella di sabato è stata una brutta pagina per la Rai: avevamo chie¬ sto di seguire il corteo dei no-glo- bal e ci è stato risposto che non era necessario, che bastavano le "finestre" collocate all'interno della "Vita in diretta". In effetti, se la cornice doveva essere per forza neutra e festosa, se nessun rilievo doveva essere dato alle premesse numeriche, tanto vale¬ va affidare la cronaca della gior¬ nata a "Domenica in"». Il risulta¬ to, prosegue Santoro, è che quel giorno si sono viste in onda due tv «da una parte quella con la "t" maiuscola, i pullman-regia, l'illu¬ minazione giusta, dall'altra quel¬ la sfigata, senza mezzi, con le immagini scure. Ma il canone l'hanno pagato tutti, pure i no- global, allora perchè non doveva¬ no andare in onda anche loro? Perchè Casarini e Agnoletto non possono parlare in tv? Permetter- glielo è nell'interesse di tutti: se dicono sciocchezze il pubblico prenderà atto e voterà altrove. Pare che Casarini non possa par¬ lare in video perchè è indiziato di reato e non faccio altre consi¬ derazioni su questo argomen¬ to...». Se Santoro sottolinea la neces¬ sità di esprimere, attraverso le varie reti, «diverse opzioni cultu¬ rali» («il mondo della lottizzazio¬ ne era brutto, però in quello sono nati grandi tg. C'era chi faceva "Domenica in", ma c'era anche "L'altra domenica"»), il direttore di Raidue Carlo Freccerò parla di «tv con il preservativo, conse¬ guenza grave del passaggio dal proporzionale al maggioritario». E' per via di questo passaggio, spiega Freccerò, che «le differen¬ ze un tempo caratteristiche del sistema tv sono andate in fumo» e questo per fare spazio a un generale «tiepidume, a un clima di consenso che appartiene alla destra come alla sinistra». In questo panorama Michele Santoro «da sempre ricercatore di quello che si muove nella pancia del Paese», propone, attra¬ verso i reportage dì «Sciuscià edizione straordinaria», il tenta¬ tivo di rimuovere «l'afasia gene¬ ralizzata», di scontomare le im¬ magini da un quadro in cui dominano «i colori pastello e le diversità sono guardate sempre come un pericolo». In tempi di guerra, poi, i pericoli si moltipli¬ cano: «Sarebbe gravissimo se noi che facciamo informazione - di¬ ce ancora Santoro - fossimo co¬ stretti a metterci l'elmetto; il nostro compito è e deve restare quello di dare notizie. Non è giusto, per esempio, che, se si tenta un'analisi della questione israelo-palestinese, si venga su¬ bito bollati come antisemiti». In onda di venerdì fino al prossimo maggio («Frequentare altri giorni della settimana è complicato - polemizza Santoro -, negli altri giorni si celebra Vespa»), il programma propone una formula nuova: al centro dello studio c'è un maxi-scher¬ mo che ricorda un totem, davan¬ ti una tribù, prevalentemente giovanile, raccolta a osservare e commentare le immagini che da questo si irradiano. «La sfida - dice il giornalista - è nel propor¬ re il genere reportage in prima serata, ma anche nell'evitare di ricadere nel vecchio schema del cinefonim. Dopo il filmato, più che dibattito e commenti, ci sa¬ ranno sviluppi del racconto». Intanto la parte femminile del gruppo che lavora con Michele Santoro sta preparando ima nuo¬ va serie in cinque puntate intito¬ lata «Donne». Il programma, in onda tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio (in seconda serata forse di martedì oppure di mercoledì), sarà condotto da Lui¬ sella Costamagna e proporrà sto¬ rie di donne raccontate da don¬ ne. «Sabato si sono viste in onda due tv quella con la "T" maiuscola e l'illuminazione giusta e quella sfigata Perché non far parlare Agnoletto?» Con il suo nuovo programma, che andrà inonda in prima serata da venerdì 23, Micheto Santoro vuole rimuovere «l'afasia generalizzata»

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