Francia e Germania divise sulla nuova Europa di M. Zat.
Francia e Germania divise sulla nuova Europa Francia e Germania divise sulla nuova Europa Parigi vuole i governi al centro e critica Prodi. Berlino propone una formula più federale TORINO Sono d'accordo sul punto di par¬ tenza e dicono che «i fatti dell'11 settembre hanno reso ancora più urgente l'integraziorie europea». Si trovano anche sulla necessità finale, quella cioè che l'Unione abbia bisogno di una importante riforma istituzionale per affronta¬ re le sfide della globalizzazione e deU'allargamento ad Est. Sulla strada da percorrere per ridisegna¬ re l'Europa, francesi e tedeschi mantengono però le divergenze dei giorni peggiori, fortemente in¬ tergovernativi i primi, e più aperta¬ mente federalisti i secondi. Fra poche settimane i capi di Stato e di governo dell'Ue s'incontreranno per gettare le basi per la nuova architettura istituzionale del Vec¬ chio Continente. Se queste sono le premesse, tutto lascia prevedere che il percorso non sarà facile. Un assaggio della discussione destinata a configurare l'Unione a 25 o più paesi si è avuto ieri nell'incontro organizzato dalla Fondazione Agnelli sul tema «Vi¬ sto da Berlino e da Parigi: la costruzione della nuova Europa», al quale sono intervenuti Martin Kremer (Ministero degli Esteri te¬ desco), Laurent Toulouse (Ministe¬ ro degli Esteri francese), oltre che i professori Bonanate e Sacco, e gli eurodeputati Gawronski e Bodra- to. Secondo il direttore della Fonda¬ zione, Marco Demarie, è «difficile immaginare una crescita ulteriore del progetto europeo se questa non viene accompagnata da un consa¬ pevole contributo della società civi¬ le e dal sostegno dell'opinione pub¬ blica», precondizioni fondamenta- li perché «il rafforzamento euro¬ peo si configuri come un'autentica fase costituente partecipata». Ouello del dibattito pubblico è un punto d'onore per i francesi. Toulouse ha spiegato che da mesi un gruppo di saggi viaggia per tastare il polso dei cittadini, col risultato di veder rafforzato il desi¬ derio di Europa intergovernativa, dove il peso degli esecutivi naziona¬ li sia prioritario rispetto a quello delle istituzioni comunitarie. Lo si vede nel modello pensato a Parigi, nel quale si immagina un presiden¬ te della Commissione indicato dal parlamento europeo e un Consiglio permanente di ministri degli Affari europei basato a Bruxelles che se¬ gua lo sviluppo dèlie iniziative a dodici stelle. ((Ai tempi di Jacques Delors c'era una relazione organica fra Commissione e governi - ha sottolineato Toulouse -. Ora, con Prodi, questo meccanismo si è inde¬ bolito. Il presidente tiene discorsi di spirito federale, come è nella sua funzione, ma trascura il rapporto quotidiano coi governi sull'agen¬ da». Diverso l'approccio tedesco. La posizione di Berlino, illustrata da Kremer, è per una Commissione europea che diventi «braccio esecu¬ tivo» dell'Unione, un Parlamento con maggiori margini di codecisio- ne col Consìglio dei ministri, e un Consiglio che diventi ima Camera degli Stati in modo da costituire una seconda assemblea che si con¬ fronti con l'Europarlamento. E' uno schema che sfiora il federale e che viene presentato come «unione di cittadini e unione di Stati». Ai francesi non piace. Fatta l'opportu¬ na tara prenegoziale, il confronto fra Parigi e Berlino rischia di essere uno dei temi caldi del lungo nego¬ ziato di riforma istituzionale che si apre in dicembre al Vertice euro¬ peo di Laeken, in Belgio, [m. zat. ]
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