«Scuole chiuse per Ramadan» di Renato Rizzo

«Scuole chiuse per Ramadan» «Scuole chiuse per Ramadan» In tre paesi del Cuneese, è subito polemica Renato Rizzo inviato a CEVA Nell'ufficio del preside ci sono, uno accanto all'altro, un Croci¬ fisso in legno, un cartiglio in ebraico che inneggia alla pace, un idolo africano. Professore, alla sua idea di sincretismo religioso manca un riferimento all'Islam. Molti, in queste ore, glielb rinfaccerebbero; ma co¬ me, proprio lei se ne dimentica? Lei che, probabilmente unico capo d'istituto in Italia, ha deciso di chiudere la scuola sabato prossimo per consentire agli allievi musulmani di festeg¬ giare l'inizio del Ramadam? Giorgio Canova si rannicchia con un mezzo sorriso nella sua giacca di panno grigio: «Lo so, c'è chi avrebbe preferito che regalassi ai ragazzi un giorno per prolungare il ponte di Car¬ nevale o magari una bella setti¬ mana bianca anche se, a sciare, sarebbero andati i soliti tre o quattro che se lo possono per¬ mettere. Il punto è che l'idea di rispettare la multietnicità fa ancora scandalo». Scandalo, magari no. Ma, certo, è tagliente il vento' di fastidio che sibila in quest'ango¬ lo di Provincia Grande dove gli extracomunitari residenti sono il 60Zo della popolazione e fanno sventolare all'ing. Roberto Con¬ ti, segretario provinciale della Lega Nord, lo spettro «dell'inva¬ sione e dell'annientamento cul¬ turale d'un popolo»; «Non è possibile, in una situazione so¬ ciale già grave per il problema dell'immigrazione vista la tota¬ le assenza o confusione di rego¬ le, tentare d'introdurre una decisione che cozzi cosi pesan¬ temente sulla società e sulle nostre consuetudini per decre¬ to d'un preside di scuola me¬ dia». Lui, il preside, sventola a sua volta un foglio di carta e cita articoli e commi: «La dire¬ zione generale regionale ci ha raccomandato di tener conto delle caratteristiche di multiet¬ nicità delle classi per permette¬ re agli studenti di rispettare le principali festività religiose: ri¬ partiti nelle tre scuole di Ceva, Murazzano e Sale Langhe che dipendono da noi, su 400 ragaz¬ zi abbiamo ima quarantina di musulmani. Qualcuno vuol cambiare la legge? S'accomo¬ di». Si «accomoderà» oggi pome¬ riggio in Parlamento il senatore Giuseppe Menardi di An con un'interrogazione al ministro Moratti: «Giudico inaccettabile la proposta dei dirigenti scola¬ stici: così facendo si crea un ingiustificato senso d'imbaraz¬ zo e incertezza nei confronti del mondo islamico». Ma il problema non riguarda i cattoli¬ ci, senatore? Appunto: «Gli alunni di fede divèrsa da quella cattolica hanno il diritto di assentarsi dalle lezioni durante le celebrazioni delle loro festivi¬ tà senza che ciò crei discrimina¬ zione». Come dire: chi vuol rispettare il Ramadam se ne stia a casa, ma non coinvolga altri nelle sue scelte religiose. Parli di Ramadam alla gente frettolosa che sfila in un centro storico di poco sole e di negozi chiusi. Molti ti rispondono pe¬ scando con assoluta innocenza nel piemontese che ha storpia¬ to parole esotiche in strambe assonanze e più strambi signifi¬ cati: «Rabadan? Sì, vuol dire "roba vecchia". E allora?». Il dirigente leghista Nanni Ghirar- di più che di questo «rabadan o ambaràdan», si preoccupa di «integrazione fatta bene) mica con tutte 'ste storie». Oggi par¬ teciperà al volantinaggio prò- messo dal suo partito a chiosa della vicenda, sabato sarà pre¬ sente alla manifestazione orga¬ nizzata dal Carroccio. Incalza: «Pensiamo anche ai nostri bam¬ bini: arrivano a casa confusi perchè i loro compagni musul¬ mani insultano le professores¬ se e dicono che non vogliono imparare niente dalla donne. Questa è gente che non si sente ospite, ma ospitata. Eh, no, calma». Dopo il pensiero ai bimbi, Ghirardi ne rivolge uno ai bidelli: «Avevano chiesto al preside un giorno libero il 2 novembre, per andare a visita¬ re i loro morti. Crede che glielo abbia dato? No, lui si dà da fare per gli islamici», La chiesa, abituata a ragiona¬ re con i tempi della Storia, sospende il giudizio sulla crona¬ ca. Dal suo ufficetto a ridosso del Duomo il paroco di Ceva, don Francesco Tarò, offre giudi¬ zi algidi. Dice di credere nel dialogo, quando «si svolge nel \ reciproco rispetto». Poi, però, scruta un'ombra: «A guardar bene un rischio in tutto questo esiste: guai a mettere le religio¬ ni sullo stesso piano, a pensare che l'una valga l'altra».. La traduzione «civile» di questi concetti la distilla il sindaco, Alfredo Vizio, a metà tra Salo¬ mone e Lapalisse: «Un Paese civile e tollerante deve ricono¬ scere i diritti di ciascun immi¬ grato e ciascun immigrato deve accettare i doveri che derivano dalle regole del Paese in cùista. Il buonismo ed il permissivi¬ smo non servono, sono interpre¬ tazioni distorte del buon senti¬ mento di solidarietà». Ma, ih sostanza, lei è favorevole 0 contrario? «Personalmente non condivido la decisione del presi¬ de, la trovo inopportuna, specie dopo l'I 1 settembre. Sa cosa le dico? Non sono problemi che toccano direttamente il Comu¬ ne, ma proprio non vorrei esse¬ re, per assurdo, il primo sinda¬ co a far aprire una scuola per ragioni di ordine pubblicò». Il preside: qualcuno preferiva che allungassi il ponte di Carnevale In realtà il rispetto delle altre culture suscita ancora scandalo Un'immagine della piazza di fronte al municipio di Cevà

Luoghi citati: Ceva, Cevà, Murazzano, Sale